É il 2 Aprile 1978 e Juventus e Torino si sfidano nella decima giornata del Girone di Ritorno del Campionato di Calcio di Serie A 1977-78 allo Stadio ‘Comunale‘ di Torino.
É il ‘Derby della Mole‘ e tutto il capoluogo piemontese si mobilita.
É una Juventus che domina il calcio italiano. Alla fine di questo campionato i bianconeri infatti conquisteranno il loro diciottesimo Scudetto. Nessuno puo starle dietro tant’é che al secondo posto si afferma la sorpresa Lanerossi Vicenza.
Dall’altre parte i granata fanno un campionato d’alta quota ed alla fine condivideranno il secondro posto proprio con i biancorossi veneti.
Buona Visione!
Campionato di Serie A 1977-1978 – 10 ritorno
Torino – Stadio Comunale
Domenica 2 aprile 1978 ore 15.30
JUVENTUS-TORINO 0-0
JUVENTUS: Zoff, Cuccureddu, Cabrini, Gentile, Morini, Scirea, Causio, Tardelli, Boninsegna, Benetti, Bettega
Allenatore : Giovanni Trapattoni
TORINO: Terraneo, Danova, Santin, Sala P., Mozzini, Caporale, Sala C., Butti (Pecci 56), Graziani, Zaccarelli, Pulici
Allenatore : Luigi Radice
ARBITRO: Michelotti
“C’era una volta il derby, verrebbe da dire. Una sfida che raccoglieva furori non soltanto calcistici, ma sociali ed economici, culturali. Già, che giorni e che emozioni! Gli anni settanta, ad esempio. La Juventus dominava l’Italia, ma spesso cadeva davanti ai cugini, che facevano di quell’appuntamento una ragione di vita e d’orgoglio. Da una parte, lo stile di Bettega e Capello, l’eleganza di Zoff, le acrobazie di Anastasi (idolo dei lavoratori della Fiat Mirafiori), la mutria severa di Beppe Furino, il palleggiare ironico di Causio, dall’altra l’agonismo e il ferro e il fuoco di Fossati, Cereser, Agroppi, capitan Ferrini, e là davanti i dioscuri Graziani&Pulici, ispirati da Claudio Sala, pronti a colpire. Il derby diventava, recuperando Jean-Paul Sartre, una metafora della vita. La Juve degli Agnelli, ma anche degli immigrati siciliani e calabresi, il Toro di Pianelli e degli impiegati piemontesi, di quelli che parlavano il dialetto duro e puro. La Juve dei tanti scudetti e il Toro che portava nelle vene, e porterà per sempre, il mito di capitan Valentino e degli altri eroi scomparsi nel rogo di Superga, e il rimpianto per la farfalla granata, Gigi Meroni. Due modi di essere.”
(Darwin Pastorin)