10 Agosto 2004: Juventus – Djurgården

É il 10 Agosto 2004 e Juventus e Djurgården si sfidano nella gara di andata del terzo turno dei Preliminari della UEFA Champions League 2004-05 allo Stadio ‘delle Alpi’ di Torino.

La Juventus si affida a Fabio Capello per condurla in vetta all’Europa. Mentre in Italia gli scudetti non mancano, in europa i risultati non arrivano. Eppoi se ci aggiungete Farsopoli e l’ondata che travolge tutto il mondo bianconero, il regno di Capello non sará sicuramente ricordato per i successi ottenuti!

Buona Visione!


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Stagione 2004-2005 – Champions League – Preliminari, 3° turno, andata
Torino – Stadio Delle Alpi
Martedì 10 Agosto 2004 ore 20:45
JUVENTUS-DJURGARDEN 2-2
MARCATORI: Johansson rigore 45+1, Hysen 49, Trezeguet 50, Emerson 59

JUVENTUS: Buffon, Thuram (Birindelli 82), Legrottaglie, Montero, Zambrotta, Blasi, Emerson, Tacchinardi (Olivera 52), Miccoli, Trezeguet, Del Piero (Zalayeta 79)
Allenatore: Fabio Capello

DJURGARDEN: Tourray, Concha, Kuivasto, Karlsson, Storm, Barsom (Dovicovic 68), Arneng, Johannesson, Johansson, Stenman (Bapupa 82), Hysen (Larsen 90+1)
Allenatore: Kjell Jonevret

ARBITRO: Fandel (Germania)

 

Juve, sotto il diluvio la beffa svedese di un 2-2 da brivido 

IL CAMMINO IN CHAMPIONS SI DECIDE NEL RITORNO COL DJURGARDEN 

Trezeguet ed Emerson (di testa) rimontano lo 0-2 maturato su rigore e per un’amnesia difensiva. Bianconeri frenati dal campo impraticabile 

Fabio Vergnano TORINO 

E adesso dopo questo inatteso 2-2 ci sarà da soffrire il 25 agosto al Rasunda di Stoccolma. Il Djurgarden non è il Real Madrid, ma è bastato che impostasse la partita sulla velocità, che avesse il coraggio di osare, per mettere in crisi una Juve ancora molto lontana dalla condizione migliore. Notte da lupi, notte da incubi, sotto l’acquazzone. Capello ci ha messo del suo schierando un formazione sbilanciata e deve ringraziare campioni come Trezeguet ed Emerson se non è stata una Caporetto. C’è sempre una prima volta. La Juve e Capello, che pure nella loro storia calcistica hanno visto di tutto e di più, non avevano ancora provato il brivido di un preliminare di Champions League. Agosto, mese delle allegre amichevoli di periferia, è diventato per i bianconeri di vitale importanza. 

Da oltre un mese don Fabio lavora per questo primo snodo cruciale della stagione e certo non è arrivato al confronto con il Djurgarden con la Juve che aveva ipotizzato. Zebina squalificato per tre turni, Nedved, luliano e Camoranesi infortunati, oltre ad Appiah e Chiellini all’Olimpiade, hanno obbligato il tecnico a rivedere i programmi di partenza. Così al primo confronto ufficiale contro una squadra svedese, la Juve si è presentata in una formazione all’insegna dell’usato sicuro, con le novità Blasi ed Emerson rispetto alla scorsa stagione. E quest’ultimo ha dimostrato quanto fosse giusto attenderlo. Il brasiliano dall’aria triste si è subito piazzato a protezione della difesa insieme con Tacchinardi, pronto a recuperare la palla e far ripartire l’azione in velocità come ha suggerito Capello, con palla a pelo d’erba per cercare di mettere in difficoltà i lunghi della difesa svedese. Emerson perno centrale di un centrocampo a tre perché Capello ha optato per la soluzione provata nel secondo tempo di Cesena, ovvero ha scelto il tridente, lasciando tre uomini in mezzo contro cinque avversari. Una tattica sperimenta- ta per mezza partita in amichevole, quindi piuttosto forzata. 

E infatti la Juve ha sofferto parecchio nel primo tempo contro ima squadra più brillante, anche se certamente non più dotata dal punto di vista tecnico. Così già al 3′ è scattato l’allarme e c’è voluto un super Buffon per alzare in angolo il colpo di testa di Stenman, quasi sempre solo nella zona sinistra. La Juve non riusciva a sciogliersi, dimostrava una condizione ancora sommaria. A parte il solito Zambrotta, sotto gli occhi di Lippi e di un pubblico non agostano (evviva i prezzi bassi), la Juve ha faticato in ogni reparto, soprattutto non è mai stata pericolosa in attacco. La prima occasione è arrivata al 38′: centro di Zambrotta su cui si avventava Emerson, che di testa impegnava il portiere Tourray. Il calvario arrivava al punto massimo proprio allo scadere del tempo: Tacchinardi agganciava in area Arneng, Johansson trasformava un rigore evidente. Capello lasciava tutto inalterato nella ripresa, giocata da una Juve finalmente più reattiva. Ma ci voleva il secondo gol del Djurgarden per suonare la sveglia. Gli svedesi ripartivano con la stessa baldanza e al 4′ raddoppiavano ridicolizzando la difesa: tacco smarcante di Arneng per Hysen, che infilava Buffon. 

La gente invocava Lippi, scoppiava la contestazione verso Capello, messa subito a tacere al 5′ da Trezeguet che trasformava in gol un passaggio-tiro di Zambrotta. In campo c’era una Juve più credibile, finalmente aggressiva, più ordinata, consapevole che l’Europa stava già sbattendole la porta in faccia. E il Djurgarden mostrava i propri limiti. Dentro Olivera per lo spento Tacchinardi, proprio l’uruguaiano al 14′ offriva a Emerson la palla del raddoppio reahzzato di testa e dava la spinta decisiva, dimostrando a Capello che avrebbe meritato di giocare fin dall’inizio. Il diluvio spegneva poi la partita che viveva di episodi, per fortuna della Juve tutti concentrati nell’area svedese. 

Fuori Del Piero (fischiatissimo) per Zalayeta: il risultato non cambiava, ma per la Juve ora cambiano le prospettive europee. In venti giorni ci vorrà una trasformazione radicale. 

tratto da: La Stampa 11 Agosto 2004

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