É il 22 Dicembre 2000 e Juventus e Roma si sfidano nella dodicesima giornata del girone di andata del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 2000-01 allo Stadio ‘Olimpico’ di Roma.
La Juventus guidata in panchina da Carlo Ancelotti sta sfidando proprio la Roma di Fabio Capello per la conquista dello Scudetto. Alla fine peró sará solo un amarissimo secondo posto per i bianconeri. A fine stagione ci saranno solo recriminazioni per un titolo che ci poteva stare benissimo.
Buona Visione!
Stagione 2000-2001 – Campionato di Serie A – 12 andata
Roma – Stadio Olimpico
venerdì 22 dicembre 2000 ore 20:30
ROMA-JUVENTUS 0-0
ROMA (3-4-1-2): Lupatelli, Aldair, Samuel, Zago, Cafu, Tommasi, Guigou, Candela, Totti (Montella 85), Batistuta, Delvecchio M.
A disposizione: Antonioli, Rinaldi, Mangone, Nakata, Lanzaro, Balbo
Allenatore: Fabio Capello
JUVENTUS (4-3-1-2): Van der Sar, Paramatti, Ferrara C., Iuliano, Pessotto G., Conte A. (Zambrotta 74), Tacchinardi, Davids, Zidane, Trezeguet (Bachini 90+2), Inzaghi (Kovacevic 67)
A disposizione: Rampulla, Zanchi, Brighi Mat., Fonseca
Allenatore: Carlo Ancelotti
ARBITRO: Borriello
AMMONIZIONI: Tacchinardi, Davids, Pessotto G., Davids 90+1 (Juventus); Aldair (Roma)
ESPULSIONI: Davids 90+1 (Juventus)
LE PAGELLE DEI BIANCONERI
Van der Sar gatto a nove code
Conte s’arrende soltanto a una scarpataVAN DER SAR 8. Gatto a nove code, è risorto in questo avvio di inverno dopo aver visto lo scorso autunno la profondità del baratro. Rimanda indietro un colpo di testa di Batistuta su punizione di Cafu. E soprattutto: salva di piede (con spaccata da ginnasta adolescente) sul diagonale di Totti, solo e teoricamente già proiettato verso la Curva Sud.
PARAMATTI 6. Disinvolto, comincia con brio, controllando il girotondo di Delvecchio, punta virtuale. Quando Candela spinge sull’acceleratore si impantana un po’.
FERRARA 6,5. E’ più frequente che Batistuta mastichi nella sua zona. Con esperienza e olio di gomito se la cava benone. E nel finale colpisce il palo con inzuccata da corner.
IULIANO 6,5. Fa il padrone sulle palle alte, nessuno sale più su di lui. Elegante anche nell’anticipo.
PESSOTTO 5,5. Già ammonito nel primo tempo, trattiene pericolosamente Totti nei dintorni dell’area, prima che il Pupone finisca a terra, inciampando nei suoi stinchi. Scivola, lasciando a Totti la palla più ghiotta della partita e della stagione. Unico merito: Cafu non incide come al solito.
CONTE 6,5. Dopo soli cinque minuti prova a scardinare la partita con avvitamento aereo, ma l’inzuccata è intercettata dal miracolo di Lupatelli. Contiene Candela e finisce la sua partita prima del dovuto perchè l’argentino Samuel gli passeggia sulla caviglia
(dal 29′ st Zambrotta a sv: si schiaccia sulla destra a limitare le voglie di Candela).
TACCHINARDI 6. Nella tonnara di metà campo, si agita nel bene (interdizione gagliarda) e nel male (ammonizione troppo rapida che gli impedisce di intensificare l’opera ruvida).
DAVIDS 5,5. Fatica a ritrovare ritmi a lui congeniali, sembra quasi che vada a tre cilindri. Ancelotti lo ringrazia per un paio di recuperi su Totti lanciato a pieni giri verso la porta. Espulso nel finale (doppia ammonizione), salterà per squalifica la prima sfida del 2001 contro la Fiorentina di Rui Costa e Chiesa.
ZIDANE 6,5. Vicino alla forma migliore, faro della manovra, compare e scompare all’improvviso. Piccoli nei: la gestione dei calci piazzati.
TREZEGUET 6. Sponda dinamica, capisci al volo che non vede l’ora di esplodere il tiro che fece male all’Italia di Zoff. Non trova occasioni adeguata, ne assistenza da un compagno latitante
(dal 48′ st Bachini sv: pochi istanti in pieno recupero per mettere mattoni in mezzo al campo dopo l’espulsione di Davids).
INZAGHI 5,5. Debilitato dall’influenza e dalla successiva cura antibiotica, vaga molle pelli campo. Appare d’improvviso, ad inizio ripresa: la battuta volante dopo duetto con Zidane muore di poco a lato, con Lupatelli incantato e impotente
(dal 22′ st Kovacevic 6: dal suo ingresso in giù, la Juventus si accorge di poter ferire).
ANCELOTTI 6,5. La Juve cresce, nonostante qualche cavallo di razza ancora opaco (Davids, Inzaghi).
Giancarlo Laurenzi
tratto da: La Stampa 23 dicembre 2000