É il 27 Febbraio 2000 e Juventus e Roma si sfidano nella Sesta Giornata del Girone di Ritorno del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1999-2000 allo Stadio ‘Delle Alpi’ di Torino.
La Juventus é guidata in panchina da Carlo Ancelotti e sembrerebbe in rampa di lancio per conquistare un altro Scudetto. Peró una grande Lazio, un epilogo di campionato non da Vecchia Signora, ed un signore ornito di ombrello in un campo piú da pallanuoto che da calcio, ‘ruba’ un tricolore piú che meritato. La Roma dall’altra parte disputa un campionato non all’altezza delle attese e finisce ‘solo’ al sesto posto.
Buona Visione!
Campionato di Serie A 1999-2000 – 6 ritorno
Torino – Stadio Delle Alpi
Domenica 27 febbraio 2000
JUVENTUS-ROMA 2-1
MARCATORI: Davids 30, Delvecchio M. 37, Inzaghi 46
JUVENTUS: Van der Sar, Ferrara C., Montero, Iuliano, Conte A. (Birindelli 46), Tacchinardi, Davids, Pessotto, Zidane (Mirkovic 87), Inzaghi (Kovacevic 64), Del Piero
Allenatore : Carlo Ancelotti
ROMA: Antonioli, Zago, Aldair, Mangone, Cafu, Tommasi, Nakata (Poggi 67), Di Francesco, Totti, Montella, Delvecchio M.
Allenatore : Fabio Capello
ARBITRO: Braschi
ESPULSIONI: Montero 40 (Juventus)
Campionato: i bianconeri si aggiudicano la sfida dei veleni nonostante l’espulsione di Montero
Una Juventus d’acciaio piega la Roma e scappaUna Juventus d’acciaio si sbarazza della Roma e allunga sul resto della concorrenza. Riconsegnata ai giocatori, dopo gli schiamazzi di una settimana vergognosamente strillata e discinta, la madre di tutte le polemiche si trasforma in un incandescente tamburello. Vince, la Juve, in dieci contro undici. L’espulsione di Montero al 40′ e la superiorità tattica sin la palesata dalla squadra di Fabio Capello avrebbero schiantato formazioni ben più navigate. La Juve si ribella al destino e lo forza. Ha la fortuna, ma anche il merito, di colpire a freddo, lungo l’asse Birindelli-Inzaghi, in apertura di ripresa. La Roma resta sul colpo, folgorata e poi disorientata: per tutto il secondo tempo non le riuscirà mai di sfruttare la superiorità numerica. Braschi se la cava con apprezzabile equilibrio. Gli sfugge soltanto un probabile rigore di Tacchinardi su Delveccnio, un attimo prima che Davids estragga dal suo esplosivo astuccio la stoccata che sblocca il risultato. Il pareggio di Delvecchio è un attestato, legittimo, al giocatore più strabiliante e all’orchestra più affiatata. L’ineccepibile rosso inflitto a Montero stravolge l’intreccio. Come già contro l’Inter, quando era stato espulso Van der Sar, la Juve sa inventarsi risorse fuori del comune. Tutti, a cominciare da Davids e Del Piero, sfoderano memorabili tesori, lasciando agli avversari uno sterile possesso-palla.
Le sgradevoli picconate di Sensi moltiplicano il pressing e la furia della Juventus: non una zolla abbandonata all’incedere dei romanisti, non un ciuffo d’erba presidiato e difesa senza l’ardore di chi grande non è per diritto acquisito, ma per volontà e dedizione. Capello, che aveva dato lezione in undici contro undici, patisce l’azzardo tattico attraverso il quale Ancelotti per indole, così prudente costruisce il suo capolavoro. Non toglie una punta, come i sacri testi suggerirebbero, ma un centrocampista. Gli dei ne apprezzano l’improvviso gusto del rischio, telecomandan do la beffarda parabola di Birindelli. E’ nella gestione del prezioso gruzzolo che la Juve spinge la Roma alla periferia della notte.
L’ultimo successo dei giallorossi in trasferta risale al 28 novembre. Nel calcio, come nella vita, non s’inventa nulla. Contratta e fallosa all’inizio (Tacchinardi e luliano ammoniti nel giro di nove minuti). Madama si ritrova a piccoli morsi. Le geometrie della Roma durano un tempo, il cuore della Juve di più. Tutto qui. In classifica, i punti di vantaggio salgono da tre a quattro. La Lazio ha scavalcato il Milan, salvato da Abbiati a Cagliari. L’Inter ha regolato il Venezia, ma perso Vieri. Non sarà facile disarcionare «questa» Juve.
Roberto Beccantini
tratto da: La Stampa 28 febbraio 2000