È il 1 Dicembre 1974 e Inter e Juventus si sfidano nell’ottava giornata del girone di andata del Campionato di Calcio di Serie A 1974-75 allo Stadio ‘Giuseppe Meazza – San Siro’ di Milano.
La Juve è guidata in panchina da Carlo Parola e si appresta a vincere il suo sedicesimo scudetto. Dall’altra parte c’è l’ Inter che disputa un campionato mediocre e si piazza a metà classifica.
Buona Visione!
Campionato di Serie A 1974-1975 – 8 andata
Milano – Stadio San Siro
Domenica 1 dicembre 1974
INTER-JUVENTUS 0-1
MARCATORI: Capello F. 72
INTER: Bordon, Guida, Giubertoni, Scala, Catellani, Bini, Rossi, Mazzola A., Boninsegna, Moro (Cerilli 73), Nicoli
Allenatore: Luis Suarez
JUVENTUS: Zoff, Gentile, Cuccureddu, Furino, Morini, Scirea, Damiani, Causio, Altafini, Capello F., Bettega (Anastasi 55)
Allenatore: Carlo Parola
ARBITRO: Ciacci
Parola allegro e disteso con gli elogi di Boniperti
(Dal nostro inviato speciale) Milano, 1 dicembre.Quando vince una partita importante (ma ci sono per la Juve partite non importanti?) Parola diventa così allegro e disteso e chiacchierone c,he pure la voce sembra meno roca. E il pensiero dei due punti gli fa pure dimenticare certe fitte al piede destro
« qui, proprio sul collo »
memorie di antiche fratture subite sul lavoro calcistico nei vecchi tempi, quando- faceva la rovesciata
(« per prendermi in giro un mio amico dice che il merito sta tutto nella bravura del fotografo, quello che ha reso celebre la famosa rovesciata: invece io dico che quando qualcuno ha cercato d’imitarmi ha picchiato tante volte la schiena per terra e invece di colpire la palla si è rotto alcune vertebre »).
In questi giorni l’umore del signor Carlo Parola detto Nuccio tende decisamente all’ottimo e lo si vede anche negli spogliatoi di San Siro, dove si mette persino a far battute maliziosamente polemiche con i giornalisti. L’unico argomento che di questi tempi fa arrabbiare Parola è la faccenda del dodicesimo uomo. Dipendesse da lui, la Juventus dovrebbe giocare ogni domenica in dodici, perché II ‘giochetto della scelta fra Anastasi-Altafini, Bettega gli dà proprio fastidio neanche fosse un gioco delle tre carte con pochisime probabilità di successo. Ed è sicuro che l’escluso, chiuque esso sia, sarebbe ogni volta promosso titolare a tempo pieno in qualsiasi squadra concorrente della Juventus. I complimenti al trainer li fa pure il presidente Boniperti. Per interposta persona, almeno per il momento, perché Giampiero anche stavolta è scappato via prima della fine. E In forma abbastanza ovattata perché Boniperti è sempre sottilmente diplomatico anche quando deve elogiare I suoi uomini.
« Bisogna dare atto a Parola — ha dichiarato il presidente dopo la vittoria sull’Inter — che la squadra dimostra di essere ben preparata: a San Siro è venuta fuori alla distanza, si è imposta nel secondo tempo senza accusare la fatica delle due ultime partite contro la Roma e contro l’Ajax che avevano procurato un notevole impegno sia fisico che mentale. Evidentemente abbiamo una buona riserva di energie e di morale, e la sappiamo sfruttare bene ».
Dalla « riserva » alle « riserve » il passo è troppo breve perché non tocchi anche al presidente una precisazione sulla faccenda.
« I nostri giocatori sono tutti professionisti seri e intelligenti — osserva Boniperti — e dunque sono sicuro che questo nostro problema di abbondanza possa essere di volta in volta affrontato e risolto con serenità ».
Diplomatico più che mai Boniperti aggiunge una considerazione personale.
« Devo dire che io sarei stato davvero contento, come giocatore, se mi avessero fatto riposare in panchina nell’ultima mezz’ora di una partita ».
Quasi a voler sollecitare certe considerazioni sulla tenuta della sua Juventus subito dopo la partita Parola ha fatto una osservazione con un po’ di polemica:
“Hanno detto in molti che la Juventus era stanca e fiacca e nervosa: mi pare che qui a Milano abbiamo dimostrato di essere in buona salute, abbiamo basato il nostro successo pròpiro sulle doti di fondo migliorando il rendimento alla distanza. Abibamo vinto con una specie di progressione, con un aumento graduale di ritmo. E l’Inter non era proprio un ostacolo di poco conto, per quanto mancassero certi grossi nomi della formazione le giovani riserve sono state secondo me superiori alle previsioni, hanno giocato con decisione. Ariverei a dire che per noi sarebbe stato meglio incontrare l’Inter al completo”
In che senso?
« Nel senso che oggi avevamo tutto da perdere nell’affrontare questi avversari in edizione ridotta, perché anche un pareggio sarebbe stato interpretato come un nostro falso passo e in più è logico che i miei giocatori abbiano faticato un po’ a trovare la concentrazione giusta dovendo affrontare un’Inter priva di alcuni titolari ».
Con altri due punti In cassaforte Parola sa anche essere un po’ polemico. E al microfono della radio dice:
« Abbiamo vinto oggi, abbiamo vinto con l’Ajax e con la Roma, prima ancora a Cesena, eccetera eccetera. Insomma i risultati hanno un significato preciso e bisogna tenerne conto quando si fanno certe critiche che io ritengo davvero immeritate ».
Gli fanno qualche domanda « provocatoria ». Per esempio
« Come mai ha sostituito Bettega? ».
E Parola si traveste metaforicamente da inglese ner rispondere:
« Rotation come direbbero in Inghilterra, cioè rotazione. Soltanto una rotazione di giocatori ».
Antonio Tavarozzi
tratto da: La Stampa 2 Dicembre 1974