É il 29 Marzo 1992 e Juventus e Lazio si sfidano nella nona giornata del Girone di Ritorno del Campionato di Calcio di Serie A 1991-92 allo Stadio ‘delle Alpi’ di Torino.
Contro questo Milan (imbattuto in Serie A) perfettamente guidato in panchina da Fabio Capello, é diffcile ottenere di piú di un secondo posto nella Classifica Finale del massimo campionato italiano. Cosí una Juventus ancora debole ma tanto volenterosa riesce nel suo scopo iniziale!
Buona Visione!
Campionato di Serie A 1991-1992 – 9 ritorno
Torino – Stadio Delle Alpi
Domenica 29 marzo 1992 ore 15.00
JUVENTUS-LAZIO 1-1
MARCATORI: Riedle 83, Schillaci 90+1
JUVENTUS: Tacconi, Reuter, De Agostini, Conte A. (Di Canio 54), Carrera M., Julio Cesar, Alessio (Corini 72), Galia, Schillaci, Baggio R., Casiraghi
Allenatore: Giovanni Trapattoni
LAZIO: Fiori, Bergodi, Sergio, Pin G., Gregucci, Soldà, Neri, Bacci, Riedle, Sclosa (Melchiori 67), Ruben Sosa
Allenatore: Dino Zoff
ARBITRO: Collina
‘ PIACERE JUVE, NON DELUDERMI’
ALBERE’ DI TENNA – Come accade ai Tuareg del tifo bianconero, alle moltitudini che migrano felici di vallata in vallata, trasformando in camper anche una scassata 126 pur di sfiorare gli eroi vecchi e nuovi, pur di intuire le prime ipotesi di Baggio e Reuter, così ieri mattina l’ avvocato Giovanni Agnelli s’ è svegliato con addosso una gran voglia di Juve. Ha guardato fuori dalla finestra e la lussuosa alba di St.Moritz l’ ha incoraggiato; quindi ha telefonato a Morini per sapere se nel Trentino stesse splendendo lo stesso sole. Rassicurato, ha chiesto se ad attenderlo ci sarebbero stati molti tifosi, quindi s’ è concesso una pausa di riflessione. Due ore più tardi, con quella voglia ormai giunta oltre il livello di guardia, ha richiamato il ritiro bianconero annunciando che di lì a poco sarebbe planato verso la sua Signora. Alle dieci e mezza, tutti col naso all’ insù. Puntualissimo, l’ elicottero di Agnelli s’ è abbassato sul campetto adiacente l’ albergo Margherita ed ha quindi offerto alla gente la visione attesa, scontata e rassicurante del sovrano in visita alle truppe. Vestito di jeans, Agnelli è stato fatto salire su una vettura del Gruppo che l’ ha immediatamente condotto al campo d’ allenamento dove la Juventus lo attendeva schierata e composta. Stretta di mano a Trapattoni, a Brio, a Tacconi (“Lo cerchiamo quando abbiamo bisogno di soldi…”), poi le consultazioni hanno avuto inizio. Incontri singoli, tutt’ al più a coppie, dal velocissimo Tacconi – solo due minuti: “Ma là dentro è meglio stare poco, vuol dire che non ci sono problemi” – al “lento” Baggio, tredici minuti, un piccolo record. E al fantasista, il signor Fiat ha concesso parole speciali e impegnative, pesanti: “L’ ho visto bene. Non so se sia innamorato della Juventus, mi pare un tipo freddo, non certo un passionale. Speriamo di trovare presto un altro Platini, però non credo sia Baggio: che resta un grandissimo ma gioca in modo diverso. Mi auguro faccia divertire i tifosi: l’ anno scorso non ci riuscì troppo…”. Pur ammettendo che “Trapattoni e Boniperti non bastano, da soli, come garanzia di successi”, l’ Avvocato pare tra i colpiti dalla pericolosa “sindrome da coppia storica”. Il giudizio sul nuovo-vecchio tecnico scava un fossato, anzi una voragine tra lo stesso Trap e tutti coloro che l’ hanno più o meno degnamente sostituito: “Premesso che non dobbiamo rinnegare nulla del recente passato, l’ idea di recuperare Trapattoni è sempre rimasta nella nostra mente. Lo volevamo già due o tre anni fa, ma sua moglie non intendeva lasciare Milano e sua figlia doveva sposarsi. Altrimenti ci avrebbe raggiunto. Le altre soluzioni adottate per la panchina sono state intermedie e interlocutorie, compreso Maifredi”. Peccato fosse stato proprio Agnelli a pretendere una totale rivoluzione tattica, ammaliato dalle “sirene” della zona. “In estate sognano tutti, io sono venuto qui per conoscere i nuovi giocatori e verificare di che uomini si tratta, quale carattere possiedono. Ci vuol poco per fare meglio della passata stagione, anche se da lì alla vetta il cammino resta lungo. Le Coppe ci mancheranno e il mercoledì vedremo all’ opera gli altri, c’ è sempre da imparare. Per lo scudetto credo sia un po’ presto”. Forse, ma si sussurra che un premio extra sarebbe già stato fissato: una Ferrari a testa. E qui si entra nel fantaAvvocato (che paga bene ma non è uscito di senno). “La Juventus è migliorata e offre maggiori garanzie. L’ abbiamo ricostruita dalle fondamenta, cioè dalla difesa che mi sembra solidissima. Anche il centrocampo funziona. I tedeschi sono bene addestrati e mi piacciono il biondo del Bari (Carrera, n.d.r.) e i due portieri giovani. L’ attacco? So che da Schillaci non è possibile attendersi una media-gol come quella dei mondiali; mi basterebbe che eguagliasse la sua prima stagione bianconera. Nel complesso, direi che abbiamo un gruppo di bravi ragazzi: molti di loro sono sposati e questo è un bene. Le loro mogli e Trapattoni li metteranno a posto”. E’ labile il confine tra Juve e resto del mondo, così Agnelli allarga il discorso: “Quel Batistuta mi piace, chiesi a lungo sue notizie però mi dissero che non era bravo. Invece ha fatto miracoli. La Sampdoria è una grande squadra perchè i suoi giocatori sono cresciuti insieme; con l’ Inter i rapporti sono buoni, loro sapevano che il tecnico non sarebbe rimasto; ribadisco che il Milan ha gli uomini migliori e faccio tanti auguri a Capello. Lo stimo e gli voglio bene, ma saprà restistere a Berlusconi con la stessa forza di Sacchi?”. C’ è posto anche per un commento sui nuovi padroni del calcio, i miliardari calati quasi d’ improvviso su territori che parevano riserva di caccia per i soliti noti: “Oggi c’ è gente che arriva e compra le società. Io, al contrario, sono stato acquistato dalla Juventus una cinquantina d’ anni fa…”. Fine dell’ udienza, l’ Avvocato decolla. Come i sogni.
MAURIZIO CROSETTI tratto da ‘ PIACERE JUVE, NON DELUDERMI’