27 Ottobre 1974: Juventus – Ascoli

É il 27 Ottobre 1974 Juventus ed Ascoli si sfidano nella quarta giornata del Girone di Andata del Campionato di Calcio di Serie A 1974-75 allo Stadio Comunale di Torino.

La Juve é guidata in panchina da Carlo Parola e si appresta a vincere il suo sedicesimo scudetto. Dall’altra parte c’é l’Ascoli che allenata da Carletto Mazzone riuscirá ad evitare una retrocessione in Serie B che a molti sembrava inevitabile.

Buona Visione! 


juventus

Campionato di
Serie A 1974-1975 – 4 andata
Torino – Stadio
Comunale
Domenica 27
ottobre 1974
JUVENTUS-ASCOLI
4-0
MARCATORI:
Altafini 30, Altafini 45, Anastasi 68, Causio 83
 
JUVENTUS: Zoff,
Gentile, Cuccureddu, Furino, Spinosi, Scirea, Damiani, Causio, Anastasi,
Capello F., Altafini
Allenatore: Carlo Parola
 
ASCOLI: Grassi,
Perico, Legnaro, Colautti, Castoldi, Morello, Minigutti, Salvori, Zandoli, Gola
(Macciò 67), Campanini
Allenatore: Carlo Mazzone
 
ARBITRO:
Gussoni



José: “Grazie Juventus” 
E lui con Campanini il “nonno,, del gol 
“Domenica sono pronto a tornare in panchina” – L’attaccante ascolano si schermisce: “Non facciamo paragoni fra me ed il brasiliano” 
Insieme hanno settantadue primavere alle spalle, le due ali sinistre in campo al Comunale. E quattrocentoventicinque gol in campionato. Ma il loro amore per il calcio è senza tempo, la loro gioia per lo scambio, il dribbling vincente non conosce età, il loro scatto rimane bello, elegante, potente come quello di un ragazzo di vent’anni. 
José Altafini e Renato Campanini, i« nonnetti » del nostro campionato, hanno ancora una volta prepotentemente dimostrato che la carta d’identità non deve mai essere in assoluto un parametro per giudicare della validità di un vero atleta. Il brasiliano, più che mai morbido nel controllo e nell’appoggio, opportunista e freddo sotto rete fino ad apparire quasi distaccato nelle botte finali, ha offerto (ma questo ormai non meraviglia proprio nessuno) una prova eccezionale. Ha segnato due gol magnifici, proprio nel momento in cui l’Ascoli tentava di contrastare la Juventus con l’unica arma a sua disposizione, e cioè una difesa attenta, a riccio, difficile da aggirare. Metteva nel sacco il primo pallone di testa, alzandosi leggero sopra tutti, senza sforzo e con stacco perfetto, quasi con noncuranza; poi, prima dello scadere del tempo, riprendeva una corta respinta del portiere su precedente tiro di Capello e da fermo, flettendo solo il ginocchio, accompagnava d’esterno destro, fra una selva di gambe, il pallone in rete. 
Nella ripresa alcuni eleganti disimpegni, un palleggio volante che è all’origine del gol di Anastasi, un fallo subito al limite che dà il via all’ultima rete, quella di Causio, e tanti intelligenti appoggi, tanti scatti in profondità, tanti applausi. Altafini negli spogliatoi è felice. 
« Sono 209 — dice —, ma solo quelli in campionato. Gli altri nemmeno li ricordo, non li ho mai contati. Sono 1002 — scherza, toccandosi a tratti la gamba destra, completamente fasciata dal ginocchio in giù —. Ho tre tagli lunghi cosi, e pensare che proprio ieri dicevo che non mi ero mai fatto male ». « Quanto al segreto della mia terribile “vecchiaia” — continua con un sorriso —, lo conoscono tutti. Vivo e mi alleno come un serio professionista, ma devo ringraziare anche la società, che facendomi giocare solo saltuariamente, mi permette di utilizzare in maniera più razionale, e più a lungo, le forze. Oggi, per l’indisponibilità di Bettega sono sceso in campo per tutta la partita, ma da domenica prossima sono pronto a riprendere II mio posto, magari parziale, in panchina ». 
Nello spogliatoio dell’Ascoli ormai quasi deserto, Campanini, con quella sua aria da zingaro estroverso, fa un po’ di autocritica. 
« Per carità — dice —, non facciamo confronti con Altafini. C’è solo l’età che ci rende simili, e forse in parte lo scatto ancora lucido. Lui è fortissimo, la punta migliore che ci sia in Italia, altro che storie! lo, è vero, ho segnato tanti gol addirittura più di lui, ma nessun confronto per carità! ». « Altra classe — dice mentre si allontana —.altra classe ». 
« Campanini? — commenta a distanza Altafini nello spogliatoio juventino invaso dai giornalisti —. Beh, è un ottimo giocatore, ma sfortunato. E’ costretto a fare la punta in una squadra che gli dà pochi palloni da sfruttare. Probabilmente se lui giocasse nella Juventus e io nell’Ascoli, sarebbe il contrarlo. Lui farebbe valanghe di gol e io resterei spesso a bocca asciutta ». 
Carlo Coscia


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