É il 23 Febbraio 1986 e Bari e Juventus si sfidano nella settima giornata del Girone di Ritorno del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1985-86 allo Stadio ‘della Vittoria’ di Bari.
La Juventus si appresta a vincere il suo ventiduesimo tricolore con una squadra che sta vivendo sugl’ultimi spiccoli di splendore di ‘LeRoi’ Michel Platini. Allenati da Giovanni Trapattoni (al suo ultimo campionato alla Juve prima di trasferirsi all’Inter) i bianconeri mettono a distanza la Roma di Sven Goran Eriksson vincendo ‘in volata’ lo Scudetto. I ‘galletti biancorossi’ dal canto loro devono salutare il massimo campionato italiano dopo una stagione tosta ma non all’altezza della categoria.
Buona Visione!
Stagione 1985-1986 – Campionato di Serie A – 7 ritorno
Scirea: «Adesso bisogna sfruttare il fattore camро»BARI Prima di commentare la partite, Tacconi e Scirea cedono alla commozione e rivolgono un pensiero alla memoria del dottor La Neve“Mi manca molto”, dice il portiere “vi ero davvero affezionato. Con me scherzava spesso e anch’io avevo confidenza con lui. Dopo quello di Bruxelles, per me, è stato il giorno più brutto.”E il capitano:“Sono stato dodici anni con lui – non è poco. Era molto bravo a sdrammatizzare tutto quello che succedeva, è scomparso cosi all’improvviso che quasi non riesco a rendermene conto. Lo confesso, all’inizio c’è scappata anche qualche lacrima.”Il franco successo sul Bari non ha esaltato Scirea più del dovuto“Non si può certamente dire che abbiamo gia vinto il campionato, per carita. Ora abbiamo due partite in casa che possono diventare determinanti: se riusciremo a sfruttare il fattore campo, allora avremo forse motivo per festeggiare.”Decisamente ottimista, invece, Tacconi:“Credo proprio che ce l’abbiamo fatta anche se l’ultima parola la potremo pronunciare soltanto dopo aver affrontato il Napoli. D’altra parte, quelle che ci attendono sono due partite facili mentre la Roma deve ospitare l’Inter che potrebbe giocarle qualche brutto scherzo.”Briaschi ha giocato bene e realizzato un bel gol, quello che ci voleva per ricaricare un giocatore in crisi che, dopo la segnatura, ha compiuto una bella capriola di felicitá.“Un gesto di rivincita? No, soltanto di gioia, comprendibile d’altronde perché è stata anche una rete spettacolare. Mi auguro che sia stato l’inizio di una lunga serie.”Platini ancora senza gol.“Che cosa volete farci, sono in crisi nera – scherza il francese con chi glielo fa rimarcare – comunque non abbiamo ancora vinto lo scudet- to: quella di Bari è stata semplicemente una partita che abbiamo giocato bene grazie anche ai nostri avversari che nel primi minuti hanno colpito la traversa. Se avessero segnato, non so proprio come sarebbe finita.”Allore non è più il caso di parlare di crisi?“Per qualcuno ne eravamo dentro fino al collo nonostante fossero quattro mesi che non perdevamo. Sì, a quanto pare era davvero una crisi pazzesca.”“Quanto vale questo successo? É stato soprattutto importante dimostrare di essere in buone condizioni. A dire la verita, ci eravamo riusciti anche nel derby anche se in quell’occasione il risultato era stato diverso.”Il ventitreenne Pin ha segnato il suo primo gol in serie A, un’occasione per festeggiare.“A chi lo dedico? La ri sposta mi pare superflua – replica il ragazzo – l’applauso all’inizio mi ha messo I brividi addosso. Quel gol contestato però.”“Le proteste dei baresi non erano motivate. Anch’io, a dire il vero ho avuto un attimo di incertezza vedendo che si erano fermati ma poi l’arbitro mi ha fatto cenno di proseguire e sono andato avanti.”“Aver vinto fuori casa – dice Laudrup – è importante quanto l’aver aumentato di un punto il vantaggio sulla Roma. La squadra ha ritrovato la concentrazione e la decisione agonistica che le erano mancate nel derby, una partita nella quale abbiamo sprecato davvero troppo e che ci ha indispettiti anche per il modo con il quale è stato buttato al vento un punto.”Juventus e Roma, proviamo ad assegnare le percentuali-scudetto?“Ne riparleremo all’Olimpico”, taglia corto il danese, allontanandosi prudentemente.Pier Carlo Alfonsettitratto da: La Stampa 24 febbraio 1987