11 Gennaio 1987: Brescia – Juventus

É l 11 Gennaio 1987 Brescia Juventus  si sfidano nella quindicesima giornata del girone di andata del Campionato Italiano di Calcio Serie A 1986-87 allo Stadio ‘ Mario Rigamonti ‘ di Brescia.

La Juventus é Campione d’Italia in carica mentre il Brescia annaspa nelle posizioni di retrovia. A fine campionato i bianconeri piemontesi saranno secondi dietro al Napoli (per la prima volta scudettato) mentre i lombardi finiranno al terz’ultimo posto e dovranno salutare la Serie A.

Buona Visione! 


brescia

 

Stagione 1986-1987 – Campionato di Serie A – 15 andata
Brescia – Stadio Mario Rigamonti
Domenica 11 gennaio 1987 ore 14.30

BRESCIA-JUVENTUS 0-0

BRESCIA: Aliboni, Giorgi, Branco, Argentesi, Chiodini, Gentilini, Occhipinti, Bonometti, Turchetta (Ceramicola 77), Beccalossi, Gritti (De Martino 88)
Allenatore: Bruno Giorgi

JUVENTUS: Tacconi, Favero, Cabrini, Bonini, Brio, Scirea, Mauro (Bonetti I. 67), Manfredonia, Serena A., Platini, Laudrup
Allenatore: Rino Marchesi

ARBITRO: Agnolin L.



Convincente prova dei bianconeri che a Brescia hanno ritrovato condizione e gioco
La Juve manda a dire che c’è
Una traversa di Laudrup, un palo di Serena e un gol annullato a Brio 
Confortante, su un terreno impossibile, soprattutto la prova di Platini 
Pochi rischi per Tacconi

BRESCIA La Juventus non ha vinto, ma ha convinto. Sulla neve di Brescia, la squadra di Marchesi e andata in bianco, colpendo, però, una traversa con Laudrup nel primo tempo, un palo con Serena nella ripresa, e vedendosi annullare da Agnolin una rete di testa di Brio per un presunto fallo del gigante su Chiodini. Il Brescia ha all’attivo soltanto una palla-gol capitata, nella seconda frazione, sul sinistro di Branco, che ha centrato in pieno Tacconi, e un’insidiosa punizione di Turchetta, respinta dal portiere bianconero.

Se sul piano aritmetico la Juventus, che chiude al terzo posto, in piena salute, questo tormentatissimo girone d’andata, ha perso un punto, sotto il profilo del gioco ha ritrovato Michel Platini e questo è uno degli aspetti piu confortanti di questa partita disputata in condizioni quasi proibitive, ma che non ha mancato di tenere con il finto sospeso la folla.

Malgrado il campo ridotto a patinoire (Il manto nevoso aumentava con il trascorrere del tempo), il fuoriclasse francese ha dimostrato di essere in progresso atletico e di saper ancora azionare magistralmente il suo destro che, sino a un anno fa, era considerato il più forte del mondo, anche se su punizione non riesce ad andare a bersaglio da più di un anno (ieri ci ha provato tre volte senza successo) e se ha sbagliato di un soffio il matchball nel finale.

Platini s’è impegnato con grande dedizione a beneficio della squadra, pur avendo alle costole il dinamico Occhipinti, elemento capace di giostrare a tutto campo e d’inserirsi in zona-tiro con profitto. Platini, insomma, vicino alla miglior condizione, ma tutto il complesso sembra aver raggiunto un rendimento che offre garanzie in prospettiva.

Era la continuità a far difetto ai campioni d’Italia, ma con il ripristino della formazione-tipo e con l’impiego part-time del rincalzi di lusso (ieri è toccato all’ex bresciano Bonetti, che ha dato vivacita alle ultime offensive e che sara ancora molto utile), certe carenze vanno scomparendo.

In casa, il Brescia ha perso solo con Napoli e Sampdoria e non è certo avversaria di comodo. Il terreno infido ha frenato la velocità dei lombardi, ma ha anche ridotto il gap di classe in favore della Juventus.

Ispirata da Platini, puntellata da Manfredonia su Beccalossi (sempre in grado di piazzare l’assist gol) e da Bonini su Branco (lotta continua tra il sanmarinese, l’unico ammonito, e il brasiliano, che ha fatto conoscenza con la neve senza grossi problemi), la Juventus ha tenuto a lungo il comando del centrocampo dove anche Cabrini reggeva validamente sull’out sinistro e Mauro cercava, sul versante opposto, di rifornire cross utili a Serena e Laudrup.

Il danese, campione di slalom, aveva la sciolina glusta sotto i tacchetti quando al 10′ da fuori area di controbalzo scuoteva la traversa, a portiere battuto, con un violento drop sinistro. Una vera prodezza, vanificata dal legni della porta, che avrebbe sbloccato il risultato e galvanizzato il biondo Michael.

Sullo scampato pericolo, il Brescia ha reagito, procurando qualche brivido a Tacconi.

La Juventus ha di nuovo minacciato Aliboni allo scadere con un destro ravvicinato di Platini, intercettato da Beccalossi. Il pallone, di colore rosso, si è addirittura sgonfiato ed è stato cambiato.

Nel secondo round, il Brescia ha pigiato sull’acceleratore, tentando l’aggiramento con Branco, visto che Gritti e Turchetta erano costantemente anticipati da Brio e Favero con il bravo Scirea sempre pronto chiudere i varchi e a liberare l’area a… spazzaneve. Branco, il puffo sudamericano, splendidamente servito da un lungo lancio di Chiodini (46′) che ha scavalcato Bonini, ha tirato al volo in bocca a Tacconi, che ha respinto.

La sfuriata del Brescia non lasciava il segno. La Juventus tornava a macinare gioco con Mauro, Platini e Laudrup, che al 51′ armava il destro, il piede meno felice di Serena. Pronto, ma impreciso il tiro del centravanti che accarezzava l’esterno del montante sulla sinistra di Aliboni.

Era un buon momento per il Brescia e Marchesi restituiva freschezza alla Juventus inserendo Bonetti ai posto di Mauro, affaticato dal gran lavoro di spola (68′). E proprio Bonetti, al 75, su un’azione susseguente ad un calcio di punizione di Platini, respinto dalla barriera, scodellava sotto porta un bel cross per Brio che di testa insaccava. Agnolin fischiava e non convalidava il gol perché Brio si sarebbe appoggiato a Chiodini. Inutill le proteste del juventini.

Con rabbia in corpo la Juventus raccoglieva la residue energie e nel forcing conclusivo, a 4 minuti dal termine, mancava di poco i gol vincente con un diagonale che passava ad una spanna dal palo.

Bruno Bernardi
tratto da: La Stampa 12 gennaio 1987




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