1 Gennaio 1956: Juventus – Lazio

Grazie ad un inedito filmato tratto da Youtube vi offriamo questo gustoso amarcord della data odierna. É il 1 Gennaio 1956 e Juventus Lazio si affrontano in questa gara valevole per la tredicesima giornata del Girone di andata del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1955-56.

In questa stagione i bianconeri non entrano mai in gara per la supremazia in campionato. Anzi, al termine della campagna calcistica, i nostri finiranno le ostilitá in nona posizione. Per quanto riguarda la Lazio, saranno protagonisti di una bella stagione: un terzo posto da urlo!

Buona Visione! 


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Stagione 1955-1956 – Campionato di Serie A – 13 andata
Torino – Stadio Comunale
domenica 1 gennaio 1956 ore 14:30A
JUVENTUS-LAZIO 1-0
MARCATORI: Boniperti G. 23

JUVENTUS: Viola G., Corradi, Garzena, Emoli, Nay Ce., Oppezzo, Colella, Montico, Boniperti G., Vairo, Praest
Allenatore: Sandro Puppo

LAZIO: Lovati, Molino, Di Veroli, Fuin, Giovannini, Villa, Olivieri, Selmosson, Vivolo, Burini, Muccinelli
Allenatore: Luigi Ferrero

ARBITRO: Righi
ESPULSIONI: Giovannini 85 (Lazio)



NELLA GARA DELLE OCCASIONI SCIUPATE 
Basta ai bianconeri un goal di Boniperti: 1-0 

Vittoria meritata della Juventus. Se l’unica rete della ritornata, bella in sè come azione, è stata effettivamente dovuta ad una deviazione della palla causata da un difensore laziale, il successo dei bianconeri è stato convalidato e giustificato dalla quantità di situazioni fatte maturare nel secondo tempo e sciupate poi, in modo che non si sa se definire come peccaminoso od ingenuo. 

Furono quattro o cinque, queste occasioni da rete, una più limpida dell’altra, ed a pensarci su, a distanza di qualche ora, viene da fregarsi gli occhi per disccrncrc il motivo per cui furono mancate. In un paio di esse, due, poi tre attaccanti bianconeri si trovarono ad avere a che fare con un solo difensore azzurro, a non parlare naturalmente del portiere, ed esitarono, cincischiarono, si intralciarono gli uni gli altri, finché riuscirono a compiere l’impossibile: cioè a non mandare a finire il pallone in rete. Esempi tipici di assenza di incisività c di senso di conclusione: piccoli misfatti tecnici degli attaccanti. Vairo è stato certamente l’uomo che maggiormente ha peccato in materia, ma un po’ di tutti è stata la colpa. Senza di questi madornali errori, la Juventus avrebbe riportato una netta, rotonda vittoria: qualche cosa esprimibile con un tre o quattro reti a zero. Senza avere con ciò giuocato una grande partita: tutt’altro. 

La prova fatta dai bianconeri va classificata come superiore di qualche linea a quella sostenuta e pur vinta per un margine triplo di reti tre giorni prima sullo stesso campo contro il Padova. Quella era stata schiettamente brutta da parte di ambi i contendenti: un piccolo scempio. Questa è stata leggermente migliore in fatto di senso agonistico, di velocità e di impegno, senza per questo dare luogo a soddisfazione sotto il punto di vista tecnico. Se si é tutti d’accordo di rovesciare la colpa del cattivo giuoco dei due incontri in questione sulle ricorrenze di Natale e di Capodanno — e facciamolo pure, che tanto queste non sono in grado di reagire o di difendersi — auguriamoci solo di ritornare presto alla normalità del lavoro. Nell’interesse stesso degli spettatori, e dei commentatori. 

La Lazio ha presentato in campo i soliti uomini che non fanno una squadra. Se mai, questa squadra, il giuoco lo abbozza, lo inscena, lo accenna: e poi si ferma. La formazione dà certamente un rendimento inferiore al valore dei nomi che essa comprende. Perchè sono cinque gli clementi suoi che hanno militato nelle file della Nazionale nostra vera e propria. E migliore di tutti quanti, è quello svedese che vi casa sua mai fu nè considerato nè onorato: Selmosson. Il biondo giuocatore corre, si dà d’attorno, lavora, cerca di costruire e di concludere, e se l’opera sua non è corellata dal successo che la ha distinta la stagione scorsa nelle file della Udinese, le ragioni sono essenzialmente da ricercare nella differenza che regna fra le due compagini in fatto di impostazione e di ordine. Importati quasi tutti da altre società, nessuno degli uomini della Lazio dà, in maglia azzurra, il rendimento che dava quando vestiva altri colori. Questione forse di atmosfera. 

La giornata era serena e fredda. Sole sul campo nel corso del primo tempo. La nebbia fece un pallido tentativo di comparsa ad un dato punto della ripresa, ma non arrivò in tempo a guastare la festa. Il terreno di giuoco piuttosto ha fatto del suo meglio per rendere difficile il lavoro dei giuocatori a mezzo di un fondo duro e di una patina superficiale sgelata e vischiosa. Per ultimo, se si tiene conto della rigida temperatura di pubblico ve n’era abbastanza, per le consuetudini torinesi. 

L’incontro in sè ha una storia breve. Come risultato, esso fu perno positivo sulla rete con cui passa agli archivi, e perno negativo sulle madornali occasioni buttate al vento nella ripresa, alle quali abbiamo accennato. La rete del la giornata venne segnata al 25′ del primo tempo, e reca la sigla del capitano juventino e nell’azione e nel tocco finale. Boniperti, penetrato in area in posizione di mezz’ala sinistra, serviva Vairo sulla sua destra, questi restituiva trasversalmente al mittente che si era proiettato in avanti e spediva irresistibilmente in rete. Il terzino Di Veroli dava alla faccenda il contributo necessario e sufficiente, toccando e deviando la palla nel secondo passaggio: senza di che Boniperti si sarebbe fatto cogliere in t.fuori giuoco. 

Parecchio cattivo giuoco nel primo tempo. La ripresa fu migliore. In essa, la Lazio sviluppò per lo meno lo stesso volume di giuoco della Juventus, riuscendo però a chiamare Viola ad una sola parata veramente difficile. E’ stato nella qualità del lavoro che i bianconeri hanno superato i loro avversari. I loro attacchi di contropiede hanno sconvolto l’estrema difesa laziale: poi sono falliti nel modo che si è detto. Degna di menzione la prova complessiva fornita da Boniperti, Oppezzo Corradi e Viola. 

Vittorio Pozzo
tratto da: La Stampa 2 gennaio 1956


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SS Lazio 1955-56

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