È il 25 Novembre 1990 e Bari e Juventus si sfidano nella decima giornata del girone di andata del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1990-91 allo Stadio ‘San Nicola’ di Bari.
La Juventus tenta di riappropriarsi dello scettro di squadra ‘più forte della penisola’ con una nuova dirigenza tecnica affidata ad un allenatore del famigerato ‘calcio champagne’ Luigi Maifredi. Dopo un inizio di campionato incoraggiante i bianconeri naufragano tra caterve di gol presi ed addirittura a fine campionato si trovano fuori dalle Coppe Europee dopo 27 anni. Dall’altra parte c’è un Bari che evita la retrocessione in Serie B all’ultimo tuffo.
Buona Visione!
Stagione 1990-1991 – Campionato di Serie A – 10 andata
Bari – Stadio San Nicola
Domenica 25 novembre 1990 ore 14:30
BARI-JUVENTUS 2-0
MARCATORI: Soda 8, De Marchi autorete 31
BARI: Biato, Brambati, Carrera, Terracenere, Maccoppi, Gerson, Laureri (Colombo 32), Di Gennaro, Soda (Dicara 90), Maiellaro, Lupo
Allenatore: Gaetano Salvemini
JUVENTUS: Tacconi, Luppi, Bonetti D., Corini (Galia 68), De Marchi, De Agostini, Haessler, Marocchi, Schillaci, Baggio R., Fortunato D. (Alessio 46)
Allenatore: Luigi Maifredi
ARBITRO: Pezzella
Tacconi: per noi una lezione di grinta
Schillaci: quegli insulti mi hanno fatto male
Domenica non ci sarà Marocchi, squalificatoBARI DAL NOSTRO INVIATO
Tacconi, come al solito, si sottopone per primo al rituale interrogatorio del dopo-partita ma chi si aspetta che il portiere bianconero abbia le lacrime agli occhi, si sbaglia di grosso.
«In classifica è rimasto tutto come prima – dice dunque il capitano juventino -, perché ce la dovremmo prendere?».
Samp e Juve, che fino a ieri fungevano da battistrada, sono uscite dal campo accomunate dalla sconfitta: una considerazione fin troppo banale per non offrire allo scherzoso Tacconi l’occasione per replicare con una battuta:
«Vuol dire che ci volevamo così bene che siamo cadute insieme».
Analizzando le ragioni della sconfitta subita in Puglia, però, si… scopre qualcos’altro.
«Abbiamo cominciato male – osserva Tacconi – cadendo in pause pericolose e senza riuscire a manifestare la grinta che ci è solita. Ci è mancata la determinazione di sempre e dobbiamo rendere merito al Bari per il modo con cui ha approfittato delle nostre debolezze. Tuttavia non vorrei che si credesse che abbiamo sottovalutato i nostri avversari anche se dobbiamo ammettere che, sotto il profilo del carattere, Di Gennaro e i suoi compagni ci hanno insegnato qualcosa».
«Venivamo da un periodo lungo e felice – osserva a sua volta De Agostini – e avremmo potuto aspettarci che, prima o poi, saremmo finiti sconfitti. Purtroppo ci è mancata l’iniziativa che abitualmente riusciamo ad esibire e abbiamo finito per soffrire l’aggressività e il ritmo dei baresi. Nella ripresa, la squadra ha offerto una buona reazione dando anche l’impressione di riuscire a risalire la china ma ci è mancata la fortuna».
Avete risentito delle assenze? De Agostini scrolla la testa e ribatte:
«Chi va in campo cerca sempre di fare del proprio meglio e poi la Juve dispone di un organico talmente valido e vasto che non sarebbe giusto usare simili argomenti».
Passa Schillaci, aria mesta, neanche l’ombra di un sorriso sulle sue labbra. Per lui è stata una giornata difficile, ha visto pochi palloni e quei pochi li ha utilizzati male ma le sue prime parole fanno subito comprendere che la sconfitta ha soltanto accentuato l’amarezza della giornata.
«Anche se ci sono abituato, quei cori mi hanno ferito – confida Totò -, non me li aspettavo più dalla gente del Sud e ci sono rimasto molto male. Quanto alla partita, c’è poco da dire: mi è sembrata segnata fin dall’inizio e capovolgerne il destino è stata impresa impossibile».
Piercarlo Alfonsetti
tratto da: La Stampa 26 Novembre 1990