27 Agosto 1989: Juventus – Bologna

É il 27 Agosto 1989 JuventusBologna si sfidano nella Prima Giornata del Campionato di Serie A 1989-90  allo Stadio ‘Comunale’ di Torino.

Questa Juve costruita e modellata dalla figura storica di Dino Zoff (stavolta nelle vesti di allenatore) sta per vincere una bellissima doppietta di coppa. Infatti assieme alla Coppa UEFA, vince anche la Coppa Italia contro un grande Milan, all’apice della sua storia ‘Sacchiana‘. Purtroppo questi successi non valgono al ‘Dino nazionale‘ la conferma sulla panchina bianconera. La dirigenza juventina é affascinata dal nuovo che avanza ed investe il proprio futuro in un giovane di ‘belle speranze’ Luigi Maifredi!

Buona Visione!

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Stagione 1989-1990 – Campionato di Serie A – 1 andata
Torino – Stadio Comunale
Domenica 27 agosto 1989 ore 16:30
JUVENTUS-BOLOGNA 1-1
MARCATORI: Marocchi 13, Poli 40

JUVENTUS: Tacconi, Galia, De Agostini, Fortunato D., Bonetti D., Tricella, Alejnikov, Rui Barros, Zavarov, Marocchi, Schillaci (Casiraghi 58)
Allenatore: Dino Zoff

BOLOGNA: Cusin, Luppi, Villa, Stringara, De Marchi, Cabrini, Poli (Pecci 87), Bonini, Giordano, Bonetti I., Marronaro (Galvani 46)
Allenatore: Luigi Maifredi

ARBITRO: Coppetelli
ESPULSIONI: Villa 85 (Bologna)



Cabrini incoraggia la sua ex «Bel centrocampo, signora» 

Fortunato: 

«Gli avversari erano chiusi a riccio, se fossi avanzato anch’io, sai che intasamento. Il mio esordio non è stato travolgente, ma penso di non essere andato troppo male» 

Ha detto Cabrini: 

«Rispetto all’anno scorso, la Juve mi è parsa più quadrata, più solida a centrocampo». 

Si potrà discutere, adesso, se una simile dichiarazione suoni a merito dei bianconeri. Più solidi, certo, ma per il momento anche meno rapidi e fantasiosi: è vero che il Bologna ha trovato il gol nell’unica occasione della partita; ma è altrettanto vero che le punte juventine, Schillaci e un irriconoscibile Barros, hanno avuto a disposizione ben pochi palloni giocabili. E dire che l’unico a deludere è stato Aleinikov, ma qualche attenuante (il clima, l’ambientamento) bisogna pur concedergliela. Zavarov, soprattutto nel primo tempo, è tornato ad essere lo «zar» che il popolo bianconero aveva conosciuto di rado. E Fortunato, uomo nuovo della mediana bianconera? Un bel voto in pagella e, in cambio, una testimonianza preziosa. Ci riferiamo alla rete annullata a Casiraghi, che da pochi minuti aveva sostituito Schillaci. Rivediamola insieme: cross da sinistra, testa di Fortunato in anticipo su Cabrini, fischio dell’arbitro e successivo, inutile tocco di Casiraghi. Dalla tribuna è parso che il motivo dell’annullamento fosse un fallo aereo del mediano su Cabrini: 

«E invece no. Cabrini è rimasto fermo, io sono saltato e, ricadendo, gli sono fìnito addosso. Niente fallo dunque. Del resto, la conferma mi è venuta dal signor Coppetelli. Mi ha detto che l’azione fallosa era stata di Casiraghi: non chiedetemi quale fosse, non ho potuto vederla». 

Chiarito (o forse complicato?) il dubbio, veniamo alla partita. Fortunato si è tenuto in una posizione più prudente del previsto, più o meno la stessa già vista a Lucerna e poi abbandonata nelle successive uscite dei bianconeri. Motivo? 

«Il Bologna era ripiegato a riccio, i compagni già spingevano, al centro e sulle fasce. Se fossi avanzato anch’io ci saremmo intasati, senza benefici per la manovra». 

Una manovra, però, che non è parsa brillantissima: 

«Non sono d’accordo. A mio parere la Juventus ha giocato abbastanza bene. Non benissimo, certo. Ma è presto per avere una squadra al cento per cento». 

E allora? 

«Allora bisogna essere in due per fare bella figura. Il Bologna non ha fatto molto, ha trovato un gol fortunoso, grazie a un improbabile rimpallo. Per il resto se ne è stato ben coperto, badando a chiudere tutti gli spazi. E in questi casi è sempre difficile passare». 

Veniamo a lei. Approdato alla Juventus alla non verdissima età di 26 anni, sulle ali di due brillantissime stagioni all’Atalanta. Sposato, un figlio, una lunga trafila in terza serie, nel Legnano, e poi nel Lanerossi Vicenza, in serie C. Nelle intenzioni, dovrà essere un punto di riferimento costante per tutta la squadra. L’ultimo dei centrocampisti, insomma, o il primo dei difensori. Comunque, un elemento determinante nel gioco bianconero. Emozionato? 

«No, conscio delle responsabilità che questo nuovo ruolo comporta. L’esordio non è stato travolgente, non ho giocato al meglio. Ma penso anche di non aver demeritato. L’unico vero rimpianto è non aver vinto la partita. Ce lo meritavamo, perché il Bologna questo punto non se lo è guadagnato». 

Giampiero Paviolo 

tratto da: La Stampa 28 Agosto 1989

 

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