É il 13 Dicembre 1970 e Varese e Juventus si sfidano nella nona giornata nel Girone di Andata del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1970-71 allo Stadio ‘Franco Ossola‘ di Varese.
Nel campionato che consacra l’Inter come Campione d’Italia, i bianconeri si imbattano in una tragedia che sconvolge la loro stagione agonistica. Infatti il giovane allenatore Armando Picchi scompare dopo una breve malattia.
La dirigenza juventina si affiderá così all’esperto Čestmír Vycpálek, ma concluderá la stagione in un anonimo quarto posto finale.
Dall’altre parte ci sono i lombardi biancorossi vincono il loro scudetto. Questo ovviamente significa una salvezza meritata e combattuta fino al ultimo.
Buona Visione!
Stagione 1970-1971 – Campionato di Serie A – 9 andata
Varese – Stadio Franco Ossola
Domenica 13 dicembre 1970 ore 14:30
VARESE-JUVENTUS 0-0
VARESE: Carmignani, Perego, Rimbano, Sogliano, Dellagiovanna, Morini, Carelli, Borghi, Traspedini, Brignani, Nuti
Allenatore: Nils Liedholm
JUVENTUS: Tancredi, Spinosi, Furino, Cuccureddu, Morini, Salvadore, Haller (Savoldi 89), Marchetti G., Anastasi, Capello F., Bettega R.
Allenatore: Armando Picchi
ARBITRO: Bernardis
In tribuna accanto a Boniperti “La porta varesina sembrava stregata”
VARESE, lunedi mattina. La partita vista accanto a Giampiero Boniperti. Il « numero 1 » della Juventus ha ricevuto molti applausi, ha dovuto stringere molte mani che lo salutavano affettuosamente e nell’intervallo si è appartato con Lorenzi, l’indimenticabile « Veleno », per ricordare insieme i tempi in cui recitavano la parte del protagonisti in campo, un’amicizia rinsaldata proprio dalla loro proverbiale rivalità agonistica.
Boniperti ha sofferto molto, anche ieri, e fino all’ultimo ha Invocato il gol della vittoria, un gol che non è mai arrivato. Tre volte è balzato in piedi, invocando il « rigore » per i falli di mano, in area; di Dellagiovanna e Perego nel primo tempo e per l’atterramento del varesino Morini ai danni di Anastasi nella ripresa. Ricordiamo alcuni suol commenti. Punizione per il Varese all’inizio della partita. Calcio a due, barriera bianconera, Nuti calcia fuori,
« Momento pericoloso »,
dice Boniperti lisciandosi I capelli con una mano. Anastasi insegue Morini, che ha la palla sul piede fino verso il fondo campo e rimedia un calcio d’angolo.
« Questo devono capire — spiega — bisogna lottare su tutti i palloni perché qualcosa si ottiene sempre, anche se si tratta soltanto di un calcio d’angolo ».
La Juventus preme, Boniperti fuma.
« Il gol lo meritiamo — dice — anche perché stiamo giocando benino, ma la rete del Varese sembra stregata ».
Colpo di testa di Bettega, Carmignani si allunga e devia in corner con un po’ di fortuna. Giampiero era in piedi primo a gridare al gol.
Ripresa. Insiste la Juventus, partono cross verso l’area del Varese, ma nessuno del bianconeri è pronto ad avventarsi per il colpo decisivo. Gesti di stizza.
« Val, vai! »
grida e subito dopo si ritrae con rassegnazione. Anastasi si libera, calcia a rete, ancora Carmignani sventa in tuffo. In due tempi con la collaborazione di Morini che trattiene fallosamente Anastasi. Boniperti scatta in piedi, urla prima al gol e poi al rigore.
« Bellissima azione — commenta — ma ancora una volta non ci ha sorretto la fortuna. Meritiamo di vincere e non ci riusciamo ».
Lascia lo stadio dieci minuti prima del termine. Non vedrà neanche più l’ultima prodezza di Carmignani, allo scadere, su tiro incrociato di Anastasi, quando già tutti avevano gridato al gol. Lascia lo stadio contento a metà, ancora una volta. Spogliatoi.
Picchi dice:
« Un pareggio in trasferta va sempre bene, peró considerato l’andamento della gara possiamo anche pensare di aver perso un punto. La sfortuna ci ha impedito la concretizzazione di tante manovre offensive. Comunque mi ritengo soddisfatto, la squadra è viva ed è in costante progresso ».
Poi rivolto a Sogliano che è venuto a salutarlo dice:
« Visto come corrono i miei ragazzi? E mi accusano di prepararli male. Novanta minuti senza prendere fiato, ti pare poco? ». Sogliano acconsente.
Bruno Perucca
tratto da: La Stampa 14 dicembre 1970