É il 13 Novembre 2002 e Dynamo Kyiv e Juventus si sfidano nella sesta partita del Girone di Qualificazione della Champions League 2002-03 allo ‘Stadio Delle Alpi‘ di Torino.
É una Juventus lanciatissima quella che si appresta a dominare questa gara nel nostro stadio. Tra qualche mese sará incoronata Campione d’Italia per la 27a volta, ma é un altro il chiodo fisso della societá e tifoseria. La Champions League purtroppo sfugge ai rigori nella finale fratricida contro il Milan, in un altra serata da dimenticare sul fronte europeo.
Buona Visione!
Kiev – Stadio NSK Olimpiyskiy
Mercoledi 13 Novembre 2002
DINAMO KIEV – JUVENTUS 1-2
MARCATORI: Shatskikh 50, Salas 54, Zalayeta 61
DINAMO KIEV: Reva, Ghioane, Bodnar, Dmytrulin, Husin, Khatskevich (Leko 59), Gavrancic, Nesmachnyi, Belkevich, Shatskikh, Rincon (Cernat)
Allenatore: Alexei Mikhailichenko
JUVENTUS: Chimenti, Birindelli, Fresi, Iuliano, Pessotto, Zambrotta, Conte A. (Paro 27), Baiocco, Olivera (Davids76), Zalayeta, Salas (Cassani 90+3)
Allenatore: Marcello Lippi
ARBITRO: Bo Larsen (Danimarca)
Salas-Zalayeta, è sempre bella Juve
ASPETTANDO IL DERBY LA FORMAZIONE «ALTERNATIVA» DI LIPPI S’IMPONE A KIEV COGLIENDO UN SUCCESSO ALL’ESTERO IN CHAMPIONS LEAGUE CHE MANCAVA DA 4 ANNI
Brillano i bomber di scorta, grandi parate del portiere Chimenti
Dal nostro inviato a KievInvece di un’inutile amichevole al Comunale, ecco la vera prova di derby. Mancano otto titolari, ma non ci poteva essere occasione migliore per passare in rassegna la truppa, a quattro giorni dalla sfida con i granata. Soprattutto perché a Kiev ha giocato una squadra composta da panchinari e titolari a singhiozzo. E i precari bianconeri che fanno? Conquistano la quarta vittoria europea, riportano la Juve al successo in una trasferta di Champions dopo quattro anni (ultima volta proprio a Kiev), forniscono a Lippi altre certezze, dimostrano carattere e voglia di farsi notare. Basta e avanza.
Normale che con la pancia piena (vedi qualificazione già in cassaforte) si procedesse con esperimenti e verifiche. Lippi non vuole perdere la faccia di fronte all’Europa, ma neppure prosciugare il serbatoio delle energie di una Juve che, non contenta degli impegni a catena che il calendario le impone, si è ritagliata pure lo spazio per un’amichevole a Dubai all’inizio del 2003. Marca visita anche Zenoni all’ultimo momento (febbre), così salgono a otto i giocatori che per vari motivi Lippi non utilizza pensando già al derby, altro nodo cruciale dopo il Milan. E allora vai con le seconde linee, che hanno comunque il diritto di dimostrare la loro esistenza in situazioni più calde di quelle in cui abitualmente si vedono coinvolti.
Aldilà di soliti noti, ci sono i due per i quali questa partita diventa un test di idoneità. C’è il rientro di Pessotto a sette mesi dall’infortunio al ginocchio e soprattutto debutta Olivera, 21 anni, talento annunciato ma ancora tutto da esprimere. Al furore della Dinamo che cerca i punti qualificazione, la Juve oppone resistenza difensiva e contropiede. Proprio in difesa si segnala in avvio Chimenti, altro sdoganato dalla panchina che in rapida successione si oppone per due volte al 18′ a conclusioni ravvicinate di Shatskikh. E’ una Juve che a volte si arrabatta come può, che tenta timide incursioni e sfiora il gol con Fresi al 27′, perfetto nello stacco di testa ma sfortunato in quanto la girata centra la traversa. Cambio di fronte ed è la Dimano a colpire il palo con un destro di Belkevich, deviato da un attentissimo Chimenti.
Notizie dal fronte Olivera: l’uruguaiano cerca la semplicità, dopo vari tentativi a vuoto è proprio lui che innesca Fresi per l’azione di cui sopra. Parte a sinistra, ma quasi subito comincia a navigare a tutto campo, alla caccia degli spazi giusti. Sicuramente si trova ad agire in condizioni difficili, ma azzecca giocate importanti. Discreto Pessotto, che cerca di tamponare la fascia sinistra da dove la Dinamo spesso fa scattare le sue azioni più pericolose. E’ già bello rivederlo in campo, non si può certo pretendere che vada come una saetta. Dopo 27′ lascia la compagnia anche Conte. Un riacutizzarsi del solito problema muscolare fa scomparire dalla partita la sua testa pelata. Lo sostituisce il baby Paro, mentre la Dinamo saccheggia il proprio repertorio di fantasia per arrivare al gol che la spinga oltre il primo «taglio» di Champions. Tanti tentativi, poca sostanza.
Ma al 5′ della ripresa ci pensa la Juve a rimettere in corsa gli ucraini. C’è un cross di Shatskikh, Chimenti interviene sulla traiettoria e spinge la palla in porta. Una scossa, la Juve riparte sùbito e si regala il pareggio già al 9′, con una deviazione (di destro) a corto raggio di Salas. Grande reazione corale, anche i panchinari hanno un’anima e offrono a Lippi un ventaglio di scelte sempre più interessante. Così al 16′ si materiahzza il vantaggio. Tacco di Salas per Zalayeta, che defilato sulla destra scarica il pallone in rete. Gol di potenza e dimostrazione di grande coraggio. In chiave derby Lippi sorride, il risveglio degli attaccanti di scorta prospetta soluzioni importanti. Non si vive di solo Del Piero. Ma è tutta la Juve che pare voler confortare le scelte del suo allenatore. Partita inutile non significa andare alla deriva e la squadra stringe i denti, cancella le titubanze della prima parte chiudendo con la sesta vittoria consecutiva fra Campionato e Coppa.
Fabio Vergnano
tratto da: La Stampa 14 Novembre 2002