É il 24 Gennaio 1971 e Fiorentina e Juventus si sfidano nella quindicesima giornata nel Girone di Andata del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1970-71 allo Stadio ‘Comunale‘ di Firenze.
Nel campionato che consacra l’Inter come Campione d’Italia, i bianconeri si imbattano in una tragedia che sconvolge la loro stagione agonistica. Infatti il giovane allenatore Armando Picchi scompare dopo una breve malattia. La dirigenza juventina si affiderá così all’esperto Čestmír Vycpálek, ma concluderá la stagione in un anonimo quarto posto finale.
Dall’altre parte ci sono i viola che si giocano la salvezza fino al ultimo! Sará una dura lotta ma alla fine eviteranno la clamorosa discesa in Serie B.
Buona Visione!
Firenze – Stadio Comunale
Domenica 24 gennaio 1971 ore 14:30
FIORENTINA-JUVENTUS 1-2
MARCATORI: Ferrante 22, Bettega R. 36, Causio rigore 49
FIORENTINA: Bandoni, Galdiolo, Longoni, Brizi (D’Alessi 54), Ferrante, Berni, Ghiandi, Esposito, Mariani, De Sisti, Chiarugi
Allenatore: Bruno Pesaola
JUVENTUS: Tancredi, Spinosi, Furino, Cuccureddu, Morini, Salvadore, Haller, Causio, Anastasi, Capello F., Bettega R.
Allenatore: Armando Picchi
ARBITRO: Toselli
ESPULSIONI: Galdiolo 62 (Fiorentina)
Bettega imprendibile, viola in crisiLa Fiorentina segna al 21′ –La Juve reagisce con generosità, assume il comando del gioco –Gli uomini di Pesaola accusano anche un «clima di nervosismo»: espulso Galdiolo –Proteste per il rigore che ha permesso a Causio di siglare il successo
L’immagine di Bettega che si trascina fuori dal campo stremato due minuti prima della fine della gara, bloccato dai crampi, con il volto, la maglia ed i calzoncini neri per il fango, ha riassunto il significato della vittoria della Juventus sul campo della sempre più disperata Fiorentina. I bianconeri hanno lottato con generosità, sono riusciti a superare lo smarrimento per la rete iniziale di Ferrante, nel finale — già in vantaggio per 2 a 1 dopo i gol di Bettega e di Causio su rigore — hanno sfiorato un risultato ancora più clamoroso, con la squadra toscana ridotta in dieci per l’espulsione di Galdiolo e sulla spinta di un vento fortissimo che dalla parte opposta è stato un grosso ostacolo agli ultimi, sussultanti tentativi di Chiarugi e colleghi.
La Fiorentina, per quanto rabbiosa e decisa a dare una mano al suo allenatore, non ha mai avuto in pugno la partita. Lo stesso suo gol è arrivato al 21′, da una punizione di De Sisti che l’avanzato Ferrante ha messo in porta di testa, con la complicità dell’attonita difesa torinese. I viola hanno fatto il possibile, ma De Sisti (rientrante in anticipo per amore di Pesaola e della maglia azzurra) ha tenuto solo un tempo; Chiarugi si è impantanato nel fango che è via via aumentato torrenziale sotto la pioggia ed ha trovato sulla sua strada uno Spinosi insuperabile. Erano queste le due armi migliori della Fiorentina, con Ferrante validissimo estremo baluardo davanti a Bandoni: per il resto, ricordata ancora la volitiva prova di Mariani alle prese con il roccioso Morini, la squadra viola ha giustificato in pieno il suo momento di crisi.
I giocatori di Pesaola sono anche storditi dalle troppe decisioni arbitrali contrarie, al punto che non riescono più ad avere la calma per distinguere quelle meritate dalle altre. Ieri la protesta per il rigore della vittoria juventina, realizzato da Causio al 3′ della ripresa con un secco tiro sulla destra di Bandoni (il quale ha intuito la direzione del bolide senza poterlo toccare), sono parse ingiustificate. Brizi aveva davvero agganciato Anastasi che tentava di liberarsi in area con un ennesimo dribbling; la decisione di Toselli non può essere criticata. II clima di nervosismo che si era impadronito dei toscani ha avuto come conseguenza più grave l’espulsione di Galdiolo, il ventiduenne terzino di origine padovana che è considerato il migliore tra i giovani messi in campo quest’anno — controvoglia o no — da Bruno Pesaola.
Galdiolo, che aveva penato fin dall’inizio a contrastare un Bettega in giornata strepitosa, ha esagerato nella frequenza dei suoi interventi decisi ed il juventino, con una freddezza da veterano, ha « aggravato » i falli dell’avversario con due splendidi tuffi nel fango. L’arbitro Toselli ha abboccato, prima ha ammonito il terzino e subito dopo lo ha espulso fra nuove proteste di Pesaola, degli altri giocatori viola e dei tifosi toscani, questi però zittiti dalla marea dei sostenitori juventini, in posizione di netto vantaggio numerico a giudicare dalle bandiere sugli spalti. Col passare dei minuti, comunque, Bettega era diventato quasi imprendibile (con mezzi leciti …) per il giovane rivale. I tifosi toscani sono usciti dallo stadio amareggiati ma parlando di un « Bettega da Nazionale ». Roberto non verrà convocato per i prossimi impegni azzurri in quanto, com’è noto, la Juventus ha chiesto di avere a disposizione tutti i suoi giocatori per la sfida di Coppa con gli olandesi del Twente, ma rimane il fatto che questa è l’impressione che ha lasciato ieri l’atletico attaccante torinese. Forse chi ha sorriso quando il nostro giornale ricordò Bettega a Valcareggi, dovrà presto convincersi sulle doti di questo giocatore che sta riprendendosi in pieno dopo un periodo difficile.
L’ex varesino ha segnato al 29′ il gol del pareggio bianconero con ammirevole tempismo quando, su punizione di Capello, la palla è stata deviata da Bandoni. Bettega era al momento in posizione di centravanti: nasce nella Juventus un « dualismo tecnico » che Picchi è orientato a risolvere chiedendo ad Anastasi, a parte il numero di maglia, di andare sempre più spesso a cercare spazio all’ala sinistra per lasciarne di conseguenza al compagno, sul centro dell’attacco. Anastasi esegue con impegno la parte, ma purtroppo è in un periodo nero per quanto riguarda il tiro: ieri ha mandato un pallone contro la traversa (sfortuna), nel finale però ha mancato due botte a colpo sicuro, una preparatagli da Bettega, che aveva rinunciato al possibile gol personale per favorire il compagno. Se Picchi intende fare esperimenti, può cogliere l’occasione per concedere ad Anastasi un turno o due di riposo. Ormai per il centravanti il gol è diventato un’ossessione, si trova nelle peggiori condizioni di spirito per cercare di sbloccare la sua piccola crisi personale. Ci era parso di intuire già questo alla vigilia, con il possibile inserimento di Landini; altri colleghi invece interpretarono le sin troppo diplomatiche dichiarazioni di Picchi come un’intenzione di lasciar fuori Bettega a favore di Novellini. Ci pare che la partita sia stata chiara nelle indicazioni, in merito a possibili esperimenti nella prima linea juventina.Gran parte dell’attenzione è stata riservata al rendimento delle punte, ma se la squadra ha vinto il merito non è solo di Bettega.
Il centrocampo ha retto benissimo, con Causio più prudente del solito in quanto impegnato prevalentemente a contrastare De Sisti, con Capello in progresso in quanto a continuità di gioco, con Cuccureddu (il quale ha pure colpito un montante con un tiro da lontano) più disciplinato del consueto nella posizione. Haller ha dato spettacolo, quando ha deciso che I era il momento di fare un numero. I suoi voti sono sempre alti, ma riguardano più la prestazione individuale che l’inserimento del tedesco negli schemi della squadra. La vittoria di Firenze, come quella della domenica precedente, poteva essere per la Juve ancora più rotonda nel punteggio, ma bastano gli scarti minimi per andare avanti e rendere la classifica sempre più interessante. II girone di ritorno avrà un protagonista in più nella battaglia per i posti alti della graduatoria, mentre i responsabili avranno modo di rendersi conto di cosa c’è e cosa manca ai bianconeri. Un gruppo di tifosi viola, sereni nonostante la sconfìtta, sostenevano uscendo dallo stadio che alla Juve servirebbe un De Sisti. Crediamo che tutti, da Boniperti ad Allodi, a Picchi, siano d’accordo.
Bruno Peruccatratto da: La Stampa 25 gennaio 1971