Quando qualcuno parla di anni ottanta e Roma-Juventus si riferisce di sicuro alla classica per antonomasia del calcio italiano. Impossibile scordarsi di personaggi come i presidenti Giampiero Boniperti e Dino Viola. Eppoi ci sono fatti (o misfatti) della sfida che ancora ecchaggiano dopo oltre tre decenni!
Intanto ci concentriamo su questa: é il 17 Marzo 1985. Le squadre si sfidano nella settima giornata del Girone di Ritorno del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1984-85. Tutto
si svolge allo Stadio ‘Olimpico’ di Roma.
I bianconeri sembrano
piú concentrati sulla Coppa dei Campioni (coppa che vinceranno nella tragica
notte del Heysel) e sono lontani dalla testa della classifica del campionato.
In testa invece c’é sorprendentemente il Verona che dopo una cavalcata
splendida vince il suo primo Scudetto. Dall’altra parte c’é la Roma che anche
lei termina il campionato in un anonimo settimo posto!
Buona Visione!
Campionato di Serie
A 1984-1985 – 7 ritorno
Roma – Stadio Olimpico
Domenica 17 marzo 1985 ore 15.00
ROMA-JUVENTUS 1-1
MARCATORI: Boniek 54, Nela 67
ROMA: Tancredi, Oddi, Bonetti
D., Ancelotti (Buriani 87), Nela, Righetti, Chierico, Cerezo, Iorio, Giannini,
Graziani
Allenatore: Sven Goran Eriksson
JUVENTUS: Bodini, Favero, Cabrini,
Pioli, Brio, Scirea, Briaschi, Bonini, Rossi P. (Vignola 55), Platini, Boniek
Allenatore: Giovanni Trapattoni
ARBITRO: Agnolin L.
I bianconeri pareggiano all’Olimpico contro i «resti» della RomaJUVENTUS CON GLI ASSI A MEZZO SERVIZIO I GREGARI LA TENGONO IN PIEDIROMA La Juventus trattatela pure da nobile decaduta, ma mantiene il suo fascino intatto e fa la felicitá degli avversari regalando anche su una piazza amagata come quella romana un incasso da capogiro. I tifosi romanisti sono andati allo stadio sicuramente con il cuore al passato, ma dal presente volevano qualche speranza che la loro grande squadra non fosse diventata definitivamente una Rometta e nulla più.Tifosi soddisfatti a metá, bianconeri relativamente contenti di continuare a mantenere a vista il gruppo delle nuove grandi che si giocano i piazzamenti per la Coppa Uefa della prossima stagione.Una Juve come quella di ieri potrebbe anche avere qualche difficoltá in coppa, mercoledi, ma il risultato dell’andata la pone al riparo da ogni sorpresa, e poi c’è modo e modo di affrontare una partita. Il campionato per molti bianconeri sembra un noloso spettacolino in provincia dove non merita aprecare le proprie doti di grandi istrioni. Ieri nella lista degli ignavi, nell’accezione calcistica e non in quella di dannati danteschi, stanno benissimo in ordine sparso, Cabrini, Scirea, Rossi, Platini, Boniek e Vignola. Facend facendo le sottrazioni dei dodici avvicendati in campo, rimangono i lavoratori piú umili, gli uomini di classe non eccelsa ed è ad essi però che va il merito di questo risultato positivo.Prendiamoli uno per uno gli ignavi, Cabrini se n’e ri masto agganciato al suo riquadro difensivo di venti metri di lato: le protezioni offensive, un ricordo, i raddoppi di marcatura, un sogno. Scirea ha respinto bene due palle in mischia, ma ha lasciato spesso liberi Iorio e Graziani che saltavano, Favero e Brio; non è successo niente giusto perché quelli poi pensavano loro a sbaglia-re. Rossi non é mai stato in partita, eppure ha dato via libera alla Roma uscendo; nella panchina giallorossa nessuno si era accorto che in campo c’era la controfigura del campione. Platini ha fatto due lanci deliziosi, ha battuto una punizione, e mancato un tiro da fuori; sdegnosamente non ha pol concesso altro. Boniek ha giochettato, ha segnato un gol che non si poteva sbagliare, poi e felicemente scivolato nell’anonimato più assoluto. Vignola, entrato a salvare la patria calcistica bianconera, non ha coperto più di Rossi, cioè non ha coperto e basta, non ha fatto nulla in attacco.La chiave di questa partita tra ex grandi può essere ricercata proprio nel cinquanta per cento di disinteresse juventino, appunto sei su sedici, e nell’arruffata ansia di prevalere del resti romanisti al completo. La Rometta, reduce da tre sconfitte consecutive in campionato, dalla batosta di Monaco in Coppa delle Coppe e dall’eliminazione in Coppa Italia ha trovato finalmente un po’ di forza di volontà, di amore per il risultato, di vigore e di agoniamo che mai erano emersi nell’ultimo disastroso mese.L’uscita di Conti non si è avvertita e viene quasi I dubbio che l’assenza di un capitano che non ha gli attributi per reggere il ruolo abbla finito per giovare. Aggressivita, determinazione, decisione nel tiro. Ci hanno provato un po’ tutti da Cerezo ad Ancelotti, da Giannini a Nela, a Oddi, a Righetti. Poi hanno sbagliato more solito Iorio. piú del perdonabile, e boom-boom Graziani che ha avuto comunque il grande merito di togliere la torre Brio dal centro dell’area.Una Rometta avviata a tornare squadra vera? E’ un po’ presto per dirio, vista anche l’ultima delusione procurata da Falcao, che rivedremo, se vedremo, in maglia giallorossa soltanto nella prossima stagione. E mercoledi c’è il Bayern, che parte da un ton- do due a zero!Giorgio Viglinotratto da:La Stampa 18 marzo 1985
La Stampa 18 marzo 1985 |
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