É l’ 11 Novembre 2000 e Juventus e Lazio si sfidano nella sesta Giornata del Girone di Andata del Campionato di Calcio di Serie A 2000-01 allo Stadio ‘Delle Alpi’ di Torino.
La Juventus guidata in panchina da Carlo Ancelotti sta sfidando la Roma di Fabio Capello per la conquista dello Scudetto. Alla fine però sará solo un amarissimo secondo posto per i bianconeri. Dall’altre parte c’é un Lazio che é Campione d’Italia in carica e storicamente é nel suo periodo piú florido.
Buona Visione!
Stagione 2000-2001 – Campionato di Serie A – 6 andata
Torino – Stadio Delle Alpi
Sabato 11 novembre 2000 ore 20:30
JUVENTUS-LAZIO 1-1
MARCATORI: Tudor 22, Salas 29
JUVENTUS: Van der Sar, Ferrara C., Tudor, Iuliano (Montero 57), Conte A., Tacchinardi, Davids, Pessotto G. (Zambrotta 73), Zidane, Trezeguet (Inzaghi 58), Del Piero
Allenatore: Carlo Ancelotti
LAZIO: Peruzzi, Pancaro, Nesta, Mihajlovic, Favalli, Baggio D., Veron, Simeone (Lombardo 72), Nedved, Salas (Ravanelli 88), Crespo (Inzaghi S. 73)
Allenatore: Sven Goran Eriksson
ARBITRO: Braschi
L’Avvocato: «lo credo nel futuro »
«Quel che fa male è il brutto gioco, non le contestazioni»TORINO Essendo in corso un processo a Van der Sar, il portiere della Juventus si è riservato, ieri sera, il diritto di non parare. Gioco di parole? Beh, il gioco meno brutto della serata nei riguardi del fenicottero che in effetti non ha parato in occasione dell’unico tiro che la Lazio ha effettuato in tutto un tempo.
Spingendo il gioco di parole, si può far notare che l’imputato Van der Sar ieri sera non ha esercitato un altro suo diritto: quello di parare soltanto in presenza del suo avvocato. Fra l’altro di avvocati in qualche modo suoi ne aveva due, 1 allo stadio: quello con la maiuscola e quello che è presidente della Juventus, Agnelli e Chiusano. Sempre nell’angoscioso primo tempo, è accaduto ad un certo punto che un difensore della Juventus avesse fra i piedi una palla di quelle che si devono passare al portiere. E che il difensore invece di fare la mossa logica preferisse sbattere fuori il pallone, come se l’idea di fare intervenire l’olandese lo terrorizzasse. E che la gente ridesse.
Van der Sar, oh Van der Sar! Grande esercizio di cori vasti, benissimo scanditi, intorno anzi addosso a lui, alcuni ironici davvero, altri soltanto cattivi. Lui a metterci molto di suo per attizzare i cori stessi quando si spegnevano un po’. Raramente abbiamo assistito ad un simile «jeu de massacre». Sarebbe interessante parlarne con l’Avvocato, che arrivato allo stadio aveva saputo di Inzaghi in panchina e aveva detto «mi dispiace», frase su cui si scatenava una ridda di interpretazioni. Chiamato anche a manifestare la sua fiducia in una reazione bianconera, aveva detto un «mi aspetto una bella partita», da innamorato dello sport. A fine gara ha commentato:
«E’ proprio nei momenti difficili che bisogna credere nel futuro: e io ci credo. Nel primo tempo potevamo vincere tre a zero. Ho visto un bel gioco e quello che fa male non sono le contestazioni, è quando si gioca male».
L’Avvocato è sceso fra i due tempi nello spogliatoio, come usa ogni tante, non sempre. Il Van der Sar della ripresa è stato più torturato ancora dai tifosi, ma ci è parso leggermente meno insicuro di sé che nei primi 45′. Possibile ipotizzare un Agnelli medico suo a parole? O almeno infermiere? La questione Van der Sar a questo punto ha comunque bisogno di chirurgia. A meno che si vogliano incrementare le attività canore popolari: ma ieri la gente della curva Scirea ad un certo punto si è persino stancata di cantare le cosacce portieresche ed ha lasciato la gradinata, prima con sgomberi simbolici, a evidenziare placche vuote dimostrative di disamore, poi proprio con un esodo che in fondo ha risparmiato ai bianconeri, e specie a Van der Sar, i cori che forse lo spartito o meglio il libretto conteneva ancora.
Gian Paolo Ormezzano
tratto da: La Stampa 12 Novembre 2000