16 Settembre 1998: Juventus – Galatasaray

É il 16 Settembre 1998 e Juventus e Galatasaray si sfidano nella prima giornata del girone di qualificazione della UEFA Champions League 1998-99 allo  Stadio ‘delle Alpi’ di Torino.

In casa bianconera sta per avvenire una clamorosa ‘rivoluzione’. Il grande Marcello Lippi poco dopo questa partita rassegnerá le dimissioni da allenatore ed al suo posto arriverá il giovane e rivoluzionario Carlo Ancelotti. Dopo l’iniziale scettiscimo dei tifosi la squadra sembra aver intrapreso la giusta via. Però alla fine sarà solo un deludentissimo settimo posto che varrà solo l’accesso per l’europa verso la Coppa Intertoto. Dall’altra parte c’é il Galatasaray che vive (come il calcio turco di quegl’anni) un momento roseo; ed é sempre un ostacolo ostico da superare.

Buona Visione!

 

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Stagione 1998-1999 – Champions League – 1ª giornata
Torino – Stadio Delle Alpi
Mercoledì 16 settembre 1998 ore 20:45
JUVENTUS-GALATASARAY 2-2
MARCATORI: Inzaghi 17, Hakan Sukur 44, Umit 63, Birindelli 69

JUVENTUS (4-3-3): Peruzzi, Birindelli, Tudor, Tacchinardi, Pessotto G. (Blanchard 69), Di Livio, Deschamps, Davids, Fonseca (Rampulla 33), Inzaghi (Zidane 62), Del Piero
A disposizione: Mirkovic, Pecchia, Dimas, Zalayeta
Allenatore: Marcello Lippi

GALATASARAY (4-4-2): Taffarel, Filipescu, Vedat, Popescu, Hakan Unsal, Okan, Umit, Tugay (Arif 79), Hasan Sas (Ergun 82), Hakan Sukur, Hagi
A disposizione: Bolukbasi, Korkmaz, Fatih Akyel, Kafkas, Emre Belozoglu
Allenatore: Fatih Terim

ARBITRO: Merk (Germania)
AMMONIZIONI: Fonseca 19, Di Livio 56, Deschamps 71 (Juventus); Okan 2, Hagi 67, Hakan Sukur 89 (Galatasaray)
ESPULSIONI: Peruzzi 32 (Juventus)


Lippi mi ha tradito la voglia di vincere 

L’allenatore della Juve fa autocritica per lo schieramento scelto in partenza con il Galatasaray «Tre attaccanti sono troppi» 

TORINO. La sensazione è quella di aver salvato la pelle. Umberto Agnelli commenta così il mezzo passo falso: 

«Troppe assenze, era solo mezza Juve». 

Invece non cerca attenuanti. Lippi, per un debutto con il brivido come nessuno si aspettava. La sua disamina di fronte alla platea, alla fine merita perfino l’applauso dei giornalisti turchi. Che fa il Marcello? Un’operazione molto semplice, ovvero ammette che questa Juve di più non poteva dare e che lui ci ha messo del suo per complicare le cose: 

«Ho sbagliato nel voler schierare tre attaccanti. In questo momento non siamo ancora pronti per una squadra di questo tipo. Ma avevamo tanta voglia di vincere la prima partita di Coppa. Alla fine dobbiamo ammettere che il pareggio non è un risultato negativo, anche perché eravamo in dieci ed è già tanto che siamo riusciti a raddrizzare la partita». Complimenti sinceri al Galatasaray. Lippi esalta la squadra venuta dal Bosforo con parole gentili: 

«Ha giocato un’ottima partita, dimostrando di essere più avanti di noi anche perché ha già giocato cinque partite di campionato. Bravo Hakan a segnare e a fare la sponda. Noi abbiamo sofferto anche in parità numerica, mentro loro non sono mai stati in crisi e arrivavano prima di noi sulla palla in tutte le zone del campo. Non credo che sia un problema di difesa, ci sono stati problemi in lutti i reparti. Ma insisterò con questo assetto tattico: non è detto che una serata storta debba cambiare i programmi». 

Le sue scelte nel dettaglio: 

«Ho spostato Tacchinardi a centrocampo perché dovevamo stare più raccolti ed avere maggiore interdizione. Mi è spiaciuto togliere Fonseca perché andava benissimo, ma non avevo scelta. In passato ho sostituito spesso anche Del Piero. Quanto a Inzaghi, l’ho sostituito perché con Zidane avevo due attaccanti che tenevano di più la palla». 

Infine un sospiro di sollievo: «Visto il paregggio nell’altra partita del girone (1-1 fra Athletic Bilbao e Bosenborg, ndr), il nostro 2-2 non è cosi disastroso». 

Ma Inzaghi non era del tutto convinto della scelta di Lippi: 

«Stavo bene, rispetto le scelte del tecnico. Dopo l’espulsione di Peruzzi c’erano i presupposti per una grande partita, stava venendo fuori la Juve migliore». 

Pippo se ne va per nulla contento, Rampulla si giustifica: 

«Per arrivare sul pallone del loro secondo gol avrei dovuto essere più alto di cinque centimetri. Posso aver sbagliato, ma la traiettoria della palla si allargava sempre di più e non c’è stato nulla da fare». 

Una serata storta per un Deschamps ancora in lento recupero. Il francese ammette ogni colpa: 

«Non sono al massimo e ci vorrà altro tempo per migliorare. E’ mancata la lucidità: di questi tempi giocare in dieci è una sofferenza. Loro ci hanno messo in crisi anche in parità numerica, arrivavano sempre pruni sulla palla. I tre attaccanti? L’abbiamo fatto spesso in passato, è una tattica che comporta molto sacrificio da parte di tutti. Ci vogliono i meccanismi di gioco giusti e per ora non ci sono ancora». 

Di Livio è molto realista: «Dopo una partita così dobbiamo soltanto migliorare. Dopo l’uscita di Peruzzi ci siamo dovuti sdoppiare per arginare il Galatasaray. Le assenze hanno pesato, Lippi ha dovuto inventare una nuova squadra». 

Sul fronte turco c’è una soddisfazione incredibile. Il tecnico Terim, bravo a preparare la partita, ammette: «Il nostro sogno resta andare nei quarti di finale. Potevamo ottenere una storica vittoria, ma anche il pari è qualcosa di grande. Avevamo la partita in pugno e abbiamo commesso un errore incredibile facendo segnare uno piccolo come Birindelli. Non farà mai più un gol di testa con tanta facilità». 

Fabio Vergnano

tratto da: La Stampa 17 Settembre 1998

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PAGELLE BIANCONERE: SEI SUFFICIENZE 

PERUZZI 6,5. Si immola per il bene della squadra: l’arbitro lo caccia, ma lui salva un gol sicuro. (Dal 32′ pt Rampolla 5, subito bravo a sventarla ima punizione di Hagi, ma dormiente alla grande sul secondo gol turco). 
BIRINDELLI 6. I pericoli arrivano quasi sempre dalla percussioni centrali, ma anche lui concede troppo spazio alla incursioni turche dalla fascia destra. Nel corso del match diventa difensore centrale e pure goleador. 
TUDOR 5. Tecnicamente bravo, ma troppo lento e sempre in affanno. Divide con Tacchinardi la responsabilità del gol di Hakan e si concede altre leggerezze assortite. 
TACCHINARDI 5,5. Si adatta al ruolo di centrale difensivo con risultati poco brillanti. Nella ripresa torna a centrocampo e anche lì stenta a far sentire il proprio peso. 
PESSOTTO 5,5. Dà briglia sciolta al tracagnotto Okan e la squadra patisce. Si propone in attacco, ma manca di precisione. (Dal 23’st Blandrard sv).
DI LIVIO 6. A destra e sul centro, ha sempre buone idee. Nella seconda parte Lippi lo ricicla come difensore di destra. Molta concretezza, pochi guizzi vecchia maniera.  
DESCHAMPS 5. E’ il meno brillante di un centrocampo che va spesso in sofferenza. E’ in ritardo sul gruppo. 
DAVIDS 6. Non è ancora quello dello scudetto, ma conferma la sua indispensabilità, anche se a singhiozzo. 
FONSECA 6. Partenza col botto: un sinistro splendido sul quale Taffarel deve superarsi, mi lancio millimetrico per Di Livio. Lippi lo sacrifica facendo la scelta più logica. 
INZAGHI 6. Va in gol con una sforbiciata spettacolare. Ma poco altro da segnalare. (Dal 17’st fidane sv, non sta bene e offre apporto molto limitato). 
DEL PIERO 5,5. Gioca più per la squadra che per sè. Inizia bene, si affloscia strada facendo. Sua, comunque, la punizione del pareggio. 

Fabio Vergnano

tratto da: La Stampa 17 Settembre 1998

 

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