É il 20 Maggio 2015 e Juventus e Lazio si sfidano nella Finale (Gara Unica) della Coppa Italia TIM 2014-15 allo Stadio ‘Olimpico’ di Roma.
La Juve è guidata dalla panchina da Massimiliano Allegri (che è subentrato al dimissionario Antonio Conte a Luglio) mentre la Lazio è allenata da Stefano Pioli.
I Bianconeri dopo aver conquistato i precedenti tre campionati sotto la guida del tecnico salentino si apprestano a farlo anche con quello livornese. I biancocelesti concluderanno una splendida stagione al terzo posto, lontani anni luce dai bianconeri ma sempre all’altezza della propria storia.
Per quanto riguarda la coppa nazionale i bianconeri rivinceranno un clamoroso ‘double‘ (coppa-campionato) entrando così di piú nella leggenda!
Buona Visione!
Stagione 2014-2015 – Coppa Italia – Finale
Roma, campo neutro – Stadio Olimpico
Mercoledì 20 maggio 2015 ore 20.45
JUVENTUS-LAZIO 2-1 – Dopo i tempi supplementari
MARCATORI: Radu 4, Chiellini 11, Matri 97
JUVENTUS: Storari, Barzagli, Bonucci, Chiellini, Lichtsteiner (Padoin 115), Vidal, Pirlo, Pogba (Pereyra 78), Evra, Tevez, Llorente (Matri 84)
Allenatore: Massimiliano Allegri
LAZIO: Berisha, De Vrij (Keita B. 106), Gentiletti, Radu (Mauricio 71), Basta, Parolo, Cataldi, Lulic, Candreva, Felipe Anderson, Klose (Djordjevic 83)
Allenatore: Stefano Pioli
ARBITRO: Orsato
La banda Allegri alza la Coppa Ora è caccia a Barça e triplete Juve, 10 e stella. Radu lancia la Lazio, Chiellini fa 1-1. Matri entra e decide nei supplementari regalando ai bianconeri il trofeo che mancava dal ’95
Certe stagioni nascono con la luna giusta, e bisogna approfittarne. Certe stagioni sono strade verdi e piene di fiori da cogliere, e nessuno ci si può mettere in mezzo. La Juve ha sette vite, come Tevez ha sette polmoni. E Allegri sembra destinato a essere allenatore da record. Dopo 20 anni, riecco la coppa Italia e la stella d’argento che finirà in zona petto delle maglie bianconere. Juve prima italiana ad andare in doppia cifra con questo trofeo. Dopo 20 anni, riecco anche il doblete, riuscito prima solo due volte alla Juve. La prima fu quella meravigliosa di Boniperti, Charles e Sivori, la seconda quella di Del Piero, Vialli e Ravanelli. La terza è questa, che può persino diventare la migliore di tutte le grandi Juve, almeno a livello di risultati, Barcellona permettendo. Ma se questi sono i chiari di luna, si può sognare. Perché la Juve si prende questa coppa ai supplementari, poco dopo aver evitato non si sa come il colpo del k.o. Djordjevic con un solo tiro sbatte contro due pali. La Juve si prende questa coppa col protagonista di riserva, Matri, lesto a riprendere un palla che esce da un contrasto tra Tevez e Mauricio. Lazio più bella e sfortunata, Juve più solida, cinica e fortunata. Se la dea bendata sbircia giù fino al 6 giugno, non ci sarà limite ai record. E’ stata una sfida veloce, combattuta metro su metro, ma non spettacolare. Come capita spesso alle finali. Per l’occasione Pioli ha disegnato per la prima volta dall’inizio la difesa a 3, un sistema visto una ventina di minuti a Genova contro la Samp.
La Lazio è partita a cento all’ora è in fase di non possesso effettuava un pressing micidiale. La Juve ne soffriva ma almeno questo era di certo un ottimo training in vista del Barcellona, che fa della riconquista immediata della palla il suo dogma. Una Juve disposta a cinque, come previsto, tosta e che cercava di contenere l’impeto dell’aquila con una buona occupazione degli spazi. Anche la Lazio era ben messa, con la difesa parecchio alta e un Candreva libero di muoversi per raccogliere palloni e agire dietro la linea delle punte. Con le due squadre senza “vuoti” di posizione, non è stato un caso che i due gol del primo round siano arrivati da calci piazzati. La Lazio l’ha trovato all’alba della sfida, con la punizione causata da Pogba su Candreva e battuta da Cataldi. Zuccata di Radu vincente in mezzo a Pirlo e Pogba. Storari non ci poteva fare nulla dato che la palla è finita con forza vicino all’incrocio. La Juve ha reagito, è uscita dal guscio e ha pareggiato presto: punizione di Pirlo, torre di Evra per la stupenda mezza rovesciata di Chiellini sotto la traversa. Da lì è continuata una partita a scacchi. In generale la Lazio ha osato di più (bastava vedere la timidezza di Vidal che preferiva coprire le spalle a Lichtsteiner e Pirlo che proporsi da trequartista) ma ha avuto l’unica vera occasione con palla in movimento quando Felipe Anderson è scattato in ripartenza, ha messo in mezzo e Cataldi che non è riuscito a dar forza al tiro. Il secondo round è proseguito sulla falsariga del primo. Lazio che manteneva il comando del gioco e cercava qualche varco con Candreva, mister generosità ma troppo propenso a portar palla anche per la latitanza del magico Anderson che in questo frangente sembrava mister normalità. Il ritmo continuava ad essere elevato ma la sfida s’è trasformata in poco tempo in un autoscontro, nel senso che prevalevano i contrasti e i duelli individuali. E poi nella sagra degli errori. Troppi, davvero, in fase d’impostazione e di passaggio.
Nella Juve si segnalava il solito Tevez, scatenato nell’impostare le ripartenze, inesauribile in fase di copertura. Carlitos settepolmoni. Stanca di continuare a sbattere contro i difensori bianconeri, la Lazio ha provato con i tiri da fuori dei vari Parolo e Candreva. Niente da fare. Allora via coi cambi: dentro Mauricio per l’infortunato Radu, con De Vrij spostato a sinistra e Djordjevic per uno spento Klose. Allegri ha risposto con Pereyra per Pogba, ancora non in condizione (normale) e Matri per Llorente, statico ma per nulla servito. Guarda caso sono stati i centravanti di riserva ad avere le occasioni migliori. Il serbo, servito da un gran lancio di Parolo, si è trovato a tu per tu con Storari ma gli ha “appoggiato” la palla tra le braccia. Matri invece ha addirittura segnato, pescato da Pirlo. Ma l’arbitro ha annullato per fuorigioco che non c’era, anche se per millimetri. Poi i supplementari, che regalano alla Juve il successo e il sogno del triplete.
tratto da La Gazzetta dello Sport