É il 12 Gennaio 2014 e e Cagliari e Juventus si sfidano nella diciannovesima giornata del girone di andata del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 2013-14 allo ‘Juventus Stadium’ di Torino.
É una Juventus tutta record questa guidata in panchina dal ‘gladiatore‘ Antonio Conte. É la Juve dei 102 punti finali che strapazza tutti e conquista così il suo trentaduesimo scudetto. Pensate che l’Inter (fermatasi ad un onorevole quinto posto) finisce a ben quarantadue (42!) punti di distacco dalla squadra Campione d’Italia.
Buona Visione!
Stagione 2013-2014 – Campionato di Serie A – 19 andata
Cagliari – Stadio Sant’Elia
domenica 12 gennaio 2014 ore 15:00
CAGLIARI-JUVENTUS 1-4
MARCATORI: Pinilla 21, Llorente 31, Marchisio C. 73, Llorente 76, Lichtsteiner 80
CAGLIARI (4-3-1-2): Adan, Pisano (Cabrera 77), Rossettini, Astori, Murru, Dessena, Conti D., Ekdal (Perico 82), Cossu, Sau (Ibarbo 65), Pinilla
A disposizione: Avramov, Del Fabro, Masia, Ibraimi
Allenatore: Diego Lopez
JUVENTUS (3-5-2): Buffon, Caceres, Bonucci, Chiellini, Lichtsteiner, Vidal (Padoin 83), Pirlo (Marchisio C. 66), Pogba, Asamoah, Tevez (Giovinco S. 82), Llorente
A disposizione: Storari, Rubinho, Ogbonna, Peluso, Pepe, Quagliarella, Vucinic
Allenatore: Antonio Conte
ARBITRO: Guida
AMMONIZIONI: Caceres 22 (Juventus); Cossu 55, Dessena 80 (Cagliari)
ESPULSIONI: Pinilla 87 (Cagliari)
Contro gli orgogliosi rossoblù, per primi in gol con Pinilla – poi espulso – la capolista trema, ma dopo 70′ cambia passo. Segna Llorente (per lui doppietta), poi Marchisio mette ko gli isolani ed arriva la goleada con Lichtsteiner
CAGLIARI – C’è una partita che dura 70′. Poi ne comincia un’altra. La prima finisce pari, ma ai punti, il Cagliari si fa preferire. La seconda è invece a senso unico: dominata dall’ospite, cinico e spietato. La differenza – quella che spinge la Juventus al primato assoluto di vittorie consecutive, undici, e ferma la serie positiva del Cagliari – la fanno prima i portieri (Buffon compie un miracolo, Adan è più “terreno”) e poi le panchine. Marchisio rientra dopo tanto tempo e segna un gol di importanza capitale. Lopez con Ibarbo smarrisce la qualità avuta da Sau.
Sotto gli occhi (interessati: Astori e Marchisio?) del manager del Manchester United Moyes, al Sant’Elia va in scena un match emozionante. Il primo tempo degli isolani è esemplare. Tutti dietro la palla quando la Juve spinge, la squadra di Lopez si apre a ventaglio nel ripartire, bravi gli avanti a stringere gli spazi per aiutare il centrocampo nel fraseggio corto che elude il pressing bianconero; bravi gli esterni a farsi trovare pronti e larghi per sostenere la ripartenza con la dinamica. E poi c’è Pinilla che, finalmente, spiega perché tutti si chiedano come un attaccante così non faccia parte di un club importante. La compattezza sarda, le distanze perfette tra i reparti, i cambi di gioco di una misura quasi perfetta, tutto o quasi al meglio. La Juventus ne è sorpresa. Una Juve che parte bene, ma col passare dei minuti si distrae. A cominciare dal vantaggio, un cross, una spizzicata di Conti, Pinilla dimenticato siul secondo palo per la conclusione di destro, imprendibile.
Basta? No. Nè per scuotere la Juve nè per saziare i sardi. Pochi istanti dopo ancora un angolo da destra e Conti si coordina benissimo per l’incornata, specialità della casa. palla alta di pochissimo. E ancora, Pinilla servito dal centrocampo, spizzica, Sau anticipa Caceres ed è davanti a Buffon, l’uscita a valanga evita il raddoppio. Nel miglior momento sardo, arriva il pareggio. Lichtsteiner ha lo spazio per dipingere un cross di precisione svizzera per la testa di Llorente. Rossettini in lieve ritardo, ma l’ex Bilbao incorna di prepotenza e batte Adan mettendola là dove nessuno può arrivarci. Uno a uno. E pensi: ecco, esce la Juventus. Invece Murru si fa perdonare la lieve disattenzione precedente, sul cross di Lichtsteiner, e mette un pallone a centroarea dove Dessena s’avventa come un rapace in tuffo, Chiellini è stauario, Buffon immenso. Con un ginocchio, di puro istinto, evita il secondo gol isolano.
Ancora occasioni. Tevez servito dal solito Lichtsteiner, effettua una girata dal limite imprecisa. Primo tempo quasi perfetto per l’esterno destro elvetico, e allora anche lui macchia la partita calciando alle stelle un pallone gol servitogli da un Asamoah apatico. Al primo squillo. Un solo acuto anche per il tenore cileno Vidal, una bordata potente, ma centrale, su Adan. In avvio di ripresa il match non muta il suo corso. Certo, Conte deve essersi fatto sentire, la Juve ringhia maggiormente e alza il ritmo. Ma il Cagliari è spavaldo e tiene il campo con autorevolezza, dimostrando che sette acuti di fila non sono frutto del caso.
Per accelerare, Conte deve togliere Pirlo, fermato da un Cossu monumentale.
Entra Marchisio e in pochi istanti cambia il corso del match. Prende palla sulla trequarti e scarica un diagonale potente. Adan, chiamato a fare il titolare per lo sciopero di Agazzi e per l’infortunio di Avramov, mostra la ruggine sui suoi ingranaggi e non chiude a dovere. Uno a due: il castello rossoblù crolla. Pochi istanti e la Juventus confeziona la migliore azione del match, sulla destra, Lichtsteiner, migliore in campo, offre a Llorente la palla dell’uno a tre. Il duetto si ripete, quando i buoi sono ormai scappati, Llorente al tiro, Adan è ancora impreciso e Lichtsteiner stavolta fa il centravanti “di rapina”, chiudendo i conti. Uno a quattro. Una prova di forza… Bene l’arbitro Guida, anche se nel finale fa discutere la cacciata di Pinilla, per proteste, dopo una gratuita rudezza di Chiellini su Ibarbo. La Juve fa il record, il Cagliari esce dal Sant’Elia accigliato ma tra gli applausi.
Diego Costa
tratto da: Cagliari-Juventus 1-4, vittoria record per i bianconeri