21 Agosto 1988: Cosenza – Juventus

É il 21 Agosto 1988 e CosenzaJuventus si sfidano nella prima partita del Girone Eliminatorio 4 della Coppa Italia 1988-89 allo ‘Stadio San Vito’ di Cosenza.

É la prima partita ufficiale della Juventus stagione 1988/89. Guidata in panchina dalla ‘leggenda bianconera’ Dino Zoff, i bianconeri faranno un campionato abbastanza soddisfacente . Infatti concluderanno la Serie A in quarta posizione, mentre in Coppa UEFA ci si ferma ai quarti di finale.

Per quanto riguarda la Coppa Italia i nostri eroi saranno eliminati nella secondo turno di gironi eliminatori.

Buona Visione!

 


cosenza


Stagione 1988-1989 – Coppa Italia – 1° turno, 1ª giornata eliminatorie
Cosenza – Stadio San Vito
Domenica 21 agosto 1988 ore 20.45
COSENZA-JUVENTUS 0-0
COSENZA: Simoni, Presicci, Lombardo (Poggi 46), Bergamini, Napolitano, Castagnini, Galeazzi (De Rosa 55), Venturin (Marino 71), Lucchetti, Urban, Padovano
Allenatore: Bruno Giorgi

JUVENTUS: Tacconi, Bruno, De Agostini, Bonini, Brio, Tricella, Mauro, Rui Barros, Altobelli, Marocchi, Laudrup
Allenatore: Dino Zoff

ARBITRO: Pezzella


 

La Juve chiede aiuto a Zavarov 

A Cosenza pareggio senza reti per i bianconeri troppo leggeri a centrocampo 

Partita con poche emozioni – 

Tricella, il migliore con Altobelli, evita il gol beffa – 

In difficoltà Rui Barros e Marocchi 

Passo da lumaca per la Giovane Signora 

dal nostro Inviato FRANCO BADOLATO 

COSENZA — Presto, Aleksander Zavarov, non indugiare. La Juventus ha bisogno di te, non farla aspettare ancora. Ieri sera a Cosenza tutto quello che di buono la nuova squadra di Zoff aveva messo in mostra nelle partite amichevoli, è rimasto nelle intenzioni. Qualcosa la Juve può aver pagato nello scendere a giocare in uno stadio fornace dopo il giorno di ossigenazione ai 1200 di Camigliatello Silano. Qualcosa ha dovuto certamente concedere alla vivacità della squadra cosentina. Ma a centrocampo, è fuori di dubbio, la Juve ha mostrato tutti i limiti di una formazione leggerìna e senza cervello. Rui Barros ha svolto il suo compitino fatto di grandi rincorse, arruffati tentativi di conquistare palla. Ma dov’è Mauro, inesistente per tutta la partita, quanto deve ancora crescere Marocchi, perché Laudrup gioca a corrente alternata il primo incontro da riconfermato speciale?  

Già due ore prima dell’inizio lo stadio è stracolmo. Tra le 17 e le 18 lunghissime code al casello autostradale. Almeno 26 mila gli spettatori sugli spalti che non ne tengono più di 22 mila. Ma l’entusiasmo in queste occasioni è più forte di ogni altra considerazione: sicurezza, caldo. Le squadre sono accolte dai fuochi d’artificio mentre una luminaria rosso fuoco illumina il perimetro dell’unica curva esistente in questo terreno di gioco in cui la Juve non gioca dal lontano 1953. Medaglie e riconoscimenti per la Juve e per Zoff si sprecano. Poi Pezzella dà il via all’incontro. 

Sventola tra le tante bandiere anche un vessillo con falce e martello, il segno che Zavarov è già presente. Ma la Juve prova per ora a farsi grande con Laudrup e Rui Barros. E sulla schiena dei difensori juventini corrono subito brividi imprevisti, sudori freddi. Dopo soli 30 secondi Brio è inspiegabilmente fuori posizione su un’incursione centrale di Lucchetti. Per fortuna di Tacconi, il centravanti tocca debolmente in mezzo e Tricella può rimediare, evitando un gol beffa. 

La squadra si schiera, secondo il modulo classico, con Bruno e De Agostini a presidiare le fasce, Marocchi e Bonini (al posto dello squalificato Galia) in mediana, Rui Barros al centro. Mauro e Laudrup sulle ali ma molto arretrati, Altobelli unica punta. La Juve appare come contratta, il gioco del Cosenza, spumeggiante di intenzioni, la costringe a fare straordinari di corse e fatica. Ma è una Juve che stenta a far decollare il suo gioco. La tanto decantata velocità di esecuzione si nota solo al 9′ quando Bonini, Rui Barros e Laudrup riescono finalmente a verticalizzare. Ma un difensore mette una gamba provvidenziale sulla conclusione del danese. L’azione si sviluppa mentre il Cosenza è in inferiorità numerica, l’ala Padovano, già dolorante a una spalla, subisce un fallo da Bruno e Mauro (in raddoppio di marcatura) all’8 e rientra solo al 10′. In tempo (12′) per farsi notare con un bel tiro ravvicinato tamponato in corner da un Tricella puntuale e senz’altro più in palla degli altri difensori bianconeri, troppo spesso saltati dalle rapide incursioni dei calabresi neopromossi in B e allenati dall’ex tecnico del Brescia, Bruno Giorgi. 

E’ una Juve impacciata, dunque, quella che si batte, pur con ardore encomiabile, nel primo tempo. Ma nei primi 15′ quattro falli compiuti dai giocatori bianconeri per frenare l’irruenza del Cosenza ci sono parsi francamente troppi, sintomo di una mancanza di sicurezza, perlomeno. La partita si trascina senza grosse emozioni nell’attesa del botto bianconero. Al 27′ il portiere cosentino Simoni esce bene nella sua area per arpionare un corner di Marocchi. Alla mezz’ora Pezzella richiama Brio e Castagnini rei di scaramucce (tentate gomitate) nell’area bianconera. Un minuto più tardi una salva di fischi saluta la prima conclusione di Rui Barros, un tiro fuori bersaglio. E’ ancora il Cosenza a costringere Tacconi a una parata (facile) su tiro al volo di Padovano ben lanciato da GaleazzL Nell’occasione Padovano ha preso in corsa tre metri a Bruno. 

Sul finire del tempo gli animi si surriscaldano. Tricella deve usare le maniere forti (35′) per placare il furetto Urban, un metro e 65 d’altezza, ecco un altro rivale da statistiche per Rui Barros. Sul taccuino di Pezzella finiscono cosi i nomi di Bergamini e De Agostini. Quest’ultimo (43′) conclude fra le braccia di Simoni un’azione susseguente a calcio di punizione. Un fallo subito da Altobelli sull’unico tentativo profondo di sfondare la difesa cosentina in velocità. 

Nella ripresa Giorgi presenta l’ex granata Poggi (squadra Primavera) al posto del terzino Lombardo. Mancano cosi i due titolari, essendo già rimasto fuori fin dall’inizio per infortunio l’ex interista Rivolta, fermo per uno stiramento. Fra il 51′ e il 54′ la Juve costruisce due palle gol, la prima è mandata fuori di poco da Laudrup (tiro senza troppe pretese), la seconda centra lo specchio della porta ed è firmata nientemeno che da Altobelli, magari a lungo fuori dal gioco, ma sempre concretissimo. La sua botta è però bloccata a terra da un attento Simoni. Vigile deve stare anche Tacconi, che al 63′ sorveglia tra i pali che un cross di Venturi deviato di testa da Urban (sempre lui, s’è aggiudicato il duello con l’altro piccoletto, Barros) finisca davvero sopra la traversa, smorzato da rete e paletto esterni.

Grazie all’aiuto di un difensore — capitan Castagnini — che ne smorza la violenza, Simoni sventa (69′) anche una conclusione ravvicinata di Rui Barros su cross radente di De Agostini, alla sua prima incursione sulla fascia sinistra. E la partita finisce li. Se vogliamo, tanto per citare un epidosio curioso, all’88’ Mauro si mette di mezzo per colpire di testa un pallone su cui avrebbe potuto intervenire con miglior esito Rui Barros. Ma, immaginate un po’. Il piccolo portoghese che deve tentare a due minuti dalla fine il miracolo su cross di Altobelli, con Tricella senz’altro l’unico da salvare pienamente in questa prima serata senza vittoria della gestione Zoff. 0-0 

tratto da: La Stampa 22 Agosto 1988



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