É il 15 Ottobre 1995 e Milan e Juventus si sfidano nella Sesta Giornata del Girone di Andata del Campionato di Calcio di Serie A 1995-96 allo Stadio ‘Giuseppe Meazza – San Siro’ di Milano.
La Juventus guidata in panchina dal ‘maestro’ Marcello Lippi, dopo aver rivinto lo Scudetto dopo ben otto anni adesso pensano in grande. Pensano alla Champions League (che conquisteranno a Roma). Ed infatti i bianconeri non giocano come sanno in campionato e si fanno ‘rubare’ il titolo proprio da questo Milan. Alla fine per i nostri eroi sará secondo posto.
Buona Visione!
Stagione 1995-1996 – Campionato di Serie A – 6 andata
Milano – Stadio Giuseppe Meazza
Domenica 15 ottobre 1995 ore 15.00
MILAN-JUVENTUS 2-1
MARCATORI: Simone 7, Weah 14, Del Piero 81
MILAN: Rossi S., Panucci, Costacurta, Baresi F., Maldini P., Eranio (Tassotti 90), Desailly, Boban, Donadoni, Weah, Simone (Di Canio 81)
Allenatore: Fabio Capello
JUVENTUS: Peruzzi, Ferrara C., Tacchinardi, Vierchowod, Torricelli, Di Livio (Porrini 81), Paulo Sousa, Deschamps, Del Piero, Vialli (Marocchi 53), Ravanelli (Conte A. 53)
Allenatore: Marcello Lippi
ARBITRO: Boggi
Lippi: un tempo non basta «Sono deluso, lo schiaffo ci sarà utile»
AMAREZZA PER SCONFITTA E INFORTUNIMILANO Una sconfitta senza attenuanti, Vialli e Ravanelli ko, il Milan che tenta una mini fuga. Il bilancio è questo ed è pesante. Adesso Lippi dovrà lavorare per rimettere in sesto i cocci di una Juve che, Champions League a parte, continua a marciare con passo stentato. Nulla da salvare nel primo tempo, meglio la ripresa senza Vialli e Ravanelli. Ma questa volta la reazione non è bastata. Spiega il tecnico:
«Sono deluso, nel primo tempo non abbiamo giocato. Il Milan aveva grinta e cattiveria, ovvero le nostre prerogative. Noi abbiamo giocato male e perdevamo giustamente. Nella ripresa c’è stata una reazione, ho rivisto la Juve che voglio io e anche senza attaccanti abbiamo costretto il Milan a buttare la palla in tribuna».
Dall’inizio del campionato mai una partita intera da Juve:
«Se vengono meno le nostre caratteristiche – ammette Lippi – non perdiamo solo con il Milan. Il primo tempo deve farci riflettere, spero che questo schiaffo sia di grande aiuto. Finora eravamo riusciti a rimediare, questa volta abbiamo pagato. Comunque, se la Juve è quella dei secondi quarantacinque minuti, si tratta soltanto di un incidente di percorso che non compromette nulla. Vedi Foggia l’anno scorso. Ci spiace aver mancato l’appuntamento importante, questo sì, ma non sono preoccupato più di tanto. C’è ancora tanta strada, non posso pensare adesso che sia già tutto finito. Anche perché a fine partita i giocatori non pensavano affatto che il Milan fosse davvero più forte. Avevamo detto che sarebbe stata una partita importante per la fiducia che una vittoria avrebbe portato, ma che non era determinante per la classifica».
Brutto colpo gli infortuni di Vialli e Ravanelli. Il rischio è di affrontare il Glasgow con il solo Del Piero in attacco. Per la verità il Talentino non ha sfigurato quando si è trovato unica punta nel cuore della difesa milanista a lottare con quel volpone di Baresi. Una rete che ha ricordato le prodezze di un certo Andy Moeller, un assist che Porrini non ha tradotto in gol per questione di centimetri. Del Piero è logicamente deluso:
«E’ un sconfitta che deve farci riflettere, ma non è detto che porti delle negatività. Non mi ero neppure accorto che Vialli e Ravanelli si fossero fatti male, quando li ho visti vicino alla panchina per un attimo non sono riuscito a capire cosa succedesse. Il nostro problema attuale è la mancanza di continuità. Non basta giocare un tempo bene per vincere. Ma a conti fatti il Milan non ha dilagato. Ha avuto più impeto di noi, ha sfruttato due occasioni e poi poco altro. Noi non siamo stati altrettanto bravi nella ripresa, a concretizzare le palle-gol che abbiamo creato. Una volta ci ha bloccati l’arbitro. Di Livio e Conte sono stati veloci a battere la punizione dal limite, ma Boggi li ha fermati perché doveva ammonire Baresi».
Deschamps è stato forse il migliore. Grande impegno, si è fiondato con rabbia su ogni pallone:
«Quando ci siamo svegliati eravamo già sotto di due gol. Siamo mancati sotto l’aspetto mentale. Meglio senza Vialli e Ravanelli? Ma con tre attaccanti è inevitabile che ci sia meno spazio per gli altri. Nulla è compromesso, sapevamo di non essere i più forti. Purtroppo i tanti impegni si pagano».
Ferrara ha ingaggiato grandi duelli con Simone e Weah. Recrimina:
«Risultato ingiusto, il Milan non ci ha messo sotto per tutta la partita, il pari sarebbe stato più corretto. Quell’uno-due in un quarto d’ora ci ha tagliato le gambe e noi non abbiamo giocato come possiamo. Soltanto nel secondo tempo si è vista la vera Juve e qualcosa di buono è venuto fuori. Recuperare lo svantaggio, tra l’altro senza due attaccanti, non era semplice, ma almeno abbiamo ripreso a giocare come sempre. Peccato per Porrini, ha avuto a disposizione una palla d’oro».
A conti fatti, secondo Ferrara, non è il caso di drammatizzare:
«La situazione non cambia più di tanto. Il Milan avrà il morale alle stelle, ma sa anche che non potrà perdere di vista la Juve, perché noi non molliamo. Quattro punti di distacco non sono nulla».
Fabio Vergnano
tratto da: La Stampa 16 Ottobre 1995