25 Ottobre 1970: Juventus – Milan

É il 25 Ottobre 1970 Juventus e Milan si sfidano nella Quarta Giornata nel Girone di Andata del Campionato di Calcio di Serie A 1970-71 allo Stadio ‘Comunale di Torino.

Nel campionato che consacra l’Inter come Campione d’Italia, i bianconeri si imbattano in una tragedia che sconvolge la loro stagione agonistica. Infatti il giovane allenatore Armando Picchi scompare dopo una breve malattia.
La dirigenza juventina si affiderá così all’esperto Čestmír Vycpálek, ma concluderá la stagione in un anonimo quarto posto finale.

Dall’altre parte ci sono i rossoneri lombardi che si giocano il tricolore con gli odiati cugini perdendo la gara negl’ultimi incontri.

Buona Visione!


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Stagione 1970-1971 – Campionato di Serie A – 4 andata
Torino – Stadio Comunale
Domenica 25 ottobre 1970 ore 14.30
JUVENTUS-MILAN 0-2
MARCATORI: Villa 40, Prati 77

JUVENTUS: Tancredi, Spinosi, Roveta (Causio 56), Cuccureddu, Morini, Salvadore, Haller, Marchetti G., Anastasi, Furino, Bettega R.
Allenatore: Armando Picchi

MILAN: Cudicini, Anquilletti, Trapattoni, Rosato, Schnellinger, Biasiolo, Combin, Villa, Benetti, Rivera, Prati
Allenatore: Nereo Rocco

ARBITRO: Angonese



Un “vecchio” ferma la Juve dei giovani 
Cudicini e l’esperienza del Milan hanno impressionato allo Stadio 

La Juventus dei giovani bloccata dall’esperienza di un vecchio. Cudicini, trentacinque anni, ha deviato almeno tre palle gol, due delle quali nei momenti decisivi della partita. Poiché, contro il Milan, il portiere Tancredi è statò invece battuto due volte oggi tutti (o molti) gli danno addosso e non ci sembra giusto. 

Prima di tutto Tancredi sul tiro al volo da pochi passi con cui Villa ha portato In vantaggio i rossoneri è riuscito a protendersi, deviando con la mano il pallone sul palo. La sfera è poi rimbalzata in rete, trasformando quella che avrebbe potuto essere una parata sensazionale in un errore. In secondo luogo non è fair play dimenticare quanto il portiere toscano ha compiuto lo scorso anno. E’ diffìcile stare tra i pali, avendo l’ombra di Zoff alle spalle. Il  numero 1  del Napoli è forse il migliore del ruolo nel momento, ma visto che non è stato acquistato è inutile invocarlo ad ogni gol incassato dai bianconeri. 

La partitissima Juve-Mllan disputata dai due rivali alternando slancio offensivo e prudenza in retroguardia, ha dimostrato che il football puo essere spettacolo a dispetto delle tattiche. Il ritmo è stato convulso ed i gol avrebbero potuto verificarsi in gran numero. Vi sono stati anche due pali, uno per parte. Tra i rossoneri bravissimi Schnellinger Trapattoni (su Haller) e molto forte Rosato, il quale aveva di fronte un Anastasi estremamente deciso a farsi valere: Pietro puntava a Vienna, non a Varese ed alla Under 23. Biasiolo ha impressionato Vicini, osservatore per conto di Valcareggi e Bearzot. Rivera non poteva non giocare una sua partita nella partita e l’ira fatta con lo stile e l’intelligenza che lo contraddistinguono, lavorando per sé e per la squadra.

Il Rivera del Milan è certamente uno dei più forti giocatori del campionato, poiché regge il gioco, avanza nei momenti opportuni e sa di non doversi sfiancare in precipitose retromarce. 

Juventus: I « giovani » di Barcellona hanno ripetuto con minor fortuna, ma uguale bravura la gara spagnola. Soltanto Roveta, che disputava il primo incontro nell’attuale campionato, non aveva ancora il ritmo (e oltre a tutto Roveta ha più le caratteristiche da libero che da terzino d’ala). Sono emersi per quantità di lavoro Furino e per classe Marchetti. Il bergamasco ha cercato di costruire le azioni del torinesi (Capello domenica era infortunato) ed è stato anche avversario diretto di Rivera. In parecchie azioni nitide, in alcuni tiri da distante ha ricordato… il Cuccureddu della scorsa stagione (che coppia quando entrambi saranno al massimo della forma). Anastasi e Bettega molto i controllati da un’attentissima difesa rossonera hanno sfiorato le marcature.

Con la squadra bloccata in retroguardia le due punte juventine restano però troppo spesso isolate. Questo il difetto più evidente di una partita persa, ma non giocata male neppure dagli sconfitti. 

Paolo Bertoldi
tratto da: La Stampa 27 Ottobre 1970


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