16 Novembre 1975: Milan – Juventus

É il 16 Novembre 1975 e Milan e Juventus si sfidano nella Sesta Giornata del Girone di Andata della Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1975-76  allo ‘Stadio San Siro – Giuseppe Meazza’ di Milano.

In campionato i bianconeri battagliano fino all’ultimo con i cugini granata per la vittoria dello Scudetto ma devono cedere lo scettro al Torino che vince così il suo settimo tricolore. Dall’altra parte i rossoneri lombardi terminano la loro stagione in un bel terzo posto finale.

Buona Visione!


milan

 

Stagione 1975-1976 – Campionato di Serie A – 6 andata
Milano – Stadio San Siro
Domenica 16 novembre 1975 ore 14:30
MILAN-JUVENTUS 0-1
MARCATORI: Gori S. 75

MILAN: Albertosi, Anquilletti, Maldera, Turone (Biasiolo 34), Bet, Scala, Gorin, Benetti, Bigon, Rivera, Vincenzi
Allenatore: Giovanni Trapattoni

JUVENTUS: Zoff, Gentile, Tardelli, Furino, Morini, Scirea, Causio, Gori S., Anastasi, Capello F., Bettega R.
Allenatore: Carlo Parola

ARBITRO: Menicucci


Inizia al piccolo trotto per una contrattura poi si scatena 
CAUSIO HA PUNITO GLI SBAGLI DEL MILAN 
Il “barone”, timoroso di forzare all’inizio per un indolenzimento muscolare, si è poi scatenato ed il gioco bianconero ha preso altro respiro – 
I rossoneri attaccano a lungo con scarsa incisività – 
Rivera presto spento 

(Dal nostro Inviato speciale) 
Milano, 16 novembre. La Juventus è già sola al vertice della classifica con un magnifico gol di Gori, che in estate era stato sul punto di passare al Milan: ha conquistato a San Siro una vittoria preziosissima quanto insperata e, approfittando della sconfitta del Napoli a Torino, ha preso il volo. Il Milan non meritava di perdere, anzi era andato vicinissimo al gol tre volte contro una Juventus contratta e nervosa che aveva qualche uomo sotto tono ed era riuscita a costruire la sua prima occasione al 22′ della ripresa con Anastasi che al volo di sinistro aveva sparato fuori bersaglio. 
Il Milan è stato invece beffato in contropiede: a poco meno di un quarto d’ora dalla fine su irresistibile azione di Causio: il « barone » partiva da metà campo con due finte si liberava dell’ormai spento Rivera, che zampettava a vuoto e perdeva progressivamente terreno, noi pennellava in velocità il cross sotto porta per Gori che anticipava Scala e di testa indirizzava nel sette. Scala saltato in ritardo correggeva forse leggermente la traiettoria del pallone, comunque non in modo determinante. Un minuto dopo Bigon, ben servito da Benetti, si liberava di Gentile e Furino, si presentava davanti a Zoff e lo graziava sballando in modo incredibile di sinistro la facile conclusione che avrebbe riequilibrato la situazione. Già nel primo tempo (41′) Bigon aveva fallito di testa l’occasione per portare in vantaggio i rossoneri. 
Il Milan dunque deve recitare il mea culpa per questa sconfitta. La Juventus non ha scippato il successo perché se è vero che il Milan aveva esercitato una chiara supremazia territoriale senza esaltare è altrettanto innegabile che sia pure tardivamente i bianconeri crescevano di tono sfiorando dopo il matchball di Gori il raddoppio altre due volte. Il » mestiere » dei campioni d’Italia a gioco lungo ha avuto la meglio su un Milan generoso, impreciso ma anche sfortunato in zona gol. La svolta si è avuta quando Causio si è improvvisamente risvegliato. In precedenza si era visto poco perché giocava con il timore di strapparsi: dopo appena due minuti si era avvicinato alla panchina per segnalare, al dott. La Neve e a Parola, una contrattura alla coscia destra. Parola gli chiedeva di restare in campo. Frenato, Causio non poteva rendere al massimo e consentiva al suo guardiano Maldera frequenti ed insidiose incursioni offensive. La stessa cosa si verificava poi con Gorin che aveva preso in consegna Causio poco dopo la mezz’ora, in seguito all’uscita dell’infortunato Turone: anche Gorin offriva, specie nella ripresa, un notevole rendimento nel duplice compito di marcare e sostenere l’attacco, poiché Causio evitava, prudenzialmente di rincorrere II suo diretto avversario. Poi, di colpo, Causio decideva di rischiare e la sua stupenda impennata determinava il successo della Juventus. 
Anche II Milan all’inizio era piuttosto prudente: attaccava ma senza sbilanciarsi. La Juventus con Causio menomato, non replicava con efficacia. Il gioco era continuamente spezzato. Anastasi che accusa un appannamento di forma, non riusciva a scrollarsi di dosso Bet né ad entrare nel vivo del gioco. Gori agiva di punta ed era tallonato da Scala mentre Bettega, che fungeva da rifinitore, era seguito da Anquilletti. Non si è capito perché il Milan non abbia provveduto a cambiare marcatura per consentire a Scala di contribuire con la sua spinta a dar man forte al centrocampo. Con Causio a mezzo servizio ne risentivano sia l’attacco che il centrocampo. Maldera diventava un costante pericolo con i suoi sganciamenti ma Scirea tamponava, Furino anticipava costantemente Vincenzi, mentre Gentile neutralizzava Bigon. Furino fronteggiava Rivera che si batteva con impegno fornendo anche qualche buon pallone. Dovendo anche chiudere i corridoi, Furino concedeva inevitabilmente un po’ di libertà al «presidente». Menicucci che ha commesso diversi errori di valutazione e un paio di sviste madornali anche se non decisive ai fini del risultato ammoniva Scìrea (8′) per un fallo ai danni di Turone. Dieci minuti dopo per una scorrettezza su Rivera anche lardelli finiva sul cartellino giallo. Dopo un contropiede juventino sfumato per una rifinitura sbagliata di Causio, il Milan costruiva la prima azione pericolosa (17′): la sventola bassa di Maldera era respinta in tuffo da Zoff. 
Il portiere era bersaglio inerme dei teppisti che gli lanciavano ortaggi dalle gradinate (prima della partita quando si era recato ad ispezionare il campo era stato sfiorato da una candela per auto) e richiamava l’attenzione dell’arbitro. Poco dopo una sbarra di ferro si conficcava nell’erba, fortunatamente lontano dai giocatori, e Menicucci la gettava ai bordi. L’atmosfera sugli spalti si surriscaldava quando Anastasi in rovesciata colpiva alla fronte Bet, abbassatosi per respingere di testa. Bet si accasciava al suolo semistordito e sanguinante. Mentre medico e massaggiatore provvedevano a curarlo fasciandolo con un turbante di garza (ridotto ad un cerotto dopo l’intervallo) i «commandos» rossoneri lanciavano altri oggetti. Benetti interveniva per calmarli. 
Al 31′ si infortunava Turone: colpito da Tardelll, il «libero» crollava al suolo. Le cure non bastavano per rimetterlo in sesto e «Ramon» doveva rientrare negli spogliatoi. Al suo posto c’era Biasiolo e il Milan doveva rivoluzionare i piani difensivi: Anquilletti diventava libero con Gorin terzino «elastico» su Causio e Maldera su Bettega. C’era un po’ di confusione anche nella Juventus: Tardelli avrebbe dovuto occuparsi di Biasiolo, poi capiva e si portava sul tredicesimo. Al 41′ su corner battuto da Gorin Bigon anticipava di testa Gentile e la palla sorvolava la traversa. Era l’ultimo brivido del primo tempo peraltro privo di spunti interessanti. Molto più emozionante la ripresa che vedeva Rivera spostarsi spesso sulla destra, un po’ per rifiatare, un po’ per cercare di costringere Furino ad allargarsi. Furino, invece, ordinava a Tardelli di seguire Rivera e si occupava di Benetti. 
Menicucci ammoniva il vivacissimo Gorin per proteste (3′) poi ammoniva per lo stesso motivo Morini e ignorava un «mani» di Anquilletti. Il Milan produceva il suo «forcing». Zoff era costretto ad uscire sul piedi di Vincenzi ben lanciato da Maldera (13′). Al 17′ era Gentile a spezzare, in extremis, una insidiosa combinazione Gorin – Vincenzi – Bigon. Passata la sfuriata del Milan la Juventus sfiorava il gol con Anastasi (22′) mentre incombeva il buio. Le puntate dei bianconeri nell’area di Albertosi si facevano sempre più frequenti e al 31′ si registrava il magnifico gol di Gori. Poi Bigon mancava il pareggio e Causio falliva di un soffio il raddoppio calciando sull’esterno della rete dopo aver percorso sessanta metri. Il Milan nel finale appariva rassegnato al peggio e il risultato non mutava più. 

Bruno Bernardi 


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