2 Dicembre 1998: Galatasaray – Juventus

É il 2 Dicembre 1998 e Galatasaray Juventus si sfidano nella quinta giornata del girone di qualificazione della UEFA Champions League 1998-99 allo ‘Ali Sami Yen Spor Kompleksi’ di Istanbul (Turchia).

In casa bianconera sta per avvenire una clamorosa ‘rivoluzione’. Il grande Marcello Lippi poco dopo questa partita rassegnerá le dimissioni da allenatore ed al suo posto arriverá il giovane e rivoluzionario Carlo Ancelotti. Dopo l’iniziale scettiscimo dei tifosi la squadra sembra aver intrapreso la giusta via. Però alla fine sarà solo un deludentissimo settimo posto che varrà solo l’accesso per l’europa verso la Coppa Intertoto. Dall’altra parte c’é il Galatasaray che vive (come il calcio turco di quegl’anni) un momento roseo; ed é sempre un ostacolo ostico da superare.

Buona Visione!  


galatasaray

Stagione 1998-1999 – Champions League – 5ª giornata
Sisli (Istanbul) – Stadio Ali Sami Yen Spor Kompleksi
Mercoledì 2 dicembre 1998 ore 21.45
GALATASARAY-JUVENTUS 1-1
MARCATORI: Amoruso 78, Suat 90+3

GALATASARAY: Taffarel, Fatih, Popescu, Filipescu, Okan, Tolunay (Arif 77), Umit, Hakan Unsal (Vedat 90), Hasan Sas (Suat 77), Hagi, Hakan Sukur
Allenatore: Fatih Terim

JUVENTUS: Peruzzi (Rampulla 59), Birindelli, Ferrara C., Montero, Iuliano, Blanchard, Conte A., Deschamps, Pessotto (Amoruso 66), Zidane, Inzaghi (Tudor 81)
Allenatore: Marcello Lippi

ARBITRO: Veissière (Francia)


LE PAGELLE: LA SORPRESA E’ BLANCHARD
ISTANBUL –DAL NOSTRO INVIATO 

In una partita-beffa per la Juve svettano il coraggio e la grinta di Montero e Deschamps, il grande cuore di Conte e, ovviamente, il gol da campione dì Amoruso.

PERUZZI SV. Non entra in partita per tutto il primo tempo, l’unico che gioca. Neppure due punizioni di Hagi gli consentono di sporcare i guanti. Malanni muscolari lo obbligano a gettare la spugna in avvio di ripresa. 
(Dal 14’st Rampulla 6. Dopo pochi minuti si oppone ad una sventola molto pericolosa di Hasan, si ripete con un’uscita spericolata su Hakan Unsal. Sporca la sua prestazione nella fase finale della partita con un’uscita avventurosa che fa tremare tutti i compagni). 
BIRINDELLI 6,5. Inserito a destra nella difesa riveduta per l’occasione con quattro giocatori, limita le sbavature e va spesso avanti a sostegno del centrocampo. Si occupa di Hasan, lavora ai fianchi Hagi quando si fa vedere nella sua zona. 
FERRARA 6. Vecchio bucaniere, si esalta quando il clima della partita si arroventa. Ha il suo da fare con Hakan Sukur, ma abbandona spesso la difesa per cercare il gol di testa. E sul finire del primo tempo quasi ci riesce. L’arbitro gli perdona un’entrata molto sospetta in area su Hasan. 
MONTERO 7. Non potrebbe esserci giocatore più refrattario ad ogni tipo di condizionamento esterno. Gioca con il solito cinismo, spazza via senza badare agli ululati della folla inferocita che scendono dagli spalti. Con lui la difesa è un’altra cosa davvero. Nelle fasi finali salva il pareggio juventino respingendo sulla linea di porta dopo una gaffe di Rampulla. 
IULIANO 6. Monta la guardia a Hagi che imperversa nella sua zona offrendo scampoli di classe purissima. Lo sovrasta per stazza fisica, addenta ogni pallone con la grinta che gli fa da inseparabile compagna di avventura. Ma senza essere mai il mastino che conosciamo. 
BLANCHARD 6,5. Una sorpresa anche per Lippi. Così convinto, brillante e pieno di voglia non l’avevamo mai visto. Anche perchè le sue apparizioni sono sempre state un’autentica rarità. Nella ripresa si sposta sul versante sinistro e svolge il suo compito con altrettanta efficacia. 
CONTE 6,5. Bulloni roventi nel cuore del centrocampo. Gioca da capitano, ovvero con il cuore. Sempre impeccabile, la tensione non gli gioca brutti scherzi. Difficile mettere nel sacco quelli scafati come lui. 
DESCHAMPS 7. Recuperato dall’infortunio al polpaccio è al solito un motorino inesauribile. Tiene in piedi il centrocampo con grinta e prontezza nelle chiusure. Partita quasi perfetta. 
PESSOTTO 6. Alla Juve servirebbe un tornante di maggior spessore, tuttavia le sue avanzate sortiscono qualcosa di buono. Anche se non riesce a mettere a frutto le occasioni che si gli offrono di arrivare sul fondo per tentare qualcosa di pericoloso. 
(Dal 21 ‘st Amoruso 7. Mette il proprio marchio sulla partita con un gol bello anche se utile a metà per il futuro). 
ZIDANE 6. L’inizio è come sempre scoppiettante e ricco di promesse. Lavora tanti palloni, cerca di fare l’attaccante vero dando ad Inzaghi il massimo sostegno possibile. Con il passare dei minuti finisce ai margini della scena: tanti giochi di prestigio, poca concretezza. Con l’inserimento di Amoruso torna a compiti più tradizionali. 
INZAGHI 6. Se sul finire del primo tempo Popescu non arrivasse sul pallone con la velocità di una saetta giusto in tempo per rompergli le uova nel paniere metterebbe il suo ennesimo sigillo in Coppa. La parte di guastatore quasi sempre solitario è ingrata, ma riesce comunque a portare scompiglio fra gli stangoni della difesa turca restando costantemente in agguato sul filo del fuorigioco e senza subire condizionamenti. 
(Dal 36′ st Tudor sv. Chiamato in causa d’urgenza per frenare l’assalto finale delle truppe di Terim). 

Fabio Vergnano 
tratto da: La Stampa 3 Dicembre 1998




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