16 Marzo 1969: Juventus – Torino

In un calcio quello italiano ancora traumatizzato dall’uscita inopinata della Nazionale Italiana dai Mondiali 1966 ad opera dei ‘ridolini‘ della Corea del Nord, il calcio si tuffa ‘animo e cuore’ nel massimo campionato nostrano.

É il 16 Marzo 1969 e Juventus e Torino si sfidano nella settima giornata del Girone di Ritorno del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1968-69 allo Stadio ‘Comunale di Torino. É il ‘Derby della Mole‘ ed il capoluogo piemontese si mobilitá.

Le due squadre torinesi si danno battaglia per le posizioni di vertice peró a fine campionato si troveranno molto lontani dalla Fiorentina Campione d’Italia.

Buona Visione!

 

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Stagione 1968-1969 – Campionato di Serie A – 7 ritorno
Torino – Stadio Comunale
Domenica 16 marzo 1969 ore 15.00
JUVENTUS-TORINO 0-0

JUVENTUS: Anzolin, Pasetti, Salvadore, Bercellino G., Castano, Leoncini, Favalli, Benetti, Anastasi, Del Sol, Sacco
Allenatore: Heriberto Herrera

TORINO: Sattolo, Poletti, Fossati, Puia, Cereser, Agroppi, Carelli, Ferrini, Combin, Moschino, Facchin
Allenatore: Edmondo Fabbri

ARBITRO: Carminati



Le pagelle
Pochi hanno superato l’esame tra i 22 protagonisti in campo 

ANZOLIN: domenica di scarso lavoro. Gli sfugge una palla su tiro assai teso di Combin ma la riafferra subito. I patemi più notevoli gli vengono dal suoi stessi difensori. 

PASETTI: Ha avuto scarsi fastidi dal suo avversario. Si è anche spinto in avanti, in quelle sue corse da grillo impazzito che però raramente terminano in buoni cross. 

SALVADORE: ha creato una delle poche palle-goal della Juventus, incornandola in tuffo. Più incisivo e sicuro di sé nel secondo, tempo, ha anche rischiato un penalty, toccando al ’24 con mano o braccio su tiro di Combin. Furbo com’è, risulta difficile interpretare l’intenzionalità. Ogni tanto, ha gagliardamente affrontato Facchin, soverchiandolo. 

BERCELLINO: ha iniziato con incertezze e sbandamenti. Combin, partendo da lontano, Io bruciava sullo scatto breve, fruendo anche di rimpalli favorevoli. E’ migliorato nella ripresa, facendo perno in area con qualche durezza. 

CASTANO: lento, risucchiato dai piazzamenti granata, ha persino rischiato un’autorete al ’27 del primo tempo e ha svirgolato a campanile un pallone in area, cose che non appartengono al suo nobile repertorio. La coppia BercellinoCastano, insomma, dà qualche preoccupazione per la futura Nazionale. 

LEONCINI: generoso come sempre, ma anche nel football la generosità non è tutto, ahimè… Tuttavia è lui a dare uno del pochi palloni gìocabili ad Anastasi, nella ripresa. 

FAVALLI: fa «tourbillon», fa «movimento», fa mille cose. Però il piede non lo sorregge. Infastidisce molto il suo avversario diretto (Fossati), subisce falli a ripetizione, ma sembra quasi che i falli li cerchi. 

BENETTI: è il dilemma della Juve. A volte sembra un panzer, a volte un camioncino a due marce. Inizia fiaccamente, non sa darsi un» posizione, ha la castagna ma sovente la spreca. Forse deve maturare, perché la salute c’è. Ma cosa aspetta? 

ANASTASI: Puja l’ha controllato benissimo. Gli è sfuggito una sola volta, ed è stato fermato da Sattolo. Lo si vede recuperare su Puja al ’23 del primo tempo, in arca bianconera! Se allarga sulle ali, riesce a svolgere il meglio del suo gioco. Ma che gioco, poi, se è cosi solo? Su un solo Pietruzzo non si edifica un attacco. 

DEL SOL: anema e core e passaggi sempre un po’ storti. La gente lo applaude quando lo vede uscire con la palla al piede da scontri confusi. E’ un manovratore onesto, dato per scoppiato mille volte e sempre vivo. Però lui stesso sa quanto la squadra non sìa irresistibile, e infatti il meglio lo esprime io copertura tra l’altro fermando due o tre volte Combin. 

SACCO: è stato l’errore tattico di Heriberto. Non ha ravvivato le punte. Avrebbe dovuto infoltire il centrocampo, ma è fievole. Innervosisce Poletti, che cade nelle lusinghe degli scontri e quindi commette falli a volontà, tutto a vantaggio del bianconero. E’ furbo, ma senza l’autorità necessaria a una pedina che dovrebbe risultare essenziale. 

SATTOLO: non ha avuto occasioni per sfoggiare certe sue uscite e abbrancamenti della palla che gli inglesi detestano e molti tifosi nostrani adorano. Non ha avuto molto da sbrigare, ma su Anastasi lanciatissimo, al ’31 del secondo tempo, ha rischiato faccia e plesso solare. 

POLETTI: non digerisce avversari dal tocco breve e incarognito come Sacco, quindi scalcia e rischia figuracce. Nel secondo tempo compie alcune belle discese, senza raccattare quel briciolo di gloria sognato.

FOSSATI: falloso anche lui, ma più ingenuo e menò deciso. A volte ha recuperato con eccessivo affanno, a volte ha imbroccato palle che sembravano averlo scavalcato. 

PUJA: forse il migliore in campo. Ha subito capito Anastasi, anticipandolo sulla palla prima che questa toccasse terra. Con palla a terra il sicilianuzzo lo avrebbe costretto a chissà quali rischi, ma il « vecchio » non ha abboccato, lasciandosi superare solo una volta. Ha ben assorbito anche una dura botta, e merita lode. 

CERESER: pochi falli ma al tritolo (su Anastasi). Voce in tribuna: « è negato alla gentilezza ». Spaventa l’avversario ma lui stesso trema. 

AGROPPI: corre, si da da fare, ma non si districa mai da troppe soggezioni. Per questo appoggia di continuo su Moschino, mentre, talora potrebbe alleviarne, il lavoro. 

CARELLI: sballa un gran tiro all’inizio, poi lo si vede sempre meno, e non ha occasioni favorevoli da sfruttare. Si smarca, retrocede, ma un buon difensore non ha motivo di impensierirsi troppo. 

FERRINI: qualche buon tiro, ma anche azioni troppo pasticciate. Risale nel secondo tempo, ma gli manca qualcosa del Ferrini conosciuto per la perentorietà del rilancio e la grinta. 

COMBIN: è un po’ come il feroce Saladino, che si scaglia e si offende e litiga ma non è privo di ingenuità. Inganna più volte Bercellino, si libera per alcuni bei tiri e cross, ma nel secondo tempo sta troppo lontano dall’area bianconera. Certe sue scene da signor centravanti non capito dai compagni potrebbe però risparmiarcele. 

MOSCHINO: lucido come sempre e molto in palla, sgobba e dà luce. Recupera in area come Suarez ma se si spinge avanti serve persino meglio. E tollera con certosina pazienza chi non capisce certi suggerimenti. 

FACCHIN: falloso in area bianconera, marca il terzino invece di sottrarsi o tentare di sottrarsi. Se lui e Carelli fossero due ali più complete, il Toro avrebbe più punti in classifica. 

CARMINATI: frena ma lascia abbastanza giocare. Degli imitatori-eredi di Lo Bello è il migliore. Impedisce a un massaggiatore di aiutare Combin che in area bianconera finge svenimenti e dolori biblici. Ammonisce anche Heriberto. Non ha mai danneggiato il derby: è già molto! 

Giovanni Arpino
tratto da: La Stampa 17 marzo 1969



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