É il 26 Dicembre 1971 e Juventus e Mantova si sfidano nella Undicesima Giornata del Girone di Andata del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1971-72 allo Stadio ‘Comunale’ di Torino.
I bianconeri si apprestano a vincere il loro Quattordicesimo Scudetto dopo una battaglia senza esclusioni di colpi con Milan e Torino. Alla fine di questo Campionato la classifica si legge cosi’ :
Prima e Campione d’Italia : Juventus Punti 43
Seconda/Terza : Milan e Torino Punti 42
Dall’altra parte c’é un Mantova che deve a malincuore salutare la Serie A dopo una bataglia fino al ultimo minuto per evitare la Serie B.
Buona Visione!
Stagione 1971-1972 – Campionato di Serie A – 11 andata
Torino – Stadio Comunale
Domenica 26 dicembre 1971 ore 14.30
JUVENTUS-MANTOVA 2-1
MARCATORI: Anastasi 65, Anastasi 70, Nuti 81
JUVENTUS: Carmignani, Spinosi, Marchetti G. (Novellini 85), Furino, Morini, Salvadore, Haller, Causio, Anastasi, Capello F., Bettega – Allenatore : Cestmir Vycpalek
MANTOVA: Tancredi, Masiello, Bertuolo, Depetrini, Bacher, Zaniboni, Petrini (Montorsi 71), Maddè, Badiani, Tomeazzi, Nuti – Allenatore :Renato Lucchi
ARBITRO: Bernardis
La squadra è pronta per la sfida con l’Inter –
Il prestigio e la classifica in palio a San SiroIl pallone corre sull’autostrada Torino-Milano. Quale dialetto parlerà domenica prossima il campionato italiano? Piemontese o lombardo? Il Torino gioca per la Juventus, può battere il Milan e in caso di una vittoria bianconera a San Siro lo scudetto può dirsi assegnato. Per la Juve sarebbero quattro punti sul Milan e sei sull’Inter ammesso che i nerazzurri vincano a Vicenza nel recupero del 6 gennaio. E’ improbabile che i giovani di Vycpalek con la primavera si spengano. Semmai perderanno colpi i senatori di Invernizzi o i ventisettenni di Rocco. Questa sarebbe la logica anche se l’imponderabile è in agguato dietro ad ogni angolo, cioè ogni domenica.
Anastasi oggi dice:
« Con quattro punti sull’Inter a San Siro è un bell’andare ».
Salvadore il consueto pessimista avverte:
« Oh, ma l’Inter ha perso un punto a Firenze, un campo per niente facile. A Firenze dovremo andarci anche noi ».
Intanto però sorride al pensiero del suo possibile quarto scudetto.
«E’ l’Inter che deve tremare perché deve vincere — continua Anastasi — a noi un pareggio sta bene. Dovessimo anche perdere, e qui faccio gli scongiuri, in testa ci resteremmo comunque con la differenza che nel girone di ritorno Milan e Inter dovranno farci visita ».
II personaggio della domenica al «Comunale» poteva essere Tancredi, portiere mantovano, ex bianconero, che, dopo una « gaffe » iniziale (corta respinta di petto su tiro di Haller), ha brillantemente controllato l’assedio degli attaccanti bianconeri fino al 19′ del secondo tempo, quando Anastasi ha messo a segno la prima delle sue due reti che avrebbero risolto l’incontro.
«Anastasi è tremendo — ha osservato Tancredi senza rancore per il suo ex compagno — mi avevano avvertito di badare a quell’opportunista di Bettega ed invece Pietro si è dimostrato opportunista almeno quanto lui. Ma quanti opportunisti ha questa Juventus? Bisogna avere mille occhi per seguirla tutta».
« Non ha avuto modo di conoscerla molto bene nella scorsa stagione?».
« La squadra adesso gira a mille, se fosse stato così anche l’anno scorso non avrei rimediato tante brutte figure ed a quest’ora forse tra i pali ci sarei ancora io… ma lasciamo perdere».
Personaggio dì questo match, con le due reti che hanno impedito la vendetta di Tancredi, si è imposto Anastasi. Domenica 15 novembre 1970, poco più di un anno fa, « Pietruzzo » battè con una doppietta il Cagliari, ieri il centravanti siciliano si è ripetuto battendo il Mantova in un incontro meno impegnativo, ma non per questo meno importante ai fini della classifica: i due-punti ottenuti contro il Mantova permettono infatti ai bianconeri di guadagnare un’altra lunghezza di vantaggio sull’Inter, e di mantenere inalterato il vantaggio sui rossoneri, gli unici attualmente che riescono a tener testa ai torinesi nel duello a distanza.
Il primo gol di Anastasi ha causato le vivaci proteste dei giocatori lombardi che reclamavano il fuorigioco. L’exploit Anastasi al 64′ non perde comunque di valore, dato che la rete ha sbloccato il risultato (il fuorigioco è rimasto soltanto «sospetto») e poi perché Anastasi ha dimostrato con il secondo gol e con altri cinque insidiosissimi tiri a rete di meritare il blasone di « migliore in campo ». Soltanto la bravura di Tancredi e, in parte, la sfortuna, hanno impedito insomma al n. 9 bianconero dì andare ancora a rete come avrebbe meritato. Anastasi (che sale da tre a cinque reti) fa un notevole passo avanti nella classifica dei cannonieri. Fino a ieri segnava Bettega, ma non lui soltanto, prevalentemente Bettega, ma qualche volta anche Capello, il regista, Haller, il « genio », e Causio la « sregolatezza ».
« E’ troppo presto — afferma Pietro — per parlare di rivalità con Roberto nella classifica dei cannonieri. Preferisco aspettare qualche altra riprova ».
« Fino a ieri lei è riuscito ad equilibrare la reciproca azione al centro dell’area avversaria, in collaborazione con Bettega; una rivalità nella corsa al gol non rischia di rompere questo equilibrio? ».
« Una squadra ben modellata non può affidare il proprio potenziale reti ad un solo uomo, per questo all’occasione io e Roberto sappiamo alternarci ed al momento opportuno sanno inserirsi nel gioco dei gol anche Capello e gli altri».
« I due gol siglati contro il Mantova sono più importanti o meno dì quelli messi a segno l’anno scorso contro Albertosi? ».
« La Juventus adesso punta allo scudetto, ogni punto ha un’enorme importanza. E poi i gol della scorsa stagione sono acqua passata, ad un anno di distanza potrei essere un giocatore finito ed invece ho dimostrato di essere sempre Pietro Anastasi ».
Vycpalek mette in tasca altri due punti. Nelle tre partite teoricamente facili, cioè a Varese e in casa con Sampdoria e Mantova in cuor suo aveva conteggiato i sei punti anche se ufficialmente aveva ammesso che gliene sarebbero bastati, cinque. Missione compiuta. Al ritmo ha resistito soltanto il Milan che ha messo insieme lo stesso punteggio a Bologna e in casa contro Roma e Verona. L’Inter deve recuperare la partita di Vicenza, ma nelle restanti due partite, in casa con il Cagliari e a Firenze, non è andata oltre ai due punti complessivi, troppo poco per tenere il ritmo delle prime.
« E’ l’anno della Juventus — diceva ieri negli spogliatoi il pur polemico ma sereno Lucchi —, vince anche quando gioca a mezzo servizio ».
Morini giura:
« Noi abbiamo giocato benissimo. Se abbiamo faticato tanto, il demerito non è nostro. Semmai è merito del Mantova che è risultato l’avversario più ‘ tenace incontrato finora sulla nostra strada ».
Nessuno osa affermare che la Juventus denuncia qualche battuta a vuoto. La stessa partita nelle stesse condizioni venti giorni prima a San Siro,contro il Milan si era conclusa In altro modo. Il Milan pur dominando si era fatto infilare a quattro minuti dalla fine ed aveva perso. La Juventus invece ha messo a segno due gol. Aspettavano Bettega (e nell’attesa Bertuolo lo ha steso, sparandogli alla caviglia), ed è arrivato, anzi è ritornato, il prepotente Anastasi che invece di un gol ne fa due e un tèrzo lo fallisce per un soffio. Sembra che si sia fermato Capello, ma è una falsa impressione. Capello accetta la sottomissione da parte di Tomeazzi nel primo tempo, ma nella ripresa cambia passo e posizione, furbo com’è, rinuncia ad una regia continua e si assesta sul « ponte » fra difesa e centrocampo, interdisce, blocca e cancella ogni offensiva degli avversari, poi offre ad Haller e Causio la spinta geniale verso il gol. Gli spunti e i lanci dell’uno e dell’altro consentono ad Anastasi di infilare la doppietta. Causio si esprime su livelli da gran spettacolo, alterna numeri « brasiliani » ad altri degni della sua strapotenza fisica. E’ Haller comunque a dire basta allo 0-0. Si inserisce nel vivo del gioco e impone non soltanto il ritmo ma la differenza di classe che esiste ira le due squadre. La vittoria si spiega.
Ora a San Siro. C’è qualche apprensione per Marchetti e per Bettega. La caviglia di Bettega diventa importante al punto da meritare un primo piano alla «Domenica sportiva ». Ce la farà, non ce la farà?
« Ce la farà »
giura il medico La Neve sempre impassibile con una delle sue quaranta pipe in bocca. Si tratta di una leggera distorsione. Invernizzi sogna una Juventus senza Bettega, ma queste distorsioni ormai preoccupano relativamente. Due giorni di riposo assoluto, poi allenamenti quasi normali. Male che vada una iniezione di novocaina consente l’impiego in partita. Non è la prima volta che succede. Si rassegni, Invernizzi, la Juventus, salvo colpi delia mala sorte in settimana, a San Siro giocherà al completo. La Juventus è pronta per la grande sfida, che sarà decisiva ai -danni dell’Inter soltanto se vincerà la Juventus. Marchetti si informa del nuovo modulo interista. Mazzola punta avanzata e Facchetti terza punta aggiunta in fase offensiva. Mazzola gioca da molti anni nell’Inter e in Nazionale. Andrà in pensione senza essersi tolto il gusto di sapere qual è 11 suo vero ruolo. Invernizzi ba giurato che domenica insisterà sullo stesso schema. La Juventus si guarda bene dal contraddirlo.
Haller comunque ammonisce:
« Non fidiamoci dei nerazzurri. Se si mettono in testa di accelerare il ritmo a tutti i costi di qui alla fine non perdono più e sono capaci di qualsiasi rimonta. Basti pensare allo scorso anno ».
Boniperti è emozionato, deve giocare a carte scoperte con un anno di anticipo rispetto ai programmi, ma ne vale la pena con questa squadra.
« Stiamo maturando — dice Morini —, per vincere certe partite come contro il Mantova occorre carattere, orgoglio. Insomma . siamo sulla strada giusta ».
Nessun programma speciale per questa settimana. Tutto nel rispetto della normalità. Venerdì Salvadore e compagni attenderanno l’anno nuovo dormendo con una fettina di panettone nello stomaco. Il giorno dopo partiranno alla volta di San Siro. E’ una settimana storica. Comincia la caccia al biglietto. Dodicimila lire un posto in tribuna numerata, San Siro batterà probabilmente il record assoluto di incassi. L’Inter è lontana in classifica per ora ma tutti sono concordi nel ritenere che quella di domenica per il campionato sarà la svolta. Incredibile è che dopo il derby e le polemiche che ne sono seguite la Juventus domenica prossima faccia il tifo per il Torino, ma è costretta a farlo. Quattro anni fa proprio i granata battendo l’Inter a San Siro diedero lo slancio alla Juventus per la corsa trionfale al tredicesimo, scudetto. Il favore può essere aggiornato. Intanto siamo ritornati ai bei tempi, il calcio torinese fa tremare quello milanese e per la nuova Juventus si sta risvegliando la passione di milioni di tifosi sparsi per tutta l’Italia.
« Se poi non potremo giocare sempre bene — dice Furino —, pazienza, l’importante è aggiungere punti su punti».
Al totale dovrà corrispondere lo scudetto, Inter e Milan permettendo. Ma in casa bianconera chi ci crede realmente? E’ scaramanzia, meglio non giurarci prima. Ogni domenica è un trabocchetto.
Franco Costa
tratto da: La Stampa 27 dicembre 1971