É il 19 Gennaio 1986 e Pisa e Juventus si sfidano nella terza giornata del girone di ritorno del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1985-86 allo Stadio ‘Arena Garibaldi’ di Pisa.
La Juventus si appresta a vincere il suo ventiduesimo tricolore con una squadra che sta vivendo sugl’ultimi spiccoli di splendore di ‘LeRoi’ Michel Platini. Allenati da Giovanni Trapattoni (al suo ultimo campionato alla Juve prima di trasferirsi all’Inter) i bianconeri mettono a distanza la Roma di Sven Goran Eriksson vincendo ‘in volata’ lo Scudetto. Il Pisa dal canto suo deve arrendersi alla dura realtá e saluta il massimo campionato ed approda in Serie B.
Buona Visione!
Stagione 1985-1986 – Campionato di Serie A – 3 ritorno
Pisa – Arena Garibaldi
Domenica 19 gennaio 1986 ore 14:30
PISA-JUVENTUS 1-1
MARCATORI: Kieft rigore 24 (P), Platini rigore 48(J)
PISA: Mannini, Colantuono, Volpecina, Caneo, Ipsaro Passione, Progna, Berggreen, Armenise, Kieft, Muro, Baldieri
Allenatore: Vincenzo Guerini
JUVENTUS: Tacconi, Favero, Cabrini, Pin, Brio, Scirea, Mauro, Manfredonia, Serena A., Platini, Laudrup
Allenatore: Giovanni Trapattoni
Arbitro: D’Elia
Laudrup: “Ora tocca alle nostre avversarie rischiare per tentare di venirci a prendere”“SOLO LA ROMA PUO’ DARCI FASTIDI”Prosegue il danese: «Il nostro vantaggio però non è esiguo e noi dovremo continuare a difenderlo come stiamo facendo». Cabrini: «I nostri avversari si sono messi tutti e undici a difendere il risultato: per noi era difficile segnare»All’idea di dover correre dei grossi rischi a Pisa, Cabrini si era adattato da un pezzo. Vecchia volpe del campi di gioco, il terzino blanconero sa benissimo che in trasferta la differenza di classe e potenziale si attenua,mentre l’orgoglio delle squadre minori si ingigantisce con il risultato, per le grandi, di trovarsi a superare ostacoli inattesi.Questo afferma il difensore juventino:“è una legge ormai consolidata per il nostro campionato e quindi non c’è da stupirsi se il Pisa ci ha creato delle difficoltà. Tra l’altro I nerazzurri a un certo punto si sono messi tutti e undici a difendere il risultato e in quelle condizioni passare diventava un’impresa veramente ardua.”
In virtu del pareggio della Juventus e del contemporaneo e sudatissimo successo della Roma ai danni del Bari al è accorelato il distacco del quale la capolista beneficiava fino a ieri. Le inseguitrici si vedono così concedere qualche filo di speranza, ma Cabrini da per scontata la coincidenza:“Questo è un momento buono per la Roma che, d’altra parte, giocava in casa ed era logico che vincesse.”
Anche Laudrup, protagonista di una prestazione poco incisiva, si preoccupa della situazione in classifica e predica la teoria dell’utilitarismo. Non dice ma lascia capire che, anziché preoccuparsi di giocara bene e dare spettacolo, la Juventus deve cercare di raccogliere punti, puntando al sodo e trascurando la tentazione di fare passerella. Proprio come a Pisa, insomma, dove ha conquistato un pareggio molto prezioso per la classifica rinunciando a priorio agio appluasi e soffrendo più volte le sfuriate degli attaccanti toscani.“Un comportamento logico – spiega il danese – perché mi sembra perfettamente inutile correre rischi superflut in trasferta.”
Magari a fatica, la Roma ha sfruttato l’occasione accorciando le distanze e meritando, secondo il centrocampista juventino, la definizione di prima antagonista della capolista.“E – prosegue Laudrup – credo proprio che la vera anti-Juve sia la Roma. L’unica squadra a parer mio che ci può creare dei problemi. Il distacco diminuisce ma resta pur sempre solido, perché cinque punti rappresentano un margine diffcilmente erodibile.”
“Il nostro vantaggio non è esiguo – ammette Laudrup – e non dovremo continuare a difenderlo come stiamo facendo. Semmai, toccherà alle nostre avversarie manifestare spregiudicatezza e quindi rischiare per venire a prenderci. “
Laudrup da una parte e Bergreen dall’altra, un derby In formato ridotto targato Danimarca. Il glocatore juventino non risparmia elogi per li compagno di nazionale.“É stato veramente bravo in ogni occastone, dice. Peccato che il suo duello con Manfredonia sia stato turbato da frequenti scorrettezze.”
L’ex laziale fa capire che si tratta di una circostanza normale e accompagna l’espressione del volto con un significativo gesto delle mani.“Niente di strano – aggiunge – anchio ho avuto dei momenti di nervosismo con Colantuono.”
Un avversario, il difensore pisano, che ieri ha rinnovato manifestazioni di rivalità nei confronti del bianconero: anche a Torino, infatti, i due si scambiarono qualche colpo proibito. Ma Laudrup è proprio desciso a minimizzare:“Si – ribatte con un sorriso di rassegnazione – i difensori italiani sono sempre molto difficili da superare.”
Piercarlo Alfonsettitratto da: La Stampa 20 gennaio 1986