23 gennaio 1983: Cesena – Juventus

É il 23 Gennaio 1983 e CesenaJuventus si sfidano nella seconda giornata del Girone di Ritorno del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1982-83 allo Stadio ‘Dino Manuzzi’ di Cesena.

I bianconeri piemontesi sono oramai considerati ‘la squadra piú forte del mondo’ avendo in rosa motli elementi della nazionale Italiana Campione del Mondo a Spagna 82, con l’aggiunta di due fuoriclasse assoluti come Michel Platini e Zbigniew ‘Zibi’ Boniek. Di fronte trovano un Cesena che sta cercando in ogni modo di evitare una dolorosa retrocessione. A fine campionato la Juventus finirá in seconda posizione dietro la Roma di Nils Liedholm mentre i romagnoli saluteranno la Serie A non senza rimpianti.

Buona Visione!

cesena

 

Campionato di Serie A 1982-1983 – 2 ritorno
Cesena – Stadio Dino Manuzzi – Domenica 23 gennaio 1983
CESENA-JUVENTUS 2-2
MARCATORI: Schachner 17, Schachner 27, Brio 29, Bettega 61

CESENA: Recchi, Benedetti, Arrigoni, Piraccini, Mei (Oddi 82), Ceccarelli, Gabriele, Buriani, Schachner, Genzano, Garlini
Allenatore: Bruno Bolchi

JUVENTUS: Zoff, Gentile, Cabrini, Bonini, Brio, Scirea, Marocchino (Bettega 46), Tardelli, Rossi P. (Galderisi 73), Platini, Boniek
Allenatore: Giovanni Trapattoni

ARBITRO: Mattei



Il Cesena, in vantaggio con due gol dell’austriaco, subisce poi la reazione di una squadra finalmente sbloccata
La Juve si ribella a super-Schachner
Contestatissima dai bianconeri la seconda rete del numero 9 per un suo precedente fallo, Gentile ammonito dall’arbitro Mattei Un grande Platini nella ripresa spinge la squadra, che aveva rischiato il tracollo, a sfiorare il successo (dopo il pari di Bettega, palo di Boniek)

CESENA – La classifica non s’è mossa, ma la Juventus s’è sbloccata dopo aver rischiato il tracollo definitivo prima per proprie manchevolezze e per meriti del Cesena. poi per un grave errore di Mattei, negativo sostituto del sospeso. Casarin. L’ultima cambiale del Mundial i campioni l’hanno pagata per 25 minuti, durante i quali hanno subito l’uno-due di Scha chner cui l’influenza e gli antibiotici, anziche debilitario hanno moltiplicato le forze.

Qualsiasi altra squadra sarebbe finita ko dopo i micidiali contropiede dell’austriaco non la Juventus che, furibonda con Mattei e il suo guardalinee che avevano convalidato il raddoppio malgrado fosse viziato da un evidente fallo di Schachner su Gentile, ha trovato la forza e la determinazione per rimontare e sfiorare un clamoroso successo grazie a Brio, Bettega e a un Platini che ha riscattato nella ripresa un primo tempo anonimo.

In questi 25 minuti iniziali i campioni d’Italia, irriconoscibili, avevano toccato il fondo. Senza nerbo, senza schermi accettabili, senza idee, prigonieri di una sorta di vuoto mentale, erano partiti con l’intenzione di lasciarsi aggredire per colpire di rimessa, ma finivano per essere infilati non appena si rovesciavano nella metà campo avversaria. Il primo campanelio d’allarme al 7′ quando, su passaggio sbagliato di Tardelli, l’ottimo Buriani scattava e sciabolava profondo verso Schachner sul quale, di piede, liberava Zoff uscito tempestivamente fuori arca di rigore.

La nuova formula, con l’evanescente (e maltrattato) Rossi unica punta, con Boniek a fungere da spalla mobile sul centro-destra e raramente a sinistra, con Marocchino ala tornante, non dava risultati apprezzabili sia per le attente marcature del Cesena che per il senso d’impotenza degli juventint ieri in divisa azzurra. Il contropiede che doveva essere la nuova arma, diventava un boomerang non appena la Juventus accennava a scoprirsi. Al 16′ veniva puntualmente castigata. Un rinvio di Mei, nella tre quarti di campo romagnola si trasformava in un lunghissimo lancio sul quale con felice intuizione si catapultava Schachner che bruciava Brio, penetrava in area edi destro, in controbalzo, batteva l’incolpevole Zoff.

Un gol che lasciava di sale la Juventus e le migliaia di suol sostenitori, esaltando il grosso del pubblico (33 mila spettatori per un incasso record di circa 350 milioni e tutto il Cesena. La Juventus abbozzava una reazione con un tiro a lato di Scirea da una ventina di metri, ma al 25 incassava la seconda mazzata Un passaggio indietro di Scirea era intercettato sulla metá campo da Pieraccini che serviva Schachner scollatosi da Brio. Il centravanti veniva affrontato da Gentile e con Cabrini pronto a intervenire, sgusciava largo dal sandwich aiutandosi con braccia e gomiti, puntava poi su Zoff dribblandolo e segnando di sinistro.

Mentre Schachner, che mal era andato a bersaglio contro la Juventus, veniva sommerso dai compagni. L’arbitro era circondato dai torinesi, che poi si spostavano verso il guardalinee il quale, pur trovandosi vicinissimo all’azione, aveva tenuto abbassata la bandierina. Gentile uriava le sue proteste, lo stesso faceva Tardelli che era sfiorato da una radiolina transistor lanciatagli da uno spettatore con l’intenzione di colpirio. Tardelli la raccoglieva quasi volendola rispedire al mittente poi la lasciava ricadere. Al coro di proteste si univano Bettega, ancora in tuta, Trapattoni e tutta la panchina. Mattei non recedeva, ammoniva Gentile e faceva riprendere il gloco.

A questo punto scattava la metamorfosi. Perso per perso. la Juventus andava all’assalto con ferocia e riduceva le distanze al 28′. Fallo di Garlini (ammonito) su Tardelli e punizione di Cabrini quasi dalla linea di fondo. Il pallone spioveva in area, assist di Boniek per Brio che stoppava di petto e scaraventava in porta sfiorando Rossi che era finito sulla traiettoria.

Dopo l’intervallo Trapattoni decideva di giocare la carta Bettega al posto di un Marocchino sottoono. Bettega diventava un punto di riferimento per compagni in particolare per Platini che si rimboccava calzettoni alla Sivori e, con autorita, prendeva in mano le redini del gioco ben coadiuvato dall’eccezionale spinta di Gentile che riforniva di continul cross i compagni. Tutta sbilanciata in avanti, in Juventus si esponeva al contropiede, ma Zoff vigilava (57′) stroncando in uscita un’incursione di Gabriele.

Il pareggio si concretizzava al 61′. Platini, con un calibrato lancio, scavalcava la difesa e trovava Bettega che, appostato sotto porta, stoppava di petto e scaraventava di destro al volo alle spalle di Recchi. Gol da manuale che confermava li fiuto di questo senatore sempre ricco di classe.

Boniek, che come seconda punta era apparso spaesato si applicava con maggior puntigilo e, su respinta di Mei, al volo colpiva la traversa. Il polacco, che aveva spesso sollecitato i blanconeri, in particolare Bonini, a servirlo di più ha bisogno di seguire il suo istinto per esprimersi al meglio, senza essere ancorato a un ruolo fisso che lo emargini dal gioco. Dopo un’ammonizione a Bettega per proteste e una botta al fianco di Garlini a Zoff (71′) costretto a stringere i denti, al 74′ Trapattoni sostituiva Rossi con Galderisi. Poi Mei stirato, veniva rimpiazzato da Oddi.

Mattei sorvolava giustamente su un mani involontario di Ceccarelli e, sugli sviluppi dell’azione, Platini apriva su Tardelli sul cui cross Bettega incornava di una spanna oltre la traversa. Rinveniva nel finale il Cesena. ma il risultato non camblava.

Bruno Bernardi
tratto da: La Stampa 24 gennaio 1983



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