É l’ 1 Marzo 1992 e Juventus e Genoa si sfidano in questa gara valevole per la sesta giornata del Girone di Ritorno del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1991-92. Il tutto si svolge allo Stadio ‘delle Alpi’ di Torino.
Contro questo Milan (imbattuto in Serie A) perfettamente guidato in panchina da Fabio Capello, é diffcile ottenere di piú di un secondo posto nella Classifica Finale del massimo campionato italiano. Cosí una Juventus ancora debole ma tanto volenterosa riesce nel suo scopo iniziale!
Sull’altra sponda c’é la squadra rossoblu genovese che salva una stagione non all’altezza delle attese con una salvezza risicata!
Buona Visione!
Torino – Stadio Delle Alpi
Domenica 1 marzo 1992 ore 15.00
JUVENTUS-GENOA 3-0
MARCATORI: Baggio R. 15, Baggio R. 85, Ferroni autorete 90
JUVENTUS: Tacconi, Carrera M., Marocchi, Galia, Kohler, Julio Cesar, Alessio (Corini 70), Reuter, Schillaci, Baggio R., Casiraghi (Di Canio 83)
GENOA: Braglia, Corrado, Branco, Ferroni, Collovati, Signorini, Ruotolo, Bortolazzi, Aguilera, Eranio (Skuhravy 68), Fiorin
ARBITRO: Beschin
ESPULSIONI: Collovati 59 (Genoa)
Il segreto del numero 10«Trap m’ha detto: vai più avanti Ho obbedito e ho fatto centro»TORINO. E’ vero: Baggio deve ancora crescere per arrivare ai livelli di Platini. Pensieri e parole dell’avvocato Agnelli. Ma bisogna ammettere che si sta organizzando bene, che almeno il periodo dei puntini e delle aste è superato. Il Divino può cominciare a tremare. Baggio non accetta le «provocazioni», neppure quelle che arrivano dall’alto. Se la cava fingendo di non capire bene certi concetti:«Agnelli? A me non ha detto nulla. Chiedete a lui spiegazioni su ciò che voleva dire».
Intanto si diverte a dar vita a questo strano ping pong a distanza con Van Basten. Anche ieri tre squilli del milanista contro l’Atalanta e due del bianconero al Delle Alpi. I due sono però divisi da ben dieci gol nella classifica dei marcatori. Baggio si rassegna:«I goleador stranieri sono irraggiungibili e Van Basten è il più forte di tutti, quindi non mi stupisco che segni sempre».
Già, lui almeno non ha scomodi predecessori con cui confrontarsi ed essere confrontato. Ancora Baggio:«Ma io sono sempre stato tranquillo. Anche quando le cose andavano male. Devo ringraziare i compagni che mi hanno aiutato nei momenti più difficili. Se ora sono più sereno è anche merito loro».
Suo il gol che ha sbloccato la partita, ancora suo quello che ha dato la tranquillità. Racconta:«Non riuscivamo proprio a sbloccare il risultato. Ad un certo punto Trapattoni mi ha chiamato e mi ha suggerito di andare più avanti. Ed ecco arrivare la prima rete, un gol che ci ha aiutati. Ma non contano tanto le mie prodezze, quanto le vittorie della Juve, indispensabili per restare nella scia del Milan. Questa volta siamo scesi in campo con lo spirito giusto e abbiamo sfatato anche il tabù Genoa. Per lo scudetto non è il caso di farsi illusioni, anche se è chiaro che continuiamo a sperare».
Il gol-sorpresa dell’Atalanta non ha creato false illusioni:«E’ arrivato troppo presto, il Milan ha avuto tutto il tempo per reagire. I rossoneri vanno fortissimo, ma questo a noi non deve interessare. Pensiamo innanzitutto a noi e alla fine tireremo le somme».
L’astuzia di certo non gli manca. In occasione del primo gol ha sfruttato un rinvio balordo del giovane genoano Corrado. Per segnare il secondo era appostato a pochi passi da Braglia come un goleador di rapina. Facile quando ci si chiama Baggio. Ma grande è stato il merito di Reuter che gli ha servito un aureo pallone. Dice il tedesco, che domenica sarà squalificato:«Ho alzato la testa e l’ho visto ben piazzato in area. Sapevo che non avrebbe sprecato nulla. Questa vittoria cambia poco. Noi non abbiamo scelta, dobbiamo vincere e basta. Al Milan pensiamo soltanto alla fine della partita per chiedere cosa ha fatto».
Con Baggio anche Galia ha meritato i complimenti di Trapattoni. Il pedalatore del centrocampo spiega le difficoltà iniziali:«Il Genoa si è schierato con una punta sola ed ha fatto una robusta cerniera a centrocampo. Superarla era molto difficile ed anche per questo la partita non è stata bella. Per fortuna ci ha pensato Baggio a semplificare le cose, poi non abbiamo faticato più di tanto. Il Genoa mi è sembrato con la testa già al Liverpool».
E Corini, ago della bilancia del centrocampo, manda un messaggio ai compagni:«La strada da battere è questa. Continuiamo così, anche se il Milan sembra inarrivabile».
Julio Cesar si rammarica:«Domenica non giocherò per squalifica, peccato saltare la sfida con Careca. Al Milan non penso mai durante la partita. Chiedo il risultato quando sono negli spogliatoi, non prima».
Vince la Juve, perdono i tifosi. Ecco senza commento il contenuto di due striscioni esposti in curva Scirea:«I vili non meritano né patria, né onore. Genoani e inglesi infami bastardi».
E ancora:«Genoa e Liverpool uniti nel disprezzo e nella vergogna».
Fabio Vergnanotratto da: La Stampa 2 marzo 1992