É il 29 Agosto 1982 e Genoa e Juventus si sfidano nella terza Giornata del Girone di Qualificazione della Coppa Italia 1982-83. Il tutto si svolge allo Stadio ‘Luigi Ferraris – Marassi’ di Genova.
I bianconeri piemontesi sono oramai considerati ‘la squadra piú forte del mondo’ avendo in rosa motli elementi della nazionale Italiana Campione del Mondo a Spagna 82. C’é pure l’aggiunta di due fuoriclasse assoluti come Michel Platini e Zibì Boniek. A fine campionato la Juventus finirá in seconda posizione dietro alla Roma di Nils Liedholm. Per quanto riguarda la Coppa dei Campioni ci si aspetta una festa in gran stille in finale ad Atene. Ma un gol da fuori area di Felix Magath e la caparbietá dell’ Amburgo dirá ancora di no alla Vecchia Signora.
Per quanto riguarda la Coppa Italia i nostri beniamini conquisteranno il trofeo riuscendo così a non finire la stagione a bocca asciutta.
Buona Visione!
Girone Eliminatorio – 3a Giornata
Domenica 29 Agosto 1982 ore 18.30
GENOA-JUVENTUS 3-4
Marcatori: 15′ Platini, 18′, 51′ P.Rossi, 25′ Scirea (J), 17′ Briaschi, 58′ rigore Iachini, 73′ Russo (G)
Genoa: Martina, Romano, Testoni, Chiodini, Onofri, Gentile, Antonelli (78′ Boito), Corti, Russo (78′ Faccenda), Iachini, Briaschi
Allenatore: Luigi Simoni
Juventus: Zoff, Osti, Gentile, Furino (67′ Bonini), Brio, Scirea, Boniek, Tardelli, Rossi P. (76′ Marocchino), Platini, Bettega R.
Allenatore: Giovanni Trapattoni
Arbitro: Menegali
Juve, scampoli di gran calcio ma il Genoa risponde bene
Spettacolo ed emozionante botta e risposta a Marassi di fronte a 40 mila spettatori
Girandola di gol – Apre Platini, in gran vena, replica Briaschi – Segnano Scirea e Rossi, quindi lachini su rigore – Poi ancora Rossi e Russo
DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE GENOVA — Ha vinto la Juventus (4-3) ma la pioggia di gol ha ampiamente ripagato il pubblico genovese che (come le parecchie migliala di juventini) non ha certo rimpianto i soldi spesi per il biglietto.
La gente (circa 40 mila spettatori, non il tutto esaurito) si è spellata le mani alle prodezze della super Juventus al gran completo, fatta eccezione di Cabrini, contro la quale il Genoa ha ribattuto colpo su colpo, senza inibizioni né complessi d’inferiorità, badando allo spettacolo più che al risultato. E Antonelli, che non avevamo mai visto correre tanto (s’è perfino stirato alla coscia sinistra cedendo poi il posto a Boito al 78′), ha rivaleggiato in bravura con i fuoriclasse bianconeri. In questi scampoli di gran calcio, le tre reti incassate dalla Juventus possono far arricciare il naso, indurre qualcuno ad allarmarsi ma non sembra il caso, tanto più che la squadra di Trapattoni é ancora in pieno rodaggio.
Oltre al solito Platini, ha ritrovato il Rossi opportunista del Mundial che ha segnato la sua prima doppietta di stagione. E quando le altre «bocche da fuoco» come Bettega e Boniek ingraneranno, la Juventus segnerà a raffica e potrà permettersi anche certi lussi difensivi. Bonlek e Bettega hanno comunque offerto spunti validi. Senza dimenticare che Tardelli, ai suoi primi novanta minuti, è ancora a corto di preparazione e non può avere il passo né la perfetta lucidità del compagni. Ieri il Genoa ha dimostrato che il negativo avvio di stagione era dovuto in parte a pròblemi legati ai nuovi schemi e soprattutto all’assenza di due elementi del calibro di Vandereyeken e Peters che, nell’economia del centrocampo, sono indispensabili. Cosa avrebbe fatto ieri sera il Genoa con i due stranieri? Difficile rispondere. Sicuramente avrebbe obbligato la Juventus a soffrire molto più quanto non abbia potuto la squadra «autarchica» schierata da Simoni.
La sconfitta di misura lo dimostra anche se il Genoa è stato costretto a rincorrere sempre una Juventus a tratti davvero irresistibile che, per un’ora, ha avuto in Platini la mente, il braccio, lo showman assoluto che, con uno splendido gol, aveva portato in vantaggio i campioni d’Italia dopo appena un quarto d’ora. L’azione si era sviluppata sulla sinistra dove Gentile serviva Furino: il capitano crossava sul limite dell’area, per Boniek che, di testa, appoggiava su Platini. Il fuoriclasse francese scavalcava con un pallonetto, di destro, due difensori e, di controbalzo sinistro, fiondava imparabilmente alle spalle di Martina. Ma il Genoa non ci stava a fare da comparsa e al 17′ pareggiava, lachini s’involava sulla sinistra e di destro traversava sottoporta per Briaschi che «bruciava» Osti e Zoff schiacciando di testa nell’angolo basso.
Ma le risorse della Juventus sono infinite e ci pensava Scirea a sbloccare la situazione. Dopo aver colpito un palo, complice una deviazione di Onofri, il «libero» Juventino raddoppiava al 25′. Sugli sviluppi di un corner. Platini di tacco toccava a Bettega che passava a Scirea: pronta la botta al volo di sinistro e palla in rete.
Nella ripresa il Genoa, sempre ispirato e trascinato da Antonelli, con l’attiva collaborazione di Corti, lachini, nonché del vivace Briaschi, impegnava Zoff. Prima con Briaschi poi Carmine Gentile. Al 52′ la Juventus andava ancora a bersaglio. Rossi impostava sulla destra per Scirea che, dal fondo campo, centrava trovando Pabllto smarcatisslmo sotto porta, pronto ad accarezzare di testa un pallone angolatissimo. Imprendibile. Splendido. Alla girandola di gol contribuiva anche Menegali che puniva severamente un contrasto, che a noi è parso veniale, di Gentile su Briaschi in area, lachini, dal dischetto, trasformava con un secco rasoterra. Il Genoa si esaltava ma Rossi, su corner di Bonlek carambolato su un grappolo di difensori, si trovava puntuale all’appuntamento con il gol, e, da distanza ravvicinata, con la fronte beffava Martina (63′). Chi pensava che il Genoa fosse ormai k.o. si sbagliava di grosso. Zoff doveva salvarsi con una grossa parata su un’improvvisa «bomba» di Russo da oltre 30 metri (67′). Un minuto dopo Furino, dolorante al tallone destro, rientrava negli spogliatoi: lo sostituiva Bonini ma l’esperienza del capitano è davvero un’altra cosa anche se il sammarinese come impegno non demerita. E dopo un’occasione fallita da Rossi, imbeccato da Bettega (69′), Russo riduceva al minimo le distanze dando il colpo di grazia a un tiro cross di lachini.
Bruno Bernardi Genova.
tratto da: La Stampa 30 Agosto 1982