10 Luglio 1932: Juventus – Slavia Praga

É il 10 Luglio 1932 e Juventus e Slavia Praga  si affrontano per la Gara di Ritorno della Semifinale della Mitropa Cup 1932.

L’andata si giocò a Praga il 6 luglio 1932, anche se secondo sorteggio, si sarebbe dovuta giocare a Torino.

La Juventus ha chiesto di cambiare trasferta e casa perché erano a Budapest solo 3 giorni prima della gara di apertura (giocata al Ferencvaros ancora il 3 luglio) e voleva risparmiare un pó di tempo per il viaggio.

Davanti ai 30000, lo Slavia ha dominato fin dall’inizio la gara di apertura. La Juve, non potendo eguagliare l’esibizione tecnica dello Slavia, ha attivato il suo tiratore Renato Cesarini che è stato coinvolto in diverse mischie.

Dopo un tocco di mano di Virginio Rosetta in area all’83’, l’arbitro ha fischiato e ha assegnato alla squadra di casa un calcio di rigore. Cesarini è andato a protestare vivacemente, che gli è valso una pronta espulsione. Cesarini si é rifiutato di lasciare il campo, accompagnato da diversi tifosi italiani che hanno invaso il campo. Questo gruppo ha impedito alla squadra di casa di calciare il rigore, che ha coinvolto diversi tifosi di casa che volevano portare Cesarini fuori dal campo. L’arbitro ha deciso di interrompere la partita 5 minuti prima del regolamento, ha portato entrambe le squadre negli spogliatoi, e quando la situazione si è calmata 10 minuti dopo, entrambe le squadre sono rientrate (la Juve già senza Cesarini) e hanno terminato la partita.

L’undici titolare della Juve comprendeva Luisito Monti, Raimundo Orsi, Umberto Calligaris e Renato Cesarini, che si sono miracolosamente ripresi dall’infortunio che stava per finire la carriera subito 4 giorni fa a Praga, come riportato dalla stampa italiana. La Juventus è andata in vantaggio all’inizio, e ha raddoppiato poco prima dell’intervallo su rigore dubbio. Dopo la pausa, quando le squadre sono tornate in campo, la pietra lanciata dalla folla fanatica ha colpito la testa di František Planicka. Lo Slavia si è allontanato e si è rifiutato di tornare in campo fino a quando la squadra di casa non si è assicurata una sicurezza in campo. I funzionari della squadra di casa hanno preso la strada più semplice e hanno minacciato di esporre la squadra dello Slavia alla folla ubriaca di casa se non avessero finito questa bella partita, e per quanto allettante fosse questa proposta, lo Slavia ha deciso di prendere invece il primo treno per Praga. Il che non era così poco logico, nell’era delle sostituzioni e del portiere stanco, e la folla confondeva il calcio con la gara di lancio di pietre alle tue spalle. Il comitato Mitropa ha dato il via a entrambe (!!!) le squadre dalla competizione e ha premiato il 2° finalista Bologna con il trofeo.

Buona Visione!


juve

 

Stagione 1931-32 – Coppa Europa Centrale Mitropa Cup – Semifinali – Gara di Ritorno
Torino – Campo Juventus di Corso Marsiglia
Domenica 10 Luglio 1932
JUVENTUS-SLAVIA PRAGA 2-0
Marcatori: 15′ Cesarini, 41′ rigore Orsi

Juventus: Combi, Rosetta, Caligaris, Varglilen M., Monti Lu., Bertolini, Sernagiotto, Cesarini, Vecchina, Ferrari G., Orsi
Allenatore: Carlo Carcano

Slavia Praga: Planicka, Zenisek, Fiala, Vodicka, Cambal, Cernicki, Junek, Svoboda, Sobotka, Kopecky, Puc
Allenatore: Josef Sloup

Arbitro: Miesz (Austria)


Grande affermazione juventina nella Coppa Europa 

Lo Slavia, battuto da due goals, rinuncia al combattimento abbandonando il campo all’inizio della ripresa. L’incontro ha richiamato sugli spalti del campo di Corso Marsiglia una folla da partita internazionale. Gremita la tribuna, gremite le gradinate del «parterre» e del posti popolari. V’era del malumore negli spettatori; gli incidenti che turbarono la partita di Praga, le violenze patite dai calciatori bianconeri sul terreno dello Slavia, le dimostrazioni ostili di quegli scalmanati che, invadendo il campo, tolsero alla gara di andata ogni regolarità, erano valse ad irritare il pubblico sportivo torinese che fece al bianco-rossi, al loro ingresso In campo, una sonora dimostrazione del proprio stato d’animo di logica ed energica reazione, accogliendo per contro i propril beniamini con un vibrante, interminabile applauso. L’incontro ebbe, quindi, inizio in un ambiente saturo di elettricità: e che anche fra i giocatori non corressero buoni rapporti si vide subito, quando Combi, capitano della squadra campione d’Italia, si rifiutò di stringere la mano a Jenisek, capitano dell’undici ceco. L’offensiva del campioni Combi ha la scelta del campo e sceglie di giocare con il favore del sole. 

L’arbitro, il viennese Mletz, allinea le squadre nelle formazioni dell’incontro di andata, e cioè: 

Juventus: Combl; Rosetta, Caligaris; Vargllen, Monti, Bertolini; Sernagiotto, Cesarinl, Vecchina, Ferrari, Orsi. 

S. K. Slavia: Planitka; Jenisek, Fiala; Vodicka, Cambal, Cernicky; Junek, Svoboda, Sobotka, Kopetzky, Puc. 

La palla è ai cechi, che appena abbozzano un tentativo di avanzata. L’azione del bianco-rossi è subito interrotta dal torinesi, i quali assumono con autorità e risolutezza il comando del gioco. Non è passato che un minuto e-già i difensori dello Slavia, in seguito ad un calcio di punizione battuto da circa metà campo contro la loro porta, debbono salvare In corner. Il calcio d’angolo provoca una intricata mischia avantl a Planitka ma il pericolo viene sventato. Il gioco è, sin da queste fasi iniziali, oltremodo affannoso, poiché v’è nei torinesi l’orgasmo di diminuire al più presto il forte svantaggio di punti e nel cechi la ferma Intenzione di resistere con qualunque mezzo alla pressione minacciosa del campioni d’Italia. SI ha, quindi, una serie di falli causati, oltre che dalla precipitazione, anche dalla ruggine lasciata nel contendenti dalla partita di Praga. La folla prende parte al duro combattimento incitando a gran voce i blanco-neri e sottolineando con salve di fischi le irregolarità del cechi. L’arbitro ha, quindi, tutto il suo da fare per tenere l’incontro sul binari della regolarità e vi riesce spezzettando ai continuo il gioco e concedendo alle due squadre punizioni su punizioni. Al 4.o la Slavia scende por la prima volta minacciosamente in area-torinese grazie ad una combinazione di gioco incauta fra Sobotka, Svoboda e Junek. La Juventus sventa la corner, che non sorte esito. L’iniziativa torna immediatamente ad essere del nostri campioni: Caligaris e Rosetta si spingono fin quasi a metà campo, mentre la mediana è a ridosso dell’attacco, che lotta direttamente con l’estremo trio del bianconeri. Si susseguono puntate offensive di Orsi, che ha voluto assolutamente giocare pur soffrendo ancora per il duro colpo ricevuto, al ginocchio destro da Vodicka nel corso del drammatico match di mecoledì scorso; tentativi di sfondamento di Vecchina, guardato a vista da Jenisek, rapide fughe di Sernagiotto, spunti individuali degli interni, rabbiosi quelli di Cesarini, più ordinati quelli di Ferrari, che appare l’uomo più calmo del quintetto. Alle spalle di questa prima Iinea, che cerca disperatamente ‘la via del goal, é pronta la mediana, che stronca sul nascere ogni accenno di controffensiva cecoslovacca. Bertolini ha iniziato l’incontro con la sicurezza del grande campione, Monti è il perno sul quale la squadra basa la sua offensiva, Vargllen, veloce ed Impavido, giunge sino ad inserirsi fra gli attaccanti recando loro il pallone In’ linea. L’assedio alla porta di Planitka maturano, così occasioni magnifiche per segnare e il punto non viene; oltre che per la valentia di Planitka e per la sfortuna che sembra voler perseguitare i torinesi, anche perchè più di un attacco si frange nel momento conclusivo, per il troppo organismo. E’ a Vecchina che al presenta la prima bella occasione per battere l’estremo difensore bianco-rosso, ma il tiro del centro attaccante torinese è troppo precipitoso o manda la palla a rimbalzare contro la cancellata di fondo. 

Il ritmo delle azioni non scema e l’incontro conserva la fisionomia Iniziale: pressione juventina e strenua resistenza ceca. Aumentano, però, i falli, si che Mletz interrompe pressoché di continuo il giuoco. Al 9.o lo Slavia è nuovamente in corner: anche questa volta Planitka, che nel tiri d’angolo sa piazzarsi con esattezza, blocca e respinge. Ormai lo Slavia è costretto a battersi nella sua area e non riesce a capovolgere la situazione. Cesarini, che lotta con estrema energia, smista a Monti, sopraggiungente In corsa, uu pallone che pare destinato a violare la rete boema. Il tiro del centro sostegno juventino è bensì fortissimo, ma Planitka, con un tuffo felino, riesce an cora a deviarlo. Lo Slavia, asserragliato nella propria aera, libera alla meglio. Jenisek e Fiala, atleti poderosi e colpitori decisi, allontanano la palla con lunghi rilanci, cercando di rifornire direttamente i propri avanti, dei quali non sono rimasti in posizione avanzata che Junek Sobotka e Puc. E’ appunto Junek che si fa cogliere fuori gioco in una delle raro controffensive dello Slavia. Al 14o Orsi fugge con la palla, scavalca Vodicka, evita astutamente Jenizek e, giunto proprio al limite del campo, centra a Vecchina che, libero avanti a Planitka, indugia nel tiro, permettendo a Fiala di giungere precipitosamente e di rinviare a metà campo. Cesarini segna L’azione prelude al primo goal juventino, che è finalmente ottenuto al 15.0 da Cesarinl. E’ Sernagiotto che fornisce il pallone al biondo « inside » e questi fulmina in rete imparabilmente, rendendo vano l’estremo tentativo di parata di Planitka. E’ il primo… passo verso quella clamorosa vittoria che la Juventus si è prefissa di ottenere per cancellare il grave ed immeritato punteggio di Praga. Mentre i cechi nanno un gesto di dispetto, i bianconeri si serrano attorno al loro compagno, autore del magnifico punto, e lo abbracciano e lo baciano. La folla dal canto suo esplode in un urlo di gioia e gli applausi scrosciano ancora quando il gioco riprende. 

La Juventus è ormai lanciata. Non è trascorso ancora un minuto dal goal di Cesarinl e lo Slavia è costretto ancora in corner. Jenizelc sventa u attacco ceco si stende finalmente all’offensiva. Entrano in scena, allora, e con autorità Combl. Rosetta, Caligaris e Bertolini, il quale nel momenti di pericolo arretra sin quasi a porsi in linea con i terzini. Al 19.o Mietz decreta una punizione contro i torinesi dal limitare dell’area di rigore: si schiera avanti a Combi un gruppo di compagni a copertura della porta e Svoboda, che sferra il tiro, manda la palla alta sul palo a fermarsi sulla muraglia di spettatori. La minaccia resta per qualche minuto in area juventina e Combi para di pugno una successiva punizione e blocca quindi con sicurezza un tiro violento di Sobotka. Al 23.0 l’attacco ceco svolge in Uiea la tua migliore azione, sorpassando con abili passaggi mediani e terzini blanco-nerl: è Kopetzky che conclude sbagliando nettamente il bersaglio e fallendo l’occasione migliore per conquistare il pareggio alla tua squadra. 

La Juventus reagisco con decisione. Come sospinta dagli incessanti» incitamenti della folla, torna all’offensiva, più che mal ansiosa di segnare. S’allea ai cechi la fortuna. Infatti, su punizione battuta da Cesarinl, Ferrari devia in porta di testa, fuori della portata di Planitka ed il caso vuole che la palla, battendo sotto la traversa, rimbalzi m campo senza che alcuno dei bianco-neri, portatisi sin presso la porta nel seguire l’azione, riesca a toccarla ed a indirizzarla in rete. Ancora Ferrari raccoglie un centro di Rosetta e ancora il portiere arresta in tuffo. Poi al 27.o Orsi fugge e centra lungo a Sernagiotto che, caricato da Fiala, rotola a terra. Invano la folla reclama la punizione: Mlez fa ampi segni di diniego ed il gioco continua. 

Al 28.o Vecchina, irrompendo nell’area boema, si scontra con Fiala; il bianco-rosso resta a terra stordito e, dopo di aver lasciato il campo per qualche minuto, riprende il suo posto di combattimento. Subito dopo è Vecchina che abbisogna di cure per aver ricevuto un duro colpo nel tentativo di caricare Planitka. Si gioca sempre nella metà campo dello Slavia ed è Jenisek che tronca una discesa di Orsi inviando In corner. L’incontro si fa vieppiù appassionante per il serrate duello fra l’attacco bianco-nero e la difesa boema che non Indugia a valersi di grando decisione per spazzare la propria area. Mietz, dal canto suo, è implacabile nel decretare punizioni su punizioni. In una di queste Monti spara a lato del montante destro. Il secondo goal e l’inatteso epilogo Si susseguono le occasioni che gli attaccanti juventini non sfruttano. Orsi, magnifico di volontà o di ardire, lascia ancora sul posto i suoi diretti avversari per passare poi a Ferrari, che, a pochi passi dalla porta, anziché calciare, eseguisce una finta per lasciare la palla a Cesarmi e Vecchina che sopraggglungono in corsa. Succede che l’azione si ingarbuglia e Fiala spazza a lato. Seguono tiri di Vecchina, Cesarinl ed Orsi, che fanno sperare nel conseguimento del secondo punto. Planitka può, invece intervenire. 

Il successo si ha al 40.o, dopo che Orsi ha battuto l’ennesimo calcio di angolo. Quando la palla spiove al centro, alcuni giocatori rotolano a terra e la palla è nettamente arrestata con le mani da un difensore bianco-rosso. La folla prorompe In un grande urlo, che aumenta di intensità quando l’arbitro indica il punto bianco del «penalty». S’avanza Orsi a battere la punizione e la palla s’insacca violentemente In reto, calciata magistralmente. II tempo termina con la Juventus sempre all’offensiva. Quando la- ripresa s’inizia, Planitka prima ancora di essere impegnato da. gli attaccanti bianco-neri, s’accascia a terra. E’ prontamente soccorso dai compagni di squadra e trasportato negli spogliatoi. La folla, sorpresa; non sa rendersi conto dell’accaduto. Ad uno ad uno i calciatori dello Slavia imboccano il sottopassaggio. Resta sul campo la sola squadra della Juventus. Si attende a lungo che i cechi rientrino e l’arbitro, viste Inutili lo insistenze per far riprendere il guloco, decreta la vittoria del campioni d’Italia. I torinesi tornano a schierarsi al centro del campo e salutano romanamente fra le generali acclamazioni. 

Il pubblico tarda a sfollare, quasi dubbioso dell’Imprevisto epilogo della partita. Infine lascia il campo commentando l’accaduto e lieto per il successo del bianco-neri, successo che se non ha potuto assumere le proporzioni meritate per la chiara superiorità dimostrata, è valso esaurientemente a riscattare la sconfitta di Praga. Nella tribuna d’onore hanno assistito all’incontro il Podestà, il Prefetto, 11 Questore, il senatore Agnelli, avv. Edoardo Agnelli, presidente della Juventus, il vice-segretario federale conte Ing. Orsi, il console generale Mazza. II Console cecoslovacco e, per la F.I.G.C. Luigi Cavallero. 


Renato
Renato Cesarini

giampiero
Giampiero Combi

giovanni
Giovanni Vecchina


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