10 Novembre 1985: Juventus – Roma

É il 10 Novembre 1985 e Juventus e Roma si sfidano nella decima giornata del girone di andata del Campionato di Calcio di Serie A 1985-86 allo Stadio ‘Comunale’ di Torino.

La Juventus si appresta a vincere il suo ventiduesimo tricolore con una squadra che sta vivendo sugl’ultimi spiccoli di splendore di ‘LeRoi’ Michel Platini. Allenati da Giovanni Trapattoni (al suo ultimo campionato alla Juve prima di trasferirsi all’Inter) i bianconeri mettono a distanza proprio la Roma di Sven Goran Eriksson vincendo ‘in volata’ lo Scudetto. I Giallorossi saranno protagonisti tanto di una rimonta insperata quanto di una rovinosa caduta nella penultima gara di campionato in casa contro la gia retrocesso Lecce.

Buona Visione! 


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Stagione 1985-1986 – Campionato di Serie A – 10 andata
Torino – Stadio Comunale
Domenica 10 novembre 1985 ore 14.30
JUVENTUS-ROMA 3-1
MARCATORI: Mauro 10, Pruzzo rigore 37, Laudrup 58, Serena A. 70

JUVENTUS: Tacconi, Favero, Cabrini, Bonini, Pioli, Scirea, Mauro (Bonetti I. 84), Manfredonia, Serena A., Platini, Laudrup
Allenatore: Giovanni Trapattoni

ROMA: Tancredi, Oddi, Bonetti D., Boniek, Nela, Righetti, Conti, Gerolin, Pruzzo, Ancelotti, Graziani
Allenatore: Sven Goran Eriksson

ARBITRO: Lo Bello R.



«Vittoria normale» per i bianconeri, mentre i giallorossi accettano la sconfitta e fanno autocritica 
Trap: «La risposta che mi attendevo» 
Serena «Mi mancava un gol cosi» 
Boniek: «Noi ingenui ma loro troppo forti» 

TORINO — A partita finita succede di tutto, grida, urli, cariche, i tifosi beceri che vorrebbero mettere in atto qualsiasi tragedia: ma l’allenatore della Juventus sembra — ed è — estraneo a tutto questo. Si dice sempre che bisognerebbe svelenire le partite, ed ecco che Giovanni Trapattoni lo fa con naturalezza: 

“Si è vista una buona partita, mi pare. Penso che Roma e Juventus abbiano divertito il pubblico”. 

Hanno divertito anche lei? 

«Diciamo che la prestazione dei miei giocatori è stata positiva, e questa è l’unica cosa che mi riguarda. Era una partita per noi molto importante dopo il mereoledì di Coppa: la Juventus è stata all’altezza della situazione». 

La Juventus ha vinto con sorprendente disinvoltura. Quale aspetto le è piaciuto di più? 

«Direi che bisogna sottolineare un particolare che io giudico molto importante: sono contento del tipo di risposta che mi hanno dato i giocatori. Con il campionato torniamo ad essere liberi e sbloccati: siamo, insomma, quelli che eravamo all’inizio». 

D’altra parte non sembra che abbiate avuto problemi, vi siete mossi sempre con autorltà… 

« Torno al mercoledì di Coppa e dico che i miei ragazzi ci tenevano molto alia qualificazione. Ci sono riusciti, ma era importante vedere come avrebbero risposto al campionato: una risposta eccezionale, ecco perché sono particolarmente soddisfatto”. 

Risposta positiva dal campionato, ammesso che qualcosa non funzionasse al massimo. Adesso le cose vanno nuovamente nel migliore del modi. 

«Noi andiamo avanti per la nostra strada. Ripeto che non mi interessa tanto il risultato quanto il tipo di risposta che mi hanno dato i miei giocatori: ho visto gente piena di entusiasmo” 

Platini? «Abbiamo rivisto il Platini che conosciamo: ha ripreso quella fiducia che ha sempre avuto da me, in particolare all’inizio del campionato. Comunque, direi che oggi possiamo essere soddisfatti del tipo di spinta che ha la Juventus. Inoltre, non dimentichiamo che abbiamo guadagnato un punto in classifica E ricordiamo anche che il secondo tempo di oggi ha dimostrato la bontà della nostra condizione. La Juventus è tornata quella che era». 

BEPPE BRACCO 

L’uno-due di Aldo Serena, con il colpo di tacco della terza rete bianconera, è riuscito anche ieri a far passare in secondo piano il primo acuto in campionato di Massimo Mauro ed il ritorno al gol di Michael Laudrup. E’ proprio la sua stagione: ha raggiunto Rummenigge in testa alla classifica dei cannonieri del torneo, ha segnato come Bettega dieci anni fa a Milano. E come Bettega ha dimostrato di essere forte non solo dalla cintola in giù e con la cìntola (vedi gol nel derby) ma anche nei colpi più imprevedibili, il tacco appunto, finezza che fino a ieri non sembrava poter far parte del suo repertorio. 

«Mi mancava una rete di questo tipo — spiega Aldo negli spogliatoi — non l’avevo mai segnata. Potevo deviare il pallone di piatto, è stato un gesto istintivo. Poco prima ho avuto un’altra occasione, ma qualcuno mi ha allungato la sfera da dietro facendomi perdere il tempo utile per battere Tancredi.». 

“Trapattoni ci aveva chiesto di accentuare questo tipo di scambi davanti all’area, pensiamo di averlo accontentato”. 

Parla al plurale Laudrup, come Serena aveva fatto nel ringraziare Mauro per lo splendido assist sul suo gol. L’ex udinese ha lasciato in anticipo gli spogliatoi, non sappiamo cosi come ha reagito per il primo gol in maglia bianconera. 

Senz’altro felici sono Platini e Manfredonia. Il primo ha avuto degli splendidi spunti, ha offerto la palla gol a Mauro e ha scodellato all’ala il pallone da cui è scaturita la rete di Serena. Come Laudrup, che mercoledì affronterà Brady in Eire-Danlmarca, partita importantissima non per la qualificazione ma per ottenere «punteggi» in vista della composizione dei gironi del campionato europeo, Platini sarà domani sera in ritiro con i francesi che devono giocare sabato contro la Jugoslavia. 

«Mi fa piacere che Trapattoni sia contento della mia partita — dice l’asso francese — anch’io sono felice per me: del resto non so se gioco bene o no, io gioco come so. Con Boniek non ho parlato, non ci parlavamo quando stavamo insieme, avremmo dovuto parlarci adesso che lui non è più bianconero? A parte gli scherzi, naturalmente il polacco è stato il migliore della Roma: ma non ha vinto Piatini su Boniek, è la Juve ad aver battuto i giallorossi. Francia-Jugoslavia? Forse parlo io di Polonia-Italia? Perché volete sapere della nazionale francese?». 

E si siede su una poltroncina, per aspettare Boniek, che puntualmente arriva poco dopo. Un abbraccio e i due escono insieme, e insieme vanno a cena, per trascorrere alcune ore in relax parlando magari di Francia-Jugoslavia e di Polonia-Italia prima ancora e più ancora del campionato. 

Manfredonia: 

«Ci tenevo a questa gara. Sono felice perché abbliamo battuto una grande Roma, non perché da ex laziale ho vinto con la Roma, quello è il passato. Adesso posso solo constatare che questo successo è il terzo su quattro grandi squadre incontrate, abbiamo smentito chi ci voleva forti sólo con le formazioni meno accreditate. Fra quindici giorni giocheremo a Milano con l’Inter partendo da una posizione comoda, ma ci batteremo per vincere, statene certi, perché cinque punti di vantaggio per noi non significano ancora nulla”. 

C’è ancora tempo per registrare questa bella frase di Cabrini: 

«Ho colpito con la mano il cross di Conti che ha provocato il rigore. Al massimo si può discutere sulla volontarietà, ma il mio parere non ha alcun valore, ritengo valida soltanto la decisione dell’arbitro che, ricordiamolo, ha pochi secondi a disposizione per fischiare o meno. Non alimentiaìno polemiche”.

FRANCO BADOLATO &
BEPPE BRACCO 
tratto da: La Stampa 11 novembre 1985


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