É il 24 Settembre 2002 e Juventus e Dynamo Kyiv si sfidano nella seconda partita del Girone di Qualificazione della Champions League 2002-03 allo ‘Stadio Delle Alpi‘ di Torino.
É una Juventus lanciatissima quella che si appresta a dominare questa gara nel nostro stadio. Tra qualche mese sará incoronata Campione d’Italia per la 27a volta, ma é un altro il chiodo fisso della societá e tifoseria. La Champions League purtroppo sfugge ai rigori nella finale fratricida contro il Milan, in un altra serata da dimenticare sul fronte europeo.
Buona Visione!
Stagione 2002-2003 – Champions League – 1ª fase, 2ª giornata
Torino – Stadio Delle Alpi
Martedì 24 settembre 2002 ore 20.45
JUVENTUS-DYNAMO KYIV 5-0
MARCATORI: Di Vaio 14, Del Piero 22, Di Vaio 52, Davids 67, Nedved 79
JUVENTUS: Buffon, Thuram, Ferrara C., Montero (Baiocco 75), Moretti, Camoranesi, Tacchinardi (Tudor 68), Davids, Nedved, Di Vaio (Trezeguet 72), Del Piero
Allenatore: Marcello Lippi
DYNAMO KYIV: Reva, Peev, Sablic, Ghioane, Gavrancic, Nesmachnyi, Leko, Husin, Cernat, Khatskevich (Melashchenko 71), Shatskikh
Allenatore: Alexej Mikhailichenko
ARBITRO: Stark (Germania)
Torino – Stadio Delle Alpi
Martedì 24 settembre 2002 ore 20.45
JUVENTUS-DYNAMO KYIV 5-0
MARCATORI: Di Vaio 14, Del Piero 22, Di Vaio 52, Davids 67, Nedved 79
Allenatore: Marcello Lippi
Allenatore: Alexej Mikhailichenko
CHAMPIONS LEAGUE: BIANCONERI E ROSSONERI CONFERMANO DI ATTRAVERSARE UN MOMENTO MAGICO
Juve e Milan show, valanga di gol in Europa
Di Vaio, Del Piero, Davids e Nedved suonano la Dinamo: che musicaTORINO Dall’8 novembre del 1998, quando si infortunò a Udine, non avevamo più visto Alessandro Del Piero. Ne avevamo rintracciato i brandelli in edizione straordinaria, dentro in un gol o un assist illuminato, tuttavia ci stavamo rassegnando all’evidenza che l’Italia avesse mantenuto un calciatore intelligente e capace di sacrificarsi, come altri più presuntosi non sanno fare, ma ne avesse smarrito l’enorme talento giovanile. Lo si sosteneva, e talvolta esaltava, per umana simpatia e perché, nel parco di nani che è diventato il nostro calcio, lui è comunque tra i pochi a saper fare uno stop.
Ma il rimpianto per «quel» Del Piero coglieva chi nel calcio cerca ancora qualcosa di bello. L’inizio di questa stagione sembra chiudere il quadriennio grigio. C’è di nuovo Del Piero e non per i gol, che sono comunque l’indicatore del benessere, ma per come gli riescono giocate riposte in chissà quali cassetti della memoria. Se persiste, il Trap faticherà a tenerlo in seconda fila e la Juve ne riceverà una spinta formidabile al bel gioco, che ieri ha contagiato tutti trasformando la partita con gli ucraini in un’apoteosi.
Gran cosa l’emulazione, se Di Vaio si sblocca con i gol e persino Edgar Davids ritrova lo spirito per inventarsi una rete entusiasmante, e che l’ha conciliato con gli juventini almeno quanto le vicissitudini romane lo stanno convincendo che è stata una fortuna non andare a Trigoria. Una serata magica, se non fosse per il «giallo» di Salas, che secondo alcuni avrebbe litigato con Lippi. Il primo tempo di Del Piero contro i giovani della Dinamo Kiev, i cuginetti sprovveduti dello squadrone che Lobanowski creò negli Anni ’80, è sembrato un comò ricoperto di ninnoli preziosi: il più banale in fondo era il gol del 2-0 che assicurava la prima vittoria della Juve nella Champions League affrontata di nuovo con il piglio della grande squadra. I dribbling di Alex ma anche i palloni messi negli spazi giusti per Nedved e Di Vaio rendevano fluida e pericolosa la trama offensiva della Juve, che altrimenti difettava di alternative, tutta incentrata su quei tre e, a volte, su Peperino Camoranesi.
Anche quello di Lippi è un gioco che non prescinde dalle invenzioni personali e questo Del Piero che salta gli avversari ne è il toccasana: attorno a lui la squadra prende quota, energia, persino voglia di spettacolo. C’era pubblico al Delle Alpi (quando i prezzi sono onesti, la gente torna negli stadi) e si è divertito. La Dinamo ha contribuito alle piacevolezze. Gioca con una banda di ventenni o poco più, ingenuotti ma con il gusto per l’azione veloce e creativa. Lesti Cemat e Peev, efficace Khatskevich, talentuoso Leko. Questa squadra, che riassume il vecchio Patto di Varsavia per le nazionalità che vi ospita, metteva un po’ in affanno la Juve tra il primo gol (testa di Di Vaio su angolo di Del Piero) e il secondo (palla persa dal libero Ghioane, assist pronto di Camoranesi per l’appoggio facile di Del Piero). Al 17′ sul colpo di testa di Khatskevich, Buffon mandava a sbattere la palla contro la traversa, evitando il pareggio. Dal 2-0 il gioco della Juve decollava, tracimava, spandeva entusiasmo. C’era quasi allegria, mentre la Dinamo esponeva tutti i propri difetti negli spazi che lasciava troppo larghi. Cominciava lo show, uno dei rari cui abbiamo assistito ultimamente: se fossero queste le partite, il calcio tornerebbe a divertire.
Nedved si affiancava alle intuizioni di Alex; Tacchinardi (altro recupero fondamentale, dopo una stagione da dimenticare) cuciva il gioco. Così nella ripresa, salvo una gran parata di Buffon al 16′ che inseriva il portierone nella magia della serata, era solo Juventus. Di Vaio, ancora di testa su lancio di Nedved, firmava la serata della sua possibile svolta (3-0′ al 7′), dopo che il ceko aveva colpito il palo. Entrava anche Trezeguet, per una breve ma significativa comparsata. La rete bruciante di Davids e un sinistro tuonante di Nedved completavano il punteggio mandandoci a casa consapevoli che questo calcio purtroppo è come un grande vino: impossibile berlo tutti i giorni.
Record anche per Alex che supera Altafini: ora è il cannoniere del torneo. L’olandese e il ceco danno la spinta decisiva Di Vaio e Camoranesi fanno festa a Del Piero, che con la rete segnata ieri è ora il capocannoniere italiano in Champions League con 25 gol.
Marco Ansaldo
tratto da: La Stampa 25 Settembre 2002