21 Novembre 1999: Juventus – Milan

É il 21 Novembre 1999 e  Juventus e Milan si sfidano nella Decima Giornata del Girone di Andata del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1999-2000 allo Stadio ‘Delle Alpi’ di Torino.

La Juventus é guidata in panchina da Carlo Ancelotti e sembrerebbe in rampa di lancio per conquistare un altro Scudetto. Peró una grande Lazio, un epilogo da campionato non da Vecchia Signora, ed un signore fornito di ombrello in un campo piú da pallanuoto che di calcio, ‘ruba’ un tricolore piú che meritato. Il Milan (campione d’Italia in carica) dall’altra parte é guidato in panchina ancora da Alberto Zaccheroni si posiziona al terzo posto comunque lontano dalla squadra campione.

Buona Visione! 


juventus

 

Stagione 1999-2000 – Campionato di Serie A – 10 andata
Torino – Stadio Delle Alpi
Domenica 21 novembre 1999 ore 20.30
JUVENTUS-MILAN 3-1
MARCATORI: Zidane autorete 21, Conte A. 23, Inzaghi 51, Kovacevic 90+3

JUVENTUS: Van der Sar, Ferrara C., Montero, Iuliano, Birindelli (Pessotto 66), Conte A., Tacchinardi, Zambrotta (Mirkovic 88), Zidane, Inzaghi (Kovacevic 86), Del Piero
Allenatore: Carlo Ancelotti

MILAN: Abbiati, Sala, Costacurta (Ayala 53), Maldini P., Helveg, Albertini, Gattuso (Serginho 60), De Ascentis, Boban (Leonardo 75), Bierhoff, Weah
Allenatore: Alberto Zaccheroni

ARBITRO: De Santis


La Signora è stata di parola 
«Più qualità», aveva chiesto Umberto Agnelli 

TORINO Lo speaker urla «ha segnato Superpippo Inzaghi» e la tribuna dei Cento scatta in piedi come un sol uomo. E’ il secondo minuto della ripresa, e sulla faccia di Galliani è appena calato come un velo di leggera tristezza. Qualche poltrona più in là Umberto Agnelli si è già alzato, donna Allegra esulta, è la Juve che va. 

«Dopo questo gol, c’è solo da sperare che la squadra continui cosi», 

dice Umberto Agnelli. Un’ora prima, un attimo prima di entrare al Delle Alpi, aveva detto che avrebbe voluto vedere «la Juve del derby». Stesse parole di Ancelotti, ma con un appunto non da poco: 

«La vorrei vedere con più qualità». 

E si va avanti così, tra l’apprensione per l’uscita di Zidane e li qualcuno si mette le mani nei capelli – e 

«Inzaghi che non ingrana, è sempre in ritardo, quell’attimo che basta». 

Ma questo è il primo tempo, quando si è ancora agli scambi di cortesie e di strette dì mano, quando l’avvocato Chiusano deve ancora prendere posto, quando si guarda il tabellone che segna 2 gradi. Fa freddo, la tribuna vip si stringe in piumini e Woolrich più che imbottiti, e persino i carabinieri in alta uniforme sembrano tremare nei loro mantelli neri, baciamano discreti, siamo o non siamo a Torino? Passa il presidente della Federcalcio Nizzola, passa Martina Colombari in cappellone nero antifreddo. Lassù il cielo è buio e tira un’aria gelida che costringe anche i veri sportmen a tirare fuori i guanti. Al gol del Milan si irride al razzo rosso lanciato dai rossoneri. Un ping pong tra tifoserie opposte, poi scatta la polizia, 

«è sempre cosi, ogni volta. Non cambia mente». 

All’intervallo, coffee break e scambi di saluti. Pettegolezzi sparsi: 

«Galliani ha chiesto un biglietto per sé e uno per la signora». 

Ma Galliani fende la folla solo e scortato dai suoi (uomini). La ex signora Galliani 

«c’è, è appena passata, ma era assieme ad un’amica, credo milanese». 

Sorvegliato per altri motivi Maurizio Laudi, procuratore aggiunto di Torino nonché giudice sportivo. 

«Ma che bella partita»,

si lascia scappare ironico, e per sfuggire a qualsiasi richiesta di commento si rifugia praticamente nelle braccia del questore di Torino. 

«C’è Briatore». 

«E lei c’è?». 

«Ma lei chi?». 

«Ma la Campbell». 

Qualcuno a Torino ha dimenticato che l’ex pilota con Naomi non ci sta più da un pezzo. Ma pazienza se non si sta dietro al gossip internazionale e cuneese. L’importante sono gli striscioni e le bandiere, anche se visti così da lontano, da un posto così protetto e chiuso, che palpita e tifa, ma sempre e solo da lontano. Eppure i «Fighters» ci stanno dando dentro con i tamburi, il «Club Dea Diano Marina» pure, e le ragazze sono rosse di freddo, 

«si vince, si vince, questa volta tornano a casa bastonati». 

Galliani non ride più, gli òcchi dei maligni erano tutti per lui e lui alla fine se ne va con un sorriso tirato. Se ne va anche l’avvocato Franzo Grande Stevens, e dietro tutti gli altri, a raccontarsi di una notte in cui al delle Alpi c’era uno striscione bellissimo che diceva 

«Milan, consolati con la Coppa del Nonno». 

Cattiverie torinesi.

Brunella Giovara 
tratto da: La Stampa 22 Novembre 1999


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