É il 1 Ottobre 1995 e Juventus e Napoli si sfidano nella Quinta Giornata del Campionato di Calcio di Serie A 1995-96 allo Stadio ‘Delle Alpi’ di Torino.
La Juventus guidata in panchina dal ‘maestro‘ Marcello Lippi, dopo aver rivinto lo Scudetto dopo ben otto anni adesso pensano in grande. Pensano alla Champions League (che conquisteranno a Roma). Ed infatti i bianconeri non giocano come sanno in campionato e si fanno ‘rubare‘ il titolo dal Milan. Alla fine sará secondo posto. Dall’altre parte c’é un Napoli che guidato in panchina da Vujadin Boskov conclude il campionato a metá classifica.
Buona Visione!
Stagione 1995-1996
Campionato di Serie A – 5 andata
Torino – Stadio Delle Alpi
Domenica 1 ottobre 1995 ore 15.00
JUVENTUS-NAPOLI 1-1
MARCATORI: Pecchia 52, Vialli 55
JUVENTUS: Peruzzi, Torricelli, Ferrara C., Tacchinardi, Pessotto (Vierchowod 46), Di Livio (Sorin 68), Paulo Sousa, Deschamps, Del Piero (Padovano 82), Vialli, Ravanelli
Allenatore: Marcello Lippi
NAPOLI: Taglialatela, Cruz A., Bordin, Ayala (Policano 57), Pari, Tarantino (Baldini 50), Buso, Pizzi (Boghossian 71), Pecchia, Agostini, Imbriani
Allenatore: Vujadin Boskov
ARBITRO: Braschi
ESPULSIONI: Pecchia 89 (Napoli)
Lippi: scorie di Coppa Boskov: visto che bravi?
E’IL VECCHIO IL PIÙ’ FELICETORINO – Per vedere di nuovo una Juve ai vertici del rendimento bisognerà attendere dopo il 6 dicembre, quando la Champions League andrà in letargo. Lippi non lo dice, ma lo fa capire. L’Europa logora i giocatori, prosciuga le loro onergie fisiche e mentali.
Spiega il Marcello:
«Quella coppa è una cosa speciale, per tutti è il sogno di una vita. Ci si avvicina ad ogni partita con grande intensità ed è normale che subito dopo si paghino le conseguenze».
Ecco spiegata la vittoria a denti stretti contro il Vicenza (dopo il Borussia), ecco rivelato il segreto del pareggio con il Napoli a tre giorni dalla vittoria sulla Steaua. A questo bisogna aggiungere che la Juve non è per ora la squadra che tutto travolge. Molti sono in forma precaria, altri addirittura ko per infortunio. Ieri è toccato a Pessotto (stiramento coscia sinistra), prima della partita ha alzato bandiera bianca Conte per una tendinite. La sosta per la Nazionale arriva come manna dal cielo. Ammette Lippi:
«Non siamo al cento per cento, ma stiamo facendo l’impossibile per restare in corsa su tutti i fronti. Non sono preoccupato, anche se la squadra ha alti e bassi di rendimento. Alterniamo cose belle ad altre meno positive. Questa altalena non è un problema perché so che ci sono ampi margini di miglioramento e la strada è ancora lunga. Siamo soltanto ai primi chilometri della nostra Milano-Sanremo calcistica».
E poi non si possono togliere meriti al Napoli. Lippi non è sorpreso:
«Conosco questi giocatori, so che non c’è nulla di miracoloso in quello che stanno facendo. Se nei primi venti minuti della partita noi non abbiamo fatto nulla di buono, il merito è soprattutto loro. Dal 20′ in poi abbiamo cominciato a giocare secondo le nostre possibilità, ma non c’è mai stata una superiorità vera. Soprattutto nel secondo tempo è stato tutto un alternarsi di azioni. Il careggio è quindi giusto. Potevamo superare il Milan, ma non possiamo rammaricarci anche per questo».
Curioso il botta e risposta a distanza con Boskov. Sostiene il saggio Vujadin:
«Bravo Lippi a togliere Pessotto, altrimenti Buso avrebbe continuato a dominare sulla fascia destra».
Ma Marcello dissente totalmente:
«Questo lo dice lui. Ho sostituito Pessotto per infortunio e poi mi pare che Buso abbia fatto le cose migliori nella ripresa, proprio quando Pessotto era negli spogliatoi».
Punti di vista. Lippi le ha provate tutte per vincere. Ha fatto debuttare in serie A Sorin
(«Speravo desse vivacità, ma ha pagato l’esordio»),
ha utilizzato anche Padovano, forse in ritardo, visti i problemi dei tre attaccanti. Ma il tecnico ha una spiegazione per tutto:
«Non potevo togliere Ravanelli perché è l’unico ariete che abbiamo. Vialli può segnare in qualunque momento. Quanto a Del Piero, con Padovano avrebbe dovuto fare il centrocampista, ma nel finale è difficile che ci riesca. Al massimo può essere utilizzato in quella posizione all’inizio».
Boskov ha molto da recriminare:
«Babbo Natale è arrivato con tre mesi di anticipo a Torino. Abbiamo avuto delle palle-gol nitide, la Juve solo quella di Vialli. E se Imbriani non avesse sbagliato proprio al 90′ avremmo ottenuto una vittoria giustissima. Purtroppo è ancora un ragazzino, ha un grande talento, ma gli manca l’esperienza. Accettiamo i suoi errori, perché siamo sicuri di avere a disposizione un campioncino. La cosa importante è che il Napoli è una grande squadra, sarà un delitto se non andrà in Uefa. Abbiamo tanti pregi e qualche difetto. Basteranno un paio di ritocchi per garantire a questa squadra un grande futuro».
Il saggio Vujadin sa che i propri meriti si ingigantiscono anche attraverso le prodezze degli, avversari:
«La Juve è la grande squadra di sempre. Ha carattere, ha giocatori come Vialli che non puoi mai perdere di vista. Ma il Napoli l’ha messa alle corde. Abbiamo ottenuto finora tre vittorie e due pareggi. La nostra classifica ci onora».
Fabio Vergnano
tratto da: La Stampa 2 Ottobre 1995