É il 12 Gennaio 1975 e Juventus e Ternana si sfidano nella dodicesima giornata del Girone di Andata del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1974-75 allo Stadio Comunale di Torino.
La Juve é guidata in panchina da Carlo Parola e si appresta a vincere il suo sedicesimo scudetto. Dall’altra parte c’é la Ternana che allenata da Enzo Riccomini non riuscirá ad evitare una retrocessione in Serie B che a molti sembrava inevitabile.
Buona Visione!
Campionato di Serie A 1974-1975 – 13 andata
Torino – Stadio Comunale
Domenica 12 gennaio 1975
JUVENTUS-TERNANA 2-0
MARCATORI: Damiani rigore 33, Causio 80
JUVENTUS: Zoff, Cuccureddu, Longobucco, Furino, Gentile, Scirea, Damiani, Causio, Anastasi, Capello F., Bettega
Allenatore: Carlo Parola
TERNANA: Nardin, Biagini, Masiello, Benatti, Rosa, Platto, Panizza, Valà (Garritano 46), Petrini, Crivelli, Donati
Allenatore: Enzo Riccomini
ARBITRO: Prati
A Bettega tanti elogi
“E’ un grande giocatore” dice Causio
Roberto commenta : ” Ci serviva soprattutto che Desolati segnasse quel rigore ” L’incontro con la Ternana si è appena concluso, dice Causio ai cronisti:
« Peccato che non abbia segnato Bettega, lo meritava veramente. E’ un grande giocatore, qualche volta è sfortunato. Se Roberto riuscirà a trovare il gol sarà tutta un’altra musica».
Piovono elogi sinceri per la magnifica prestazione dell’attaccante. Parola ripete concetti espressi tempo fa da Cestmir Vycpalek. A Bettega va senza dubbio un trenta e lode, oggi. Non ha risentito della sconfitta dell’Olimpico, dell’antipatico episodio d’una settimana fa con Chinaglia. Parola, prima che l’Incontro avesse inizio, gli aveva detto:
« Giocherai di punta, dobbiamo vincere ».
Roberto dunque è tornato all’antico: ha abbandonato la posizione arretrata, il ruolo di centrocampista, per proiettarsi in area su ogni pallone con la grinta dei vecchi tempi. Gli ordini precisi del trainer sono stati eseguiti dal bianconero alla perfezione, il successo va in gran parte attribuito alla sua prova.
Bobby ha sfoderato un repertorio favoloso: vivace in ogni azione ha soltanto il rammarico d’aver trovato sulla sua strada Nardin. Il portiere degli ospiti ha compiuto miracoli sulle sue prodezze. Inutile chiedere a Bettega se si ritiene soddisfatto, la felicità sprizza dal viso. Bettega però avrebbe rinunciato volentieri alla festa personale in cambio d’un successo della Fiorentina sulla Lazio. Dice infatti:
“Avrei preferito forse fare cilecca ed avere dalla radio altre notizie. Oggi non sarebbe stato importante un mio gol, ma uno di Desolati. Peccato che abbia fallito quel rigore”.
La delusione per la mancata vittoria della Fiorentina sulla Lazio è comunque contenuta.
« I fatti — dice ancora l’attaccante — ci danno ragione. Il calendario era favorevole alla Juve, abbiamo ristabilito le distanze, io ho provato a fare un po’ di tutto: ho cercato la conclusione, ho aiutato i miei compagni. Preferisco che un giudizio venga dato da voi ».
Bettega parla pacatamente, con una naturale gentilezza di modi. La modestia lo rende simpatico. Eclettico e disinvolto in campo è capace di « legare » qualità professionali ed umane senza una minima stonatura. Il suo comportamento rispecchia il clima idilliaco che si respira nello stanzone dei bianconeri. Parola ha voglia di parlare, sorride e scherza con tutti. Con voce roca l’allenatore giudica l’andamento del match:
« Tutto è andato come avevo previsto. La Ternana giustamente ha cercato di difendersi, noi potevamo segnare qualche rete In più. Non dimentichiamo comunque che Gentile è stato costretto a giocare per quasi tutta la gara con una distorsione alla caviglia sinistra ».
Il tecnico poi analizza II pareggio della Lazio a Firenze:
« Un risultato che tutto sommato mi sta bene. Ero convinti che la squadra di Maestrelli riuscisse a vincere confermando la tradizione favorevole. Abbiamo guadagnato un punto in classifica, non possiamo proprio lamentarci ».
Negli spogliatoi non c’è Boniperti. Il presidente ha lasciato la tribuna d’onore quando la Juventus conduceva ancora per uno a zero. Il boato della folla al gol di Causio lo ha obbligato ad un rapido dietro-front. Raggiante ha alzato le braccia.
« La Juve — ha detto Boniperti — mi è parsa in ripresa. Certo che dovrebbe concretizzare di più, con la mole di gioco che crea ».
I protagonisti fanno intendere la importanza dì questo successo. Una affermazione che allontana l’amarezza per il passo falso con la Lazio, che permette alla squadra d’avvicinarsi alla conclusione del girone d’andata senza affanno.
Dice Zoff:
« Oggi abbiamo sprecato diverse occasioni, ma contava soltanto il risultato ».
Un po’ abbattuto appare Longobucco.
« Perché — dice il difensore — Il pubblico mi ha fischiato? I tifosi forse non si ricordavano che fino a metà settimana sono rimasto bloccato a letto dall’influenza ».
Ferruccio Cavaliere
tratto da: La Stampa 13 gennaio 1975
Campionato di Serie A 1974-1975 – 13 andata
Torino – Stadio Comunale
Domenica 12 gennaio 1975
JUVENTUS-TERNANA 2-0
MARCATORI: Damiani rigore 33, Causio 80
JUVENTUS: Zoff, Cuccureddu, Longobucco, Furino, Gentile, Scirea, Damiani, Causio, Anastasi, Capello F., Bettega
Allenatore: Carlo Parola
TERNANA: Nardin, Biagini, Masiello, Benatti, Rosa, Platto, Panizza, Valà (Garritano 46), Petrini, Crivelli, Donati
Allenatore: Enzo Riccomini
ARBITRO: Prati
A Bettega tanti elogi
“E’ un grande giocatore” dice Causio
Roberto commenta : ” Ci serviva soprattutto che Desolati segnasse quel rigore ”L’incontro con la Ternana si è appena concluso, dice Causio ai cronisti:
« Peccato che non abbia segnato Bettega, lo meritava veramente. E’ un grande giocatore, qualche volta è sfortunato. Se Roberto riuscirà a trovare il gol sarà tutta un’altra musica».
Piovono elogi sinceri per la magnifica prestazione dell’attaccante. Parola ripete concetti espressi tempo fa da Cestmir Vycpalek. A Bettega va senza dubbio un trenta e lode, oggi. Non ha risentito della sconfitta dell’Olimpico, dell’antipatico episodio d’una settimana fa con Chinaglia. Parola, prima che l’Incontro avesse inizio, gli aveva detto:
« Giocherai di punta, dobbiamo vincere ».
Roberto dunque è tornato all’antico: ha abbandonato la posizione arretrata, il ruolo di centrocampista, per proiettarsi in area su ogni pallone con la grinta dei vecchi tempi. Gli ordini precisi del trainer sono stati eseguiti dal bianconero alla perfezione, il successo va in gran parte attribuito alla sua prova.
Bobby ha sfoderato un repertorio favoloso: vivace in ogni azione ha soltanto il rammarico d’aver trovato sulla sua strada Nardin. Il portiere degli ospiti ha compiuto miracoli sulle sue prodezze. Inutile chiedere a Bettega se si ritiene soddisfatto, la felicità sprizza dal viso. Bettega però avrebbe rinunciato volentieri alla festa personale in cambio d’un successo della Fiorentina sulla Lazio. Dice infatti:
“Avrei preferito forse fare cilecca ed avere dalla radio altre notizie. Oggi non sarebbe stato importante un mio gol, ma uno di Desolati. Peccato che abbia fallito quel rigore”.
La delusione per la mancata vittoria della Fiorentina sulla Lazio è comunque contenuta.
« I fatti — dice ancora l’attaccante — ci danno ragione. Il calendario era favorevole alla Juve, abbiamo ristabilito le distanze, io ho provato a fare un po’ di tutto: ho cercato la conclusione, ho aiutato i miei compagni. Preferisco che un giudizio venga dato da voi ».
Bettega parla pacatamente, con una naturale gentilezza di modi. La modestia lo rende simpatico. Eclettico e disinvolto in campo è capace di « legare » qualità professionali ed umane senza una minima stonatura. Il suo comportamento rispecchia il clima idilliaco che si respira nello stanzone dei bianconeri. Parola ha voglia di parlare, sorride e scherza con tutti. Con voce roca l’allenatore giudica l’andamento del match:
« Tutto è andato come avevo previsto. La Ternana giustamente ha cercato di difendersi, noi potevamo segnare qualche rete In più. Non dimentichiamo comunque che Gentile è stato costretto a giocare per quasi tutta la gara con una distorsione alla caviglia sinistra ».
Il tecnico poi analizza II pareggio della Lazio a Firenze:
« Un risultato che tutto sommato mi sta bene. Ero convinti che la squadra di Maestrelli riuscisse a vincere confermando la tradizione favorevole. Abbiamo guadagnato un punto in classifica, non possiamo proprio lamentarci ».
Negli spogliatoi non c’è Boniperti. Il presidente ha lasciato la tribuna d’onore quando la Juventus conduceva ancora per uno a zero. Il boato della folla al gol di Causio lo ha obbligato ad un rapido dietro-front. Raggiante ha alzato le braccia.
« La Juve — ha detto Boniperti — mi è parsa in ripresa. Certo che dovrebbe concretizzare di più, con la mole di gioco che crea ».
I protagonisti fanno intendere la importanza dì questo successo. Una affermazione che allontana l’amarezza per il passo falso con la Lazio, che permette alla squadra d’avvicinarsi alla conclusione del girone d’andata senza affanno.
Dice Zoff:
« Oggi abbiamo sprecato diverse occasioni, ma contava soltanto il risultato ».
Un po’ abbattuto appare Longobucco.
« Perché — dice il difensore — Il pubblico mi ha fischiato? I tifosi forse non si ricordavano che fino a metà settimana sono rimasto bloccato a letto dall’influenza ».
Ferruccio Cavaliere
tratto da: La Stampa 13 gennaio 1975