É il 21 Agosto 1977 e Sambenedettese e Juventus si sfidano nella prima giornata del girone eliminatorio della Coppa Italia 1977-78 allo Stadio ‘Fratelli Ballarin‘ di San Benedetto del Tronto.
É una Juventus che domina il calcio italiano. In campionato nessuno puo starle dietro tant’é che al secondo posto si afferma la sorpresa Lanerossi Vicenza. Per quanto riguarda la coppa nazionale i bianconeri si devono arrendere al secondo gruppo eliminatorio.
Buona Visione!
Stagione 1977-1978 – Coppa Italia – Eliminatorie, 1ª giornata
San Benedetto del Tronto – Stadio Fratelli Ballarin
Domenica 21 agosto 1977 ore 17:00
SAMBENEDETTESE-JUVENTUS 0-2
MARCATORI: Bettega R. 4, Benetti 63
SAMBENEDETTESE: Pigino, De Giovanni, Agretti, Melotti, Giani, Odorizzi, Bozzi, Valà, Chimenti, Guidolin, Traini
Allenatore: Marino Bergamasco
JUVENTUS: Zoff, Cuccureddu, Cabrini, Gentile, Morini, Spinosi, Causio, Tardelli (Fanna 74), Boninsegna, Benetti, Bettega R. (Virdis 67)
Allenatore: Giovanni Trapattoni
ARBITRO: D’Elia
COPPA ITALIA, JUVENTUS ALL’INGLESE
I campioni d’Italia hanno vinto (2-0) a S. Benedetto del Tronto contro una squadra brava e grintosa –
Gol di Bettega e Benetti (Dal nostro inviato speciale)
San Benedetto del Tronto, 21 agosto.
Era importante partire bene perché nei tornei brevi l’inizio conta molto, e la Juventus vincendo a San Benedetto (2 a 0) ha cominciato benissimo creando le premesse per superare il turno di qualificazione della Coppa Italia. Abbiamo visto una Juventus forse non ancora all’apice della forma, con qualche giocatore «importante» in ritardo di preparazione, ma ciò nonostante abbiamo ammirato una squadra grintosa e che sa battersi per il risultato. I bianconeri, campioni d’Italia, hanno confermato la loro potenza atletica, il loro bagaglio di classe, la loro adattabilità a circostanze ambientali diverse.
Favoriti dal gol iniziale dì Bettega, gli juventini hanno potuto affrontare il veloce avversario senza l’orgasmo del risultato. Infatti toccava ai padroni di casa rischiare nella speranza di rimontare, si è visto qualche sfasamento difensivo, si sono notati alcuni érroni nei disimpegni, ma la sicurezza dei reparti — presi nel complesso — è risultata evidente all’urto degli assalti dei rossoblu. Dal veloci contropiedi i bianconeri potevano anche piazzare la botta decisiva, ma un po’ per sfortuna, un po’ per imprecisione dei tiri, il risultato è rimasto a lungo legato a quell’unico gol di Bettega segnato al 3′ minuto.
Nonostante la notevole pressione esercitata, i marchigiani quasi mai sono riusciti ad impensierire Zoff, se si esclude al 21′ quando Chimenti, su calcio di «punizione a due» in area, colpiva la base del montante. Il secondo gol di Benetti (64′) chiudeva definitivamente la partita. Nelle file dei marchigiani subentrava la rassegnazione e ne approfittavano gli ospiti per inscenare una strana e poco decorosa «melina» fischiatissima dal pubblico.
Una grande parata di Zoff a pochi minuti dalla fine, toglieva alla Samb il piacere del gol della bandiera. Nonostante il risultato e l’andamento del gioco, la partita è stata «sofferta» dai torinesi, proprio come aveva previsto Trapattoni. La Sambenedettese si è confermata una bellissima squadra di serie B, giocando secondo il costume dei cadetti. Nelle sue file si sono notati giocatori di buona classe, ma hanno impressionato il ritmo e la grinta che a volte ha raggiunto i limiti dell’aggressione. Forse non c’è stata cattiveria in alcuni interventi, ma i pericoli erano tempi migliori. Cabrini è stato impreciso, Cuccureddu pure. Bettega invece merita un discorso a parte. E’ stato l’uomo-partita, ha segnato il primo gol con un salto stupendo deviando un cross di Benetti, ed ha propiziato la seconda rete con un’azione difficilmente ripetibile: ha scartato un avversario, ha attirato su di sé un secondo difensore, ne ha aggirato un altro ed ha scavalcato il «libero» con un pallonetto che Benetti ha messo in rete. Un gol stupendo che ha suscitato un caloroso e generale applauso.
Trapattoni subito dopo ha mandato in campo Virdis concedendo il riposo a Bettega, che è uscito tra l’entusiasmo degli juventini e degli avversari. Virdis e Fanna hanno giocato soltanto l’ultimo scampolo della partita. Fanna ha preso il posto di Tardelli, Virdis, come già detto, quello di Bettega. I due ragazzi non hanno potuto fare molto. Pioveva, faceva caldo e tirava uri vento noioso di maestrale. Attaccava la Sambenedettese come aveva promesso Bergamaschi, ma al primo contropiede la Juventus passava. Era il terzo minuto. Tardelli lanciava a Benetti che da destra crossava lungo, superando il mucchio dei difensori. Bettega era pronto a volare colpendo di testa spiazzando Pigino.
Nella ripresa i padroni di casa rallentavano il ritmo e la Juventus prendeva il sopravvento controllando il gioco con sicurezza. Al 64′ il secondo gol: realizzava Benetti di testa su azione personale di Bettega. Riprendeva a diluviare come prima della gara. Non c’era tempo per i commentì. Trapattoni era soddisfatto del risultato e accettava qualche critica. Bergamaschi si dichiarava contento del gioco dei suoi.
Hanno assistito alla partita 18 mila spettatori, il massimo consentito dalla capienza dello Stadio comunale di San Benedetto. L’incasso è stato assai vicino ai 90 milioni, esattamente il doppio del record stabilito lo scorso anno in occasione della partita del «derby » con l’Ascoli. Roberto Bettega ancora una volta l’uomo-partita per la Juve.
Non ci sentiamo di criticare troppo chi ha pensato a proteggere gli stinchi e le caviglie. In serie B si gioca cosi. Piuttosto c’è da rimanere perplessi per la leggerezza con cui i membri della Commissione arbitri nazionali mandano in giro direttori di gara giovani su campi cosi difficili. D’Elia non ha commesso grossi errori, forse ha sorvolato con eccessiva generosità su un vistoso fallo di mano in piena, area marchigiana, ma non ha saputo frenare il gioco duro e intimidatorio a cui abbiamo assistito. Benetti è finito sul taccuino del direttore di gara come il cattivo di turno. Era stato preceduto da Odorizzi per doppio fallo nel breve spazio di trenta secondi, ma ben altri avrebbero dovuto anticipare e seguire i due ammoniti.
La Sambenedettese è forte. Bergamaschi l’allena con molta intelligenza, farà molta strada nel Campionato di B. Bozzi (un ex del Torino) e Vaia si intendono già a meraviglia, Guidolin combatte e corre con efficacia, Chimenti è un centravanti che ha soltanto il difetto di avere 32 anni: possiede scatto e determinazione, e anche quel pizzico di cattiveria che serve sempre. Ha creato guai continui a Morini, forse non ancora a punto per poterlo anticipare. Concedere la palla a Chimenti vuol dire rimediare brutte figure.
L’elogio della Sambenedettese apre il discorso sulla Juventus. D’accordo che esiste una notevole differenza di valori, ma l’incompleta preparazione sovente avvicina le distanze tecniche perché la classe serve a poco quando non è sorretta dal fisico. Vediamo il caso di Causio. E’ un campione, lo sappiamo tutti, ma quando non è in forma piena si intestardisce in dribbling inutili che rallentano il gioco. Così dicasi di Boninsegna. Benetti ha corso molto, Tardelli è uscito alla distanza dopo aver commesso molti errori, Gentile non è ancora il prepotente suggeritore di manovre.
Giulio Accatino
tratto da: La Stampa 22 Agosto 1977