É il 16 Maggio 1984 e Juventus e Porto (Portogallo) si sfidano nella Finale della Coppa delle Coppe 1983-84 Stadio ‘Sankt Jacob‘ di Basilea (Svizzera).
É una Juventus piena di stelle di calibro mondiale quello che contende ai lusitani la seconda competizione (per importanza) europea. Sará una stagione trionfale questa per i nostri beniamini a strisce bianconere. Se in Campionato arriverá l’ennessimo Scudetto (é il 21esimo), in Europa si festeggia la prima (ed unica) affermazione in Coppa delle Coppe.
Questa sara’ la seconda Coppa Europea conquistata dai Bianconeri dopo il successo nella Coppa Uefa 1976/77.
Buona Visione!
Coppa delle Coppe 1983-1984 – Finale
Basilea, campo neutro – Stadio Sankt Jakob-Park
Mercoledì 16 maggio 1984
PORTO-JUVENTUS 1-2
MARCATORI: Vignola 13, Sousa 29, Boniek 41
PORTO: Zè Beto, Joao Pinto, Eduardo Luis (Costa 82), Lima Pereira, Eurico, Magalhaes (Walsh 65), Frasco, Sousa, Gomes, Jaime Pacheco, Vermelinho
Allenatore: Pedroto
JUVENTUS: Tacconi, Gentile, Cabrini, Bonini, Brio, Scirea, Vignola (Caricola 90), Tardelli, Rossi P., Platini, Boniek
Allenatore: Giovanni Trapattoni
ARBITRO: Prokop (Germania Est)
Trap: «Così dimentichiamo Atene» Il tecnico elogia Boniek e Bonini e fa i complimenti ai rivali Trap: «Così dimentichiamo Atene» «Platini si è sacrificato» – Rossi colpito al costato: sospetta infrazione, niente Nazionale
DAL NOSTRO INVIATO BASILEA — Giampiero Boniperti non ce l’ha fatta a resistere sino alia fine. Dopo l’intervallo è sceso negli spogliatoi e li è rimasto, per esplodere di gioia quando il suo «informatore- gli Ita segnalato che. era tutto finito. Così lia potuto dar libero sfogo alla propria gioia rovesciandosi sul campo senza giacca, sotto la pioggia, per abbracciare ad uno ad uno i giocatori. Cercava Boniek, per dirgli – grazie». Il presidente bianconero si è complimentato con il polacco, ma non ha ancora fatto anticipazioni sul futuro di «Zibl». Commentando la .doppietta. scudetto-Coppa delle Coppe, Boniperti ha aggiunto: «Due iinali in un anno, significa aver lavorato bene, costruendo qualcosa». Poi la parola passa a Trapattoni, che è raggiante per aver centrato la sua seconda Coppa delle Coppe (la terza, se si considera che ne ha vinta una da giocatore con il Milan). dopo quella come vice di Rocco nel 73. Ha ancìie ripetuto l’erploit del 76-77 che, per un allenatore, scudetti a parte, è davvero la consacrazione. Gli manca, nella Juventus, la Coppa dei Campioni e ritiene clie questa squadra possa farcela nella prossima stagione. Rivedendo la battaglia di ieri sera, Trapattoni ha osservato: «Una gara bellissima, uno spettacolo enorme anche per merito del Porto che, sinceramente, non pensavo fosse cosi forte. L’ avevo visto soltanto in tv. CI ha aggrediti, sull’esempio dell’Amburgo, ma poi anche per la pioggia, è calato nel secondo tempo. Ma noi abbiamo avuto in Boniek l’autentico trascinatore, l’elemento di maggior spicco, sempre luci¬ do, un Boniek a livello euro- peo, da applausi. E con lui c’è stato un (..Tossissimo lavoro in retrovia svolto da Bonlni. Platini? Si è sacrificato, mettendosi al servizio delle squadra. Per noi è la vittoria più voluta dopo l’amarezza di Atene… Festcggiatissimo Boniek, abbracciato in campo da Platini e acclamato dai tifosi bianconeri. Trapattoni dice che sulla conferma o meno del polacco si deciderà a fine mese. «La Juventus — dice Boniek — ha sofferto abbastanza, anche perché 11 Porto ha giocato ad ottimi livelli. La conferma? Non ho ancora parlaio con il presidente, ma ho una garanzia: il contratto chiuso nel mio armadio. In quanto ai tifosi, hanno avuto ragione ad applaudirmi, credo di avere giocato una buona parlila». Poi Boniek spiega il suo gol: «I portoghesi i hanno protestato, e non so I proprio perché. Sono io che |)io subilo 11 fallo. Sul lancio di Vignola non ho neppure guardato la porta, ho sentito qualcuno che si appoggiava alla mia spalla: me lo sono semplicemente scrollato di dosso calciando di destro a rete». Acclamalissimo Boniek, acclamatissimo anclic Vignola, autore del primo gol. E pensare che i due, nemmeno troppo tempo fa, erano al centro di molle discussioni che riguardavano la staffetta. «In dieci giorni ho vinto campionato e Coppa Coppe — dice Vignola In un anno ho vinto tutto quello che c’era da vincere». Platini, pur avendo avuto alcuni lampi di genio, ammette di non aver brillato: «Difendendoci soffrivamo tutti. Ho imparato, In Italia, che conta il risultato e io credo di aver svolto bene i compiti difensivi, conquistando anche un rigore che non è stato concesso per la regola del vantaggio. Ho vinto lo scudetto, la Coppa delle Coppe, 11 titolo di capocannoniere; adesso vorrei tanto fare il ‘ poker’ con il campionato Europa per nazioni». Paolo Rossi gioisce e soffre. Si comprime il costato per una sospetta infrazione, non riesce quasi a respirare. Oggi, al rientro a Torino, si sottopprrà ad una lastra. Poiché ha riportato anche uno stiramento, è praticamente certo il suo forfait per la convocazione in Nazionale per l’incontro di Zurigo con la Germania Ovest e, forse, per la tournée Nord-americana.
Bruno Bernardi Archivio La Stampa