È il 16 Novembre 1969 e Cagliari e Juventus si sfidano nella nona Giornata del Girone di Andata del Campionato di Calcio di Serie A 1969-70 allo Stadio ‘Amsicora‘ di Cagliari.
È una stagione storica questa per il calcio italiano. Il Cagliari guidato dal suo sfondatore principe Luigi ‘Gigi’ Riva sta per conquistare il suo primo (e finora unico) Scudetto. I bianconeri dal canto loro provano a limitare i danni ma finiscono in un deludente (per la storia del club) terzo posto finale.
Buona Visione!
Stagione 1969-1970 – Campionato di Serie A – 9 andata
Cagliari – Stadio Amsicora
Domenica 16 novembre 1969 ore 14:30
CAGLIARI-JUVENTUS 1-1
MARCATORI: Domenghini 47, Cuccureddu 89
CAGLIARI: Albertosi, Martiradonna, Zignoli, Cera, Niccolai, Tomasini, Domenghini, Nenè, Gori, Greatti, Riva
Allenatore: Manlio Scopigno
JUVENTUS: Tancredi, Salvadore, Furino, Marchetti G., Morini, Castano E., Leonardi, Del Sol, Haller, Cuccureddu, Favalli
Allenatore: Ettore Rabitti
ARBITRO: Bernardis
Cuccureddu, gol provvidenziale
CAGLIARI – All’87’ il miracolo del debuttante sardo Cuccureddu, gol provvidenziale
Non ha salvato solo la Juventus dalla sconfitta (la capolista era andata in vantaggio con una saetta di Domenghini), ma anche il Campionato –
Riva, sotto stretto controllo di Morini, non riesce a segnare
dal nostro inviato Cagliari, lunedi matt.I tifosi di ogni bandiera lo sanno benissimo: talvolta il calcio è un’azione crudele, e Cagliari-Juventus lo testimonia ampiamente. I bianconeri hanno disputato una partita all’arma bianca, combattendo come soldati chiusi in un cortile. Talora hanno anche sfoderato una aggressività eccessiva badando più a rompere il gioco altrui che a costruirne uno proprio. Ma il risultato da conquistare, l’orgoglio di non finire battuti, impongono determinati comportamenti. Il Cagliari ha mostrato solo in qualche occasione la sua vena autentica e la possibilità di variare i suoi notevoli schemi d’attacco. E’ stato raggiunto a meno di tre minuti dalla fine con un tiro a « la va o la spacca » di Cuccureddu, autentico ed unico sardo in campo.
Avrebbe potuto tranquillamente intascare il punteggio pieno la squadra di Scopigno, se avesse aumentato il ritmo dei suoi giri, se alcune interpretazioni arbitrali non l’avessero danneggiata ampiamente, come è doveroso riconoscere. L’arbitro Bernardis merita qualche accenno non in coda ma in testa ai commenti tradizionali: non ha visto almeno due cariche enormi su Riva in area di rigore juventina, ha alternato momenti di autoritarismo velleitario ad altri momenti dì rilassatezza distaccata. Un arbitro che non ha smesso mai, però, di voler dimostrare la sua piena presenza, ammonendo e fischiando nei tempi meno opportuni. Tanto da accendere rammarico e rabbia presso gli opposti tifosi.
La squadra di Scopigno ha costruito un numero nutrito di palle-gol sfrecciate a fll di palo, deviate da Tancredi, sfuggite per un soffio all’ultimo tocco di un attaccante. Ma ha anche dimostrato di non essere in giornata veramente grande. Forse è una squadra che le sue migliori gare riesce a costruirle fuori casa, come a Firenze e a Napoli, quando facendo massa a centro campo e lanciando le punte sa contenere meglio gli avversari. Obbligata a costruire un gran volume di gioco, non sempre mantiene legami necessari da un’area all’altra, e allora corre pericoli in difesa o si intasa troppo a ridosso dell’area altrui, dove Riva è controllato da due tre uomini, dove Domenghini non sempre è lucido nell’ultimo passaggio, e dove spesso Gori si trova isolato a battersi, con vera classe e altruismo. La Juventus non ha certo sprecato calcio. Ha tenuto come poteva, grazie al gran lavoro di Furino, grazie a certi notevoli spunti di Haller e malgrado Marchetti, più costruttore che non marcatore, non riuscisse quasi mai a tenere Nené, al quale tu’tutta la partita ha portato via due soli palloni. Ma era una Juventus determinata, certo non piacevole alla vista, però coriacea, con i suoi senatori che davano l’anima, e con un Cuccureddu che dimostrava una visione di gioco, lesto nei passaggi e rapido nell’impostazione.
La cronaca del primo tempo non è larga di episodi, ma ha visto il Cagliari premere con maggiore assiduità. Al 6′ minuto: una bella azione Leonardi-Dei Sol-Haller e subito si nota come la posizione arretrata del tedesco inganni il suo controllore diretto ma impedisca anche al bianconero di smistare palloni a punte pressoché inesistenti. Al 12′ Nené batte una punizione da oltre 40 metri pescando stupendamente la testa di Riva in area. E’ un momento buono per i cagliaritani, che soprattutto con Nené e Greattì tagliano il campo con lanci lunghissimi. Del Sol si presenta in area sarda al 15′ e subito dopo è Riva a smistare un bel pallone a Gori. Chi dice che Riva sia un giocatore egoista cominci a ravvedersi: certi suoi smarcamenti per ì compagni sono così fulminei da sembrare addirittura fortunosi, mentre dimostrano invece una visione di gioco eccezionale. Anche Haller è in vena e lavora in costruzione con ottimi dribbling, con finte e controfinte tipiche dei giorni buoni. Al 23′ Riva e Domenghini si scontrano, precipitandosi insieme su una palla gol che Cuccureddu riesce a rinviare. Al 27′, Tancredi esce sui piedi dì Riva, per una ennesima palla-gol costruita da Domenghini su punizione. E al 30′ Riva passa a Gori un ottimo pallone che il centravanti spedisce a fll di palo. Al 33′ Nené stecchisce Marchetti con uno scarto d’eccezione, fa partire un bolide che Tancredi devia in angolo. C’è ancora un tiro di Niccolai al 38′ e alcuni falli di Morini e Salvadore su Riva e Gori. Ma a scorrere la sequenza del gioco si nota subito come i bianconeri abbiano dovuto subire e talora si siano salvati solo in grazia di certa lentezza cagliaritana o di un po’ dì fortuna.
Il secondo tempo si apre con il gol di Domenghini: punizione di Nené, grande deviazione misuratissima della testa di Riva, Domenghini si trova un comodo pallone da controllare e spedire in rete. A questo punto il Cagliari sembra appagato, manovra con maggior lentezza, ripiega su linee più arretrate, quando imposta il forcing sembra meno convinto. Al 10′ c’è un fallo per doppia carica di Morini e Castano su Riva lanciatissimo in area. Bernardis acconsente e benedice. Tiri di Nené e di Gori sfiorano i pali di Tancredi. Dal 17′ dopo il colpo di testa di Castano spintosi avanti, la Juventus mette il capo fuori del guscio. E’ lenta, non sa abbreviare i tempi di manovra, però inizia il suo forcing facendo perno su Cuccureddu e Haller. Del Sol dà tutto, animo polmoni volontà esempio, e lo stadio assiste alla battaglia bianconera con un certo astio: vede il Cagliari che sta per metà seduto, a parte gli spunti orgogliosi di Riva e di Gori, e vede i bianconeri che non mollano, che si tuffano a testa bassa su ogni pallone. C’è un gran tiro di Domenghini al 28′, deviato in angolo da Tancredi, e uno di Gori che sfiora il palo al 33′. Al 37′, su implacabile contropiede di Riva, ancora due difensori bianconeri abbattono l’ala cagliaritana in area, franandogli addosso. Riva, benché a terra in un groviglio di gambe, riesce a puntare lo stesso su Tancredi e l’arbitro Bernardis dimostra di essere uscito un attimo per bere un caffè. Né fischia né alza un dito. Al 40′ si litiga in area cagliaritana, e Del Sol, Zignoli e Albertosi per poco non vengono alle mani. Lo stadio è una giungla urlante. La gente strepita: serie B serie B… Sembra l’urlo di vendetta del povero, che si arrabbia contro gli antichi signori e vuole condannarli non tanto a morte quanto a una pena infamante. Ed è su questo urlo di condanna che la rabbia bianconera segna il suo gol. E’ il 42′: un calcio d’angolo battuto da Leonardi, la palla spiove in area, soliti grovigli di spalle e di teste, un rimpallo, e dal piede di Cuccureddu arretrato parte un tiro che confonde tutti, scavalca decine di schiene e poi anche Albertosi, coperto dal mucchio. E’ il pareggio. Il coro muta i termini degli insulti, dopo due minuti è la fine (e a 30 secondi dal termine c’è un’altra triplice frana su Riva in area bianconera). Tutto lo stadio rimane impalato, indispettito, incredulo. I commenti sono superflui: la radiografia della partita risulta sufficientemente chiara. La Juventus ha afferrato un pizzico di fortuna per i capelli, ma ha avuto anche una gran voglia di acciuffarlo. Il Cagliari non ha pigiato a fondo sul pedale dell’agonismo, e si vede portar via un punto prezioso. La Juve dovrà lavorare molto, moltissimo, per darsi un gioco, una inquadratura, schemi più logici: non tutte le partite si possono vincere o pareggiare solo stringendo i denti. Il Cagliari è bello, lo sappiamo, ma un mìnimo di superiore convinzione non può che giovargli.
E poiché tutta Italia parla di Riva, aggiungiamo: non ha segnato, ma vede il calcio come pochi, ha la serietà di chi s’allena come un principiante, tiene da solo almeno due avversari. Non pretendiamo che metta in rete un pallone ogni domenica, o finiremo per rendere isterico il nostro più grande attaccante.
Giovanni Arpino
tratto da: La Stampa 17 Novembre 1969