É il 19 Ottobre 2002 e Inter e Juventus si sfidano nella sesta giornata del girone di andata del Campionato di Calcio di Serie A 2002-03 allo ‘Stadio Giuseppe Meazza – San Siro‘ di Milano.
É una Juventus lanciatissima quella che si appresta a vincere questa gara nella capitale. Tra qualche settimana sará incoronata Campione d’Italia per la 27a volta, ma é un altro il chiodo fisso della societá e tifoseria. La Champions League purtroppo sfugge ai rigori nella finale fratricida contro il Milan, in un’altra serata da dimenticare sul fronte europeo. Dall’altre parte c’é un Inter che tallona ‘da vicino‘ i bianconeri. Sará un’altra fatica inutile: il titolo di piú forti d’Italia scappa ancora in Piemonte!
Buona Visione!
Milano – Stadio Giuseppe Meazza
Sabato 19 ottobre 2002 ore 20.30
INTER-JUVENTUS 1-1
MARCATORI: Del Piero rigore 90, Vieri C. 90+6
INTER: Toldo, Cordoba, Materazzi, Cannavaro F., Zanetti J., Almeyda (Emre 63), Di Biagio, Coco, Recoba (Morfeo 78), Vieri C., Crespo
Allenatore: Hector Cuper
JUVENTUS: Buffon, Thuram, Ferrara C., Iuliano, Birindelli (Zambrotta 63), Camoranesi, Tudor (Conte A. 83), Davids, Nedved, Salas (Zalayeta 69), Del Piero
Allenatore: Marcello Lippi
ARBITRO: Collina
ESPULSIONI: Conte A. 90+2 (Juventus); Morfeo 90+2 (Inter)
Le Pagelle BianconereBUFFON 7. Potrebbe anche iscriversi a un corso di origami per il tempo libero che gli lascia l’Inter nel primo tempo. Si supera nella ripresa quando aspetta Vieri lanciato verso di lui e gli ruba il pallone dai piedi con un intervento magistrale.THURAM 7. Sempre robusto e attento il pattugliamento della fascia destra anche se a turno si inseriscono in tanti. Trova spes so l’opportunità di sganciarsi e si trova perfino a tu per tu con Toldo dopo un assist di Del Piero. Un gigante.FERRARA 7. Vieri o Crespo, Vieri e Crespo. Benvenuto a San Siro, paraggi dell’inferno. Usa ogni mezzo lecito per imporsi, conferma che gli anni non hanno scalfito la sua immagine. Nelle mischie prevale spesso la sua capoccia, prende il tempo a gente con dieci anni meno di lui. Se pensiamo a difensori azzurri…IULIANO 6. Quasi sempre fa da body guard a Vieri e non è come fare da balia a un neonato anche se Bobone esce da un infortunio. Lotta, si impone con tranquillità, si concede alleggerimenti velleitari che non riesce mai a cancellare. Lascia troppa mano libera a Vieri nella ripresa.BIRINDELLI 6. Sta qualche passo più avanti della linea difensiva con il compito di neutralizzare Zanetti. L’argentino deve avere un paio di polmoni di scorta, il bianconero evita si sfiancarsi aspettandolo in zona e assolvendo con abnegazione, ma senza sussulti da protagonista, un compito davvero difficile(dal 17′ st Zambrotta 6: spinge più del compagno, con qualche affanno).CAMORANESI 6. Contribuisce a dare spessore all’inizio folgorante della Juve, ovvero il periodc in cui i bianconeri sprecano un patrimonio di occasioni. Non fa cose memorabili, ma è sempre molto presente nel gioco in una parte del campo in cui non trova grande opposizione da Coco. Diventa protagonista nel finale di partita.TUDOR 6,5. Parte molto bene e sfiora perfino il gol con un piattone al volo che sorvola Toldo. Lo svolgimento della partita lo porta quasi sempre a essere al centro delle operazioni e mette a frutto la sua natura di difensore per aiutare i compagni nei ripiegamenti(dal 37′ st Conte 5).DAVIDS 6,5. Grande impegno, una percentuale di errore a volte eccessiva. Il movimento continuo è la sua dote migliore considerato che le necessità lo portano a giocare in zone in cui non si sente a suo agio.NEDVED 6. Toccano a lui le occasioni da gol più allettanti nella fase di partenza, entrambe su suggerimento di Salas. Le spreca come spesso gli capita, perché è uno che lavora una montagna di palloni, ma poi sembra sempre che l’ultima parte dell’azione non lo riguardi più.SALAS 6,5. Sceglie l’occasione giusta per dare un segnale. Ispirato, generoso, non risparmia pressoché su nulla, mettendo il suo marchio sulla partita. Gli manca soltanto la piroetta vincente sotto porta, infatti fallisce il clamoroso match-ball che l’avrebbe fatto diventare l’uomo del destino(dal 24′ st Zalayeta sv).DEL PIERO 6,5. Decima partita ufficiale da titolare. Gli succhiano anche il sangue e un po’ si vede che comincia a battere in testa. Ma non ci fosse lui, chi farebbe girare la palla con tocchi sempre delicati, chi inventerebbe quella girata che soltanto un Toldo mostruoso evita che si trasformi in un gol da fenomeno paranormale?COLLINA 6. Un arbitro all’altezza della sfida più bella e appassionante. Incute rispetto ai giocatori, domina la scena anche se non è una partita difficile da arbitrare. Nel finale non è lucidissimo.Fabio Vergnanotratto da: La Stampa 20 Ottobre 2002