É il 22 Settembre 1985 e Juventus e Pisa si sfidano nella terza giornata del girone di andata del Campionato di Calcio di Serie A 1985-86 allo Stadio ‘Comunale’ di Torino.
La Juventus si appresta a vincere il suo ventiduesimo tricolore con una squadra che sta vivendo sugl’ultimi spiccoli di splendore di ‘LeRoi’ Michel Platini. Allenati da Giovanni Trapattoni (al suo ultimo campionato alla Juve prima di trasferirsi all’Inter) i bianconeri mettono a distanza la Roma di Sven Goran Eriksson vincendo ‘in volata’ lo Scudetto. Il Pisa dal canto suo deve arrendersi alla dura realtá e saluta il massimo campionato ed approda in Serie B.
Buona Visione!
Stagione 1985-1986 – Campionato di Serie A – 3 andata
Torino – Stadio Comunale
Domenica 22 settembre 1985 ore 16.00
JUVENTUS-PISA 3-1
MARCATORI: Serena A. 25, Laudrup 66, Kieft 69, Serena A. 83
JUVENTUS: Tacconi, Favero, Cabrini, Bonini, Brio, Scirea, Mauro (Pin 65), Manfredonia, Serena A., Platini, Laudrup (Pacione 84)
Allenatore: Giovanni Trapattoni
PISA: Mannini, Colantuono (Chiti 71), Volpecina, Mariani, Ipsaro Passione, Progna, Berggreen, Armenise (Muro 60), Kieft, Giovannelli, Baldieri
Allenatore: Vincenzo Guerini
ARBITRO: Pezzella
Serena-Laudrup, coppia da gol
Laudrup non si esalta e ammonisce «Le partite-verità devono arrivare»
Il Pisa battuto per 3-1 con una doppietta dell’ex granata ed una rete del danese che ha avuto pregevoli spunti di gioco – Kieft a segno per i toscani – I bianconeri, senza, problemi contro avversari poveri di peso, hanno mostrato evidenti progressi –
Oltre ai due attaccanti sono piaciuti Manfredonia e Bonini –
Utile Mauro nei crossTre gol al Pisa e la Juventus è sola la comando. E’ stata una giornata facile e felice, senza problemi se si esclude il gran caldo, una giornata che ha dato belle risposte a certi interrogativi di fondo sulla crescita collettiva della squadra di Trapattoni. In verità non si trattava proprio di interrogativi, e tantomeno di dubbi. Era piuttosto una curiosità, constatare quanto ci avrebbe messo la nuova Juve ad esprimere in campo, coralmente, la piena potenzialità del suo materiale tecnico. La partita col Pisa ha dimostrato in fondo quel che tutti già sapevano, che la Juventus in fuga merita attenzione e ri spetto: come al solito, più del solito. Non vorremmo, a questo punto, che chi non ha visto la partita pensasse ad una prova Impeccabile dei bianconeri.
Ci sono stati errori, momenti di noia, cadute di ritmo, imprecisioni e pure incomprensioni fra i giocatori ed il Pisa, così temuto alla vigilia, si è rivelato nei fatti un semplice e diligente sparring partner. Ma gli sprazzi di bel calcio ammirati domenica scorsa a Como si sono diciamo cosi dilatati, come squarci sempre più ampi di sereno in un cielo di nubi: e allora abbiamo visto Serena e Laudrup, Manfredonia che apprezziamo sempre più, persino Mauro che sa rendersi utile é prezioso malgrado qualche dribbling di troppo, abbiamo insomma visto un bel pezzo di Juve.
Serena e Laudrup sono stati bravissimi, c’entrano i gol e anche altro, specie per il danese che ha strappato applausi con i suoi irresistibili spunti in velocità. Laudrup possiede classe pura, nessuno l’ha mai messo in dubbio. Però nella nazionale danese come nella Lazio, l’anno scorso, soffriva di frequenti vuoti agonistici. Faceva il grande numero, cioè, e poi si estraniava dal gioco incapace di dare continuità alla sua manovra e di conseguenza credibilità assoluta alle sue qualità tecniche. Questo era uno degli interrogativi bianconeri, in avvio di stagione, e ci pare che Trapattoni abbia lavorato nella giusta direzione.
La Juventus fa bene a Laudrup, è evidente, questione di ambiente e motivazioni, o forse il danese sta maturando in età ed esperienza, fatto è che ieri il ragazzino ha deliziato la platea del Comunale diventando il cocco bello dei tifosi. Laudrup ha segnato un gol spettacolare, il secondo della Juventus al 66′. Controllo, finta sull’avversario e sinistro basso a fil di palo, quasi un colpo di stecca. Però il merito va diviso con Platini che da destra, lanciato da Bonini, ha toccato all’indietro vedendo il compagno, ci passi l’immagine, con gli occhi della mente. Il segno dell’intelligenza non abbandona mai Platini, anche ieri che il francese non era al massimo della forma. Crediamo che Michel abbia sofferto il caldo, tanto che nel finale l’abbiamo visto spesso sulla fascia a cercar l’ombra della tribuna più che il cross.
Per quanto riguarda Serena, due gol e molti tentativi, una partita ricca di spunti e carattere, un’altra dimostrazione di abilità nel gioco aereo, cui peraltro si è affidata la Juventus per buona parte del primo tempo. Sei conclusioni di testa, abbiamo contato nei 45 minuti iniziali, e decine di centri per Serena, Brio, Cabrini, Manfredonia, gente che salta. I cross, quasi tutti, partivano dal piede di Mauro, il quale va lodato per la mole di lavoro anche se siamo dell’opinione che i centri, per essere davvero pericolosi, vadano effettuati dal fondo. Serena, comunque, non ci ha fatto caso e al 25′ su punizione da destra di Mauro, ha anticipato Mannini buttando di testa nel sacco. Il portiere del Pisa è uscito male, okay, e Serena ha pure allungato un gomito, tuttavia il gol è stato uno zuccherino, molto bravo l’attaccante per stacco e tempismo.
Il Pisa, incassato il colpo, ha continuato senza cambi di ritmo la sua partita diligente e bellina ma assolutamente povera di peso. Due occasioni hanno avuto, i ragazzi di Guerini, al 3′ con Baldieri e al 30′ con Berggreen, ma Tacconi ha parato. Ed il gol di Kieft al 70′ è stato un regalo di Scirea, il quale solo in area ha litigato col pallone che gli si era impigliato fra i piedi ed ha permesso all’olandese il facile tocco vincente. Kieft, gol a parte, si è mosso abbastanza bene, al contrario di Berggreen che non ha in pratica toccato palla, largamente battuto da Laudrup in questa speciale sfida fra danesi. Ci sono invece piaciuti Baldieri e Progna, due ragazzi di buon avvenire.
Il gol del 1-1 non ha per niente preoccupato la Juventus. E neppure i suoi tifosi, pensiamo, perché da fuori appariva chiaro che il Pisa non sarebbe riuscito nella clamorosa impresa di far pari.
Troppa differenza fra le due squadre. Sicché all’82’, quando Serena ha segnato il terzo gol, non di applausi liberatori si è trattato, di paura cacciata, bensì di ammirazione per là rapidità dell’azione e la bellezza della conclusione. Bonini, anche lui come Manfredonia autore di una partita decisamente positiva, ha lanciato Laudrup a sinistra ed il danese, in progressione, è arrivato fino a fondo campo lasciandosi dietro i difensori in affanno: centro all’indietro e Serena, da fuori area, ha colpito di sinistro e di controbalzo infilando l’angolo basso alla destra di Mannini.
FABIO VERGNANO
tratto da: La Stampa 23 Settembre 1985