17 Settembre 1997: Juventus – Feyenoord

É il 17 Settembre 1997 e Juventus e Feyenoord si sfidano nella Prima Giornata del Girone Eliminatorio della UEFA Champions League 1997-98 allo Stadio ‘Delle Alpi’ di Torino.

La Juventus ottimamente guidata in panchina dal maestro Marcello Lippi si appresta a vincere il suo 25esimo Scudetto. Sará l’annata di Alessandro Del Piero (autore di 21 gol in campionato) e Zinedine Zidane (che a Luglio vincerá il Mondiale a casa sua).

Per quanto riguarda la massima competizione europea i bianconeri saranno protagonisti di un altra finale persa. Stavolta tocca ai ‘blancos‘ del Real Madrid ad impedire alla Juve di issarsi sul tetto del ‘Vechio Continente‘.

Buona Visione!

 

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Stagione 1997-1998 – Champions League – 1ª giornata
Torino – Stadio Delle Alpi
Mercoledì 17 settembre 1997 ore 20:45
JUVENTUS-FEYENOORD 5-1
MARCATORI: Del Piero 3, Del Piero rigore 11, Inzaghi 34, Van Gastel rigore 57, Zidane 67, Birindelli 81

JUVENTUS: Peruzzi, Birindelli, Ferrara C., Montero, Dimas, Di Livio, Deschamps, Zidane (Pessotto G. 72), Conte A., Inzaghi (Fonseca 83), Del Piero (Tacchinardi 59)
Allenatore: Marcello Lippi

FEYENOORD: Dudek, Van Gobbel, Fraeser, Picun (Connolly 69), Graff, Bosvelt, Van Gastel, Van Bronckhorst, Korneev (Boateng 46), Cruz J., Sanchez
Allenatore: Arie Haan

ARBITRO: Heynemann (Germania)
ESPULSIONI: Di Livio 53 (Juventus)


Vìa alla Champions League: mentre il Parma pareggia a Praga, i campioni d’Italia travolgono il Feyenoord 
L’Euro-Juve ricomincia da Del Piero 
Una doppietta del Talentino apre il festival del gol 

TORINO. Altra musica, in Europa. Alla centesima esibizione in Coppa dei Campioni, la Juventus addenta il Feyenoord come fosse una brioche appena sfornata e inaugura trionfalmente la sua avventura in questa Champions League riveduta e «scorretta». La squadra di Marcello Lippi sfodera un primo tempo di rara bellezza, ai cento all’ora. La modestia degli avversari ne sollecita appetito e inventiva. Il figliol prodigo Del Piero si festeggia con una doppietta, Inzaghi, Zidane e quella birba di Birindelli completano la sinfonia, gli ultimi due dopo l’espulsione di Di Livio e il rigore-bandiera di Van Gastel. Meriterebbe ben altra comica di pubblico, la Juventus che si solleva di scatto dalle ceneri di Monaco per annichilire il Feyenoord, tetro simulacro dello squadrone che, all’alba dei Settanta, diede la prima Coppa dei Campioni all’Olanda. 

Dieci minuti, e la partita non c’è più. Rispetto a Roma, Marcello Lippi scongela Del Piero e riporta Di Livio a destra, mossa che impone il dirottamento di Conte sul fianco sinistro. Aggressiva e concentrata. Madama cinge subito d’assedio i compassati avversari, la cui scolastica difesa a quattro (Van Gobbel, Fernando, Fraser, Graff) cola a picco come una zattera alla mercé di onde troppo alte, di venti troppo forti. Già al 2′, Deschamps bombarda il polacco Dudek. Il gol che smonta il bluff di Haan sopraggiunge a stretto giro di posta, ed è un compendio di virtù e scelleratezze: se l’azione Inzaghi-Birindelli è ficcante e tranciante, che dire della grossolana topica con la quale il rozzo Van Gobbel spalanca la porta a Del Piero? La Juve fila a una velocità che il Feyenoord non riesce a smorzare. 

Il raddoppio, al 10′, è frutto di uno splendido ricamo, con tacco smarcante di Di Livio per Zidane, travolto in area da Graf. I dubbi dell’arbitro – non sul fallo, ma sulla posizione: dentro o fuori? – vengono risolti dal suo assistente. Rigore netto, Del Piero spiazza Dudek. Il divario è abissale. Birindelli e Di Livio spingono molto. Zidane può dedicarsi in santa pace a rifornire l’attacco, da classica mezzala. Deschamps detta i tempi del gioco. Bosvelt, Van Gastel, Van Bronckhorst e Korneev non ci azzeccano mai. Nessuna notizia di Cruz e Sanchez. Ferrara e Monterò non tollerano intrusi, al di là di modici, e fisiologici, cali di tensione. Peruzzi, lui, si limita a intercettare una telefonata di Korneev dal dischetto. Al 15′, mano e palo di Inzaghi. Al 22′, Zidane-Inzaghi-Deschamps, il suggello è una sventola brutale, che Dudek rintuzza come può. 

La Juve è il gatto, il Feyenoord un topo senza crepe in cui infilarsi. Non appena pigiano sull’acceleratore, i campioni d’Italia fanno il vuoto. La terza rete, al 34′, denuncia una volta di più la modestia lunare della multinazionale olandese. Su cross di Dimas, Inzaghi ha tutto il tempo di armare il sinistro, prendere la mira e scaricare di forza, tra grotteschi armadi di ciccia. 

Alla ripresa, Boateng avvicenda l’abulico Korneev. Il Feyenoord improvvisa macchinose sortite (parabola liftata di Sanchez, deviata da Peruzzi), la Juve si ritrae per poi ripartire in contropiede, palla e ventre rigorosamente a terra. Di Livio, al 14′, è il protagonista dell’azione che permette agli olandesi di ridurre le distanze. Angolo, capocciata di Bosvelt, il Soldatino, incollato al palo, si sostituisce a Peruzzi e respinge un po’ di corpo e un po’ di braccio. Heynemann picchia esageratamente duro: rigore ed espulsione. Trasforma Van Gastel. 

Lippi richiama Del Piero e, a protezione del gruzzolo, sguinzaglia Tacchinardi. La Juve ha un’anima e un gioco. E così, anche se mutilata, rieccola domare avversità e dirimpettai. Tacchinardi serve Zidane, tutti, a cominciare da Dudek, schiacciano un monumentale pisolo, e Zizou insacca con un tocco d’esterno irridente e fascinoso. Si gioca per onor di firma. Strano: la gara non è avvelenata, ma le ammonizioni fioccano lo stesso. Connolly rileva Fernando, un disastro. Pessotto rimpiazza Zidane. Al 37′ ci scappa persino la comica. Punizione di Birindelli e madornale gaffe di Dudek. Cinque a uno. L’ultima ovazione è per un oggetto misterioso, Fonseca. Sostituisce Inzaghi. Senza Vieri e Boksic, la Juve mi fa meno paura: parole e musica di Arie Haan. Nessuno è perfetto. 

Roberto Beccantini

tratto da: La Stampa 18 Settembre 1997



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