É il 13 Gennaio 1980 e Bologna e Juventus si sfidano nella prima giornata del Girone di Ritorno del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1979-80 allo Stadio ‘Renato dall’Ara’ di Bologna.
I bianconeri contendono fino all’ultimo lo Scudetto all’Inter ma questo punto perso in Romagna mette piú pressione ai bianconeri. Al termine del campionato peró sará solo secondo posto dietro i nerazzurri mentre i rossoblu si dovranno accontentare di una tranquilla posizione a centro classifica.
Buona Visione!
Campionato di Serie A 1979-1980 – 1 ritorno
Bologna – Stadio Comunale
Domenica 13 gennaio 1980
BOLOGNA-JUVENTUS 1-1
MARCATORI: Causio 55, Brio autorete 69
BOLOGNA: Zinetti, Sali, Albinelli, Spinozzi, Bachlechner, Castronaro (Petrini 61), Zuccheri, Dossena, Savoldi, Mastropasqua, Colomba
Allenatore: Marino Perani
JUVENTUS: Zoff, Cuccureddu, Cabrini, Gentile, Brio, Scirea, Causio, Prandelli, Bettega, Tavola, Marocchino
Allenatore: Giovanni Trapattoni
ARBITRO: Ciulli
Trapattoni sottolinea, con sollievo, i sintomi di ripresa dei bianconeri
«Abbiamo frenato la discesa libera
«La squadra, aggiunge l’allenatore juventino, mi è sembrata psicologicamente più distesa» –
Gentile e Cabrini: «Ci siamo tolti di dosso la sfortuna» –
Mercoledì in Coppa Italia contro l’Inter turno di riposo per MarocchinoDAL NOSTRO INVIATO BOLOGNA — Pareggio in casa bianconera di questi tempi si traduce in sorrisi e disponibilità al dialogo. Ben diversa è l’atmosfera di spogliatoio rispetto al catacombale silemio del dopo-Firenze, appena una settimana fa. La Juventus ritrova un po’ di gioco e coraggio sul campo, un pizzico di serenità nel valutare il difficile cammino in campionato. I cronisti che stazionano nel corridoio non sono dunque costretti ad una snervante attesa. Giovanni Trapattoni si concede in fretta, il punto conquistato in questa trasferta-verità produce l’effetto d’un tonico sul volto del tecnico.
«Finalmente abbiamo posto un freno alla discesa libera»
sono le sue prime parole di sollievo. E prosegue in serenità:
«Era molto importante, credetemi, far risultato. Quasi una questione di vita o di morte. A Firenze avevamo toccato il fondo, c’era stato un giusto processo da parte nostra per risalire ad ogni costo la china. Qui invece ci siamo mossi con un buon passo».
Una domanda maliziosa, ma inevitabile. A molti è parso che tra le due squadre ci fosse un tacito accordo per dividersi in santa pace la torta. Replica dell’allenatore, sincera, senza alterazione di tono nella voce:
«Siamo partiti molto bene, poi la manovra si è fatta confusa. Nessuno intendeva rischiare, nessuno s’azzardava a prendere l’iniziativa. C’era il pericolo di scoprirsi con guai che lascio immaginare. Comunque potevamo anche vincere. Peccato, sarebbe stato un bel passo avanti».
Ancora tanta fatica in zona offensive, quando si tratta di concretizzare la mole di lavoro. Seconda ammissione di Trapattoni:
«E’ la solita nota dolente. Nessuna novità sotto questo aspetto che ci tormenta da inizio stagione. Si stenta sempre in avanti, ma in compenso la squadra ha trovato nuovamente il gioco e mi è sembrata più distesa sotto il profilo psicologico. In questa occasione ci interessava unicamente amministrare il risultato per sollevarci da uno stato di disagio. L’impresa è riuscita, non posso che ritenermi soddisfatto».
Trapattoni si congeda commentando l’autorete di Brio:
«Occorre insistere su questo tasto. Sono errori che non vanno più commessi».
Tocca a loro. D’incanto i bianconeri riaquistano l’uso della parola. Bettega, il leader del gruppo, annuncia:
«Qualcosa è cambiato. Questo punto l’abbiamo davvero cercato. Purtroppo c’è mancato il colpo del 2-0. La partita? Un primo tempo all’insegna dell’ammucchiata, una ripresa più convincente. E adesso pensiamo alla Coppa Italia, mercoledì prossimo con l’Inter, Intendiamo andare avanti, tutto è importante».
Antonio Cabrini offre allegria, Gentile divide la felicità del compagno.
«Ci siamo tolti di dosso la sfortuna. Il risultato è giusto, un pari ci sta proprio bene».
Dicono in coro. La carrellata di sensazioni positive continua. Dino Zoff, distrutto in maniera balorda da certa critica dopo il tonfo di Firenze, rompe il silenzio:
«Partita discreta. Juve in ripresa. Soddisfatto? Abbastanza».
Intanto Sergio Brio si professa innocente sulla rete che ha fruttato il pari bolognese.
«Savoldi mi ha spinto. Onestamente non so dare una risposta precisa. A mio avviso il gol è suo, ma può anche darsi che io abbia sfiorato il pallone».
In un angolo tiene banco Franco Causio. Ha un’altra cera, il «barone», rispetto ad un recentissimo passato:
«Accontentiamoci — conmmenta — di quello che viene. Il momento è quello che è. Nell’anno del cinquanta punti, alle volte si giocava male e si vinceva con un tiro in porta. Sono le stranezze del football».
Il gol gli dà morale. Una rete ottenuta con la complicità di Zinetti.
«Ho tirato forte — spiega Causio —, ma Zinetti mi ha egualmente sorpreso. Il pallone glielo avevo visto tra le mani».
E’ l’ultima nota verbale di questa parziale resurrezione. La Juventus già pensa a cercar conferma nella Coppa Italia. Qualcuno tirerà il fiato. Fanna o Virdis (il sardo interessa al Bologna che lo vorrebbe in prestito) prenderanno il posto di Marocchino. Ancora una sessione di esami.
Ferruccio Cavallaro
tratto da: La Stampa 14 gennaio 1980