É il 2 Settembre 1992. Fidelis Andria e Juventus si sfidano in questa gara valevole per il ‘ritorno‘ dei Sedicesimi di Finale della Coppa Italia 1992-93. Tutto si svolge allo Stadio ‘San Nicola’ di Bari.
La Juventus cerca di fermare l’egemonia del Milan che da un paio d’anni o piú ammazza il campionata senza scampo.Sará un impresa quasi impossibile in campionato, ma tant’é che con questo Roberto Baggio (capitano e uomo simbolo della squadra in Italia e nel mondo) tutto é possibile!
Buona Visione!
Stagione 1992-1993 – Coppa Italia – Sedicesimi, ritorno
Bari – Stadio San Nicola
mercoledì 2 settembre 1992 ore 20:30
FIDELIS ANDRIA-JUVENTUS 1-1
MARCATORI: Baggio R. 55, Insanguine 90
Bari – Stadio San Nicola
mercoledì 2 settembre 1992 ore 20:30
FIDELIS ANDRIA-JUVENTUS 1-1
MARCATORI: Baggio R. 55, Insanguine 90
FIDELIS ANDRIA: Marcon, Leoni, Mazzoli, Monari, Ripa, Quaranta, Petrachi, Cappellacci (Mitri 46 – Tavolieri 55), Insanguine, Mastini, Del Vecchio
Allenatore: Mario Russo
JUVENTUS: Rampulla, Torricelli, Baggio D., Galia, Kohler, Julio Cesar, Di Canio (Ravanelli 63), Platt, Vialli, Baggio R. (Marocchi 70), Casiraghi
Allenatore: Giovanni Trapattoni
ARBITRO: Rosica
Una Signora senza testaPrestazione incolore in attaccoIl pareggio di Insanguine al 90′BARI DAL NOSTRO INVIATO
Come non detto. La Juve di Coppa si offre in modica quantità, un pareggio (1-1) e via. Cosa volete: ha quattro gol di scorta, domenica va a Cagliari, il prato è un macello e l’Andria ci mette un cuore grande così. Difficile dire se sia Moeller (che proprio ieri ha compiuto 25 anni) a invidiare chi gioca o chi gioca a invidiare il tedesco, spaparanzato in tribuna: da come è andata la partita – primo tempo da dimenticare; ripresa, quasi propendiamo per la seconda tesi. Se non è deconcentrazione, povero Trap.
Quelli della Fidelis sembrano dei tarantolati. Dopo 15 secondi l’intraprendente Mazzoli si mangia un gol fatto e all’inizio della ripresa è Rampulla a salvare su Del Vecchio. Madama lascia fare, anche troppo. Il più vivo è Vialli, il più altalenante Roberto Baggio, il meno vacuo Galia. Si cercano i collegamenti, si trotta, si resta insensibili all’urlo dei 30 mila: menù a prezzo fisso, con poco vino e molta acqua. Nessuno porge l’altra guancia, fuori Cappellacci e Mitri per infortunio, Vialli e Casiraghi spesso al tappeto.
La sfida si decide nel secondo tempo: l’arbitro pesca il portiere Marcon in sosta vietata (quattro secondi), Vialli e Di Canio lavorano la punizione per Baggio uno che si accentra e stanga nell’angolo. Probabile che negli spogliatoi Trap si sia fatto sentire. La Juve, adesso, è più aggressiva. Ravanelli, entrato al posto di Di Canio, e Casiraghi sparacchiano sopra la traversa. Platt, lui continua l’esplorazione del nuovo ruolo ritagliatogli dal signor mister: davanti alla difesa, a fare filtro e a incanalare il traffico. Le avanzate di Julio Cesar costituiscono un modo come un altro per aggirare ingorghi e imboscate. Anche perché, sulle fasce, non è che Torricelli e Baggio due assicurino una spinta decente: e qui Trap dovrà lavorare parecchio. L’Andria ha geometrie linde e fiammate intense. Quaranta e Insanguine tengono sotto pressione Rampulla.
Quando esce Roberto Baggio, ed entra Marocchi, la matassa si ingarbuglia ancora di più. Le tre punte (Vialli-Casiraghi-Ravanelli) passano senza lasciare traccia: a destino segnato, non è semplice scovare stimoli. L’Andria ci tiene a cadere in piedi di fronte alle sue colorite legioni. Missione compiuta al 90′ spaccato: Mastini sguinzaglia Insanguine fra sentinelle di sasso, Julio Cesar e Kohler compresi: e Insanguine non perdona. La Juve si limita a timbrare il cartellino. Lesina gli slanci e si nasconde dietro l’ineluttabilità del calendario. Di Canio sfarfalleggia ai margini.
A Cagliari, domenica, Carrera dovrebbe rilevare Torricelli (benino) e Peruzzi, sempre che se la senta, Rampulla. Capitolo stranieri: se gioca Julio, ne guadagna la difesa; se tocca a Moeller, l’attacco, voce di popolo, acquista in fantasia. Da Bari, nient’altro da segnalare: se non che, e questo è un dettaglio importante, Vialli, beccato dal pubblico, continua a crescere. Sfiora un gol, un altro lo sbaglia, e un terzo glielo «nega» Roberto Baggio in persona.Roberto Beccanttinitratto da: La Stampa 3 Settembre 1992
(foto tratte dalla pagina facebook Museo Storico Fidelis Andria)