29 Novembre 2011: Napoli – Juventus

É il 29 Novembre 2011 e Napoli e Juventus si sfidano nella Undicesima Giornata del Girone di Andata del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 2011-12  allo ‘Stadio San Paolo’ di Napoli.

É il primo anno di Antonio Conte come allenatore dei nostri eroi, ma nessuno si puo sognare quale sará l’epilogo di questa stagione. Alla fine diventerá una marcia trionfale lunga trent’otto partite, tutte senza l’onta della sconfitta. Dall’altre parte c’é il Napoli che chiude al quinto posto lontano anni luce dalla squadra Campione d’Italia.

 Buona Visione!


napoli


 

Campionato di Serie A 2011-2012 – 11 Andata
Napoli – Stadio San Paolo
Martedi 29 Novembre 2011
NAPOLI-JUVENTUS 3-3
MARCATORI: Hamsik 22, Pandev 40, Matri 48, Pandev 68, Estigarribia 72, Pepe 79.

NAPOLI: De Sanctis, Campagnaro, Cannavaro P., Aronica (Fernandez 76), Maggio, Inler, Gargano, Zuniga (Dossena 86), Hamsik, Pandev (Santana 71), Lavezzi
Allenatore: Walter Mazzarri

JUVENTUS: Buffon, Lichtsteiner, Barzagli, Bonucci, Chiellini, Vidal, PIrlo, Pepe (Pazienza 86), Estigarribia, Matri (Quagliarella 89), Vucinic (Del PIero 90+1)
Allenatore: Antonio Conte

ARBITRO: Tagliavento
RIGORI FALLITI: Hamsik 16 (Napoli)



Spettacolo al San Paolo nel recupero della 11/a giornata: apre Hamsik di testa al 23′ (dopo aver fallito un rigore 5′ prima), raddoppia Pandev al 40′. Matri accorcia al 3′ della ripresa, ma al 68′ è ancora il macedone a bucare Buffon. Al 72′ Estigarribia riapre la partita, al 77′ Pepe completa la rimonta. Bianconeri a più due su Milan e Udinese

Cavani e Marchisio? Chi sono costoro? Gli assenti hanno torto e la sfida Napoli-Juve regala tutte le emozioni promesse in vigilia con una girandola incredibile di emozioni. Rigori segnati e poi sbagliati, ribaltamenti continui di fronte e situazioni. Gol a grappoli e una rimonta che premia la Juve per il 3-3 finale e la conferma capolista imbattuta e degna pretendente allo scudetto. Nella sera in cui il Napoli trova in Pandev un nuovo importante terminale di gioco (primi gol del macedone) l’indomita banda di Conte trova il modo di rialzare la testa quando la contesa sembra persa tatticamente e come risultato (3-1 a metà ripresa). Il Napoli dopo un primo tempo straordinario pecca di presunzione nella ripresa e non riesce a mantenere la tradizione vincente di De Laurentiis, che al San Paolo aveva sempre vinto in serie A contro la Juve. Visti i primi 45’ sembrava che la Juve soffrisse gli impegni ravvicinati, invece alla fine supera questo importante esame di maturità.

CHE AMBIENTE — Che questa non sia una partita come le altre lo capisci dal contorno. Fatto di fischi assordanti all’ingresso in campo per il riscaldamento degli juventini. Ma anche di scelte musicali, come la famosissima “‘O sole mio” quasi mai diffusa dagli altoparlanti del San Paolo. Però l’occasione è polemica dopo tutte le discussioni per il rinvio del 6 novembre, per ordine pubblico in conseguenza del maltempo nonostante lo stadio di Fuorigrotta fosse agibile e nel pomeriggio di quel giorno non piovesse più. E poi ci sono gli amori traditi – anche se bisogna capire da quale parte – come Quagliarella, la cui maglia bianconera è caratterizzata dal numero 71, che sta per “uomo di…” una sostanza male odorante, vedi cabala. Alla fine la vendetta atroce è dei tifosi juventini che intonano “’O Surdato nnammurato”, inno delle vittorie napoletane.

LO SPECCHIO DEFORME DI CONTE — Detto delle assenze più importanti, i due tecnici che prediligono ritmi alti e predominio sugli esterni, compiono scelte consequenziali. Ma Conte a sorpresa cambia modulo e oltre a schierare a sinistra il paraguaiano Estigarribia mette a specchio i suoi in un 3-5-2 che non funziona bene, per un tempo. Perché Pirlo è irriconoscibile (per condizioni fisiche precarie) e Pepe da mezzo sinistro ha lo strabismo ai piedi. E così dopo qualche minuto di dominio territoriale è il Napoli a leggere meglio e sfruttare le debolezze avversarie, fatte di posizioni da verificare. Come quella di Lichtsteiner un po’ troppo alto e spesso preso d’infilata da Zuniga.

CALCI PIAZZATI LETALI — E così su quel lato Lavezzi batte un calcio d’angolo corto, dai e vai con Zuniga e Pirlo che, preso in mezzo sulla velocità dal Pocho, lo stende un po’ ingenuamente. Rigore ineccepibile che Hamsik trasforma, andando a festeggiare sotto la curva B. Ma Tagliavento vede due maglie azzurre in area prima del tiro e fa ripetere. Lo slovacco cambia tiro e spara alto, mostrando di essere diventato meno freddo e più passionale a Napoli, visto che a Brescia aveva colpito tutti per aver battuto due volte con precisione un rigore al 90’ appena diciottenne. Marekiaro Hamsik però non ci sta e riparte lancia in resta con i suoi. La Juve fatica a trovare le giuste posizioni e su una bella punizione tagliata di Lavezzi, i bianconeri dimenticano di marcare in area proprio il ragazzo dai capelli irti, che infila di testa da pochi passi.

PIRLO MA SEI TU? — La partita si fa durissima con colpi ai limiti della rissa e Tagliavento che fatica a sedare sventolando gialli. Continua a soffrire la Juve, che nelle uscite basse non trova in Pirlo l’abituale riferimento e perdere palla nei propri trenta metri diventa letale. Andrea ha il ginocchio scricchiolante (già sabato a Roma era in forse) e due partite ravvicinate diventano montagne da scalare. Il migliore della Juve (finora) fatica ed è irriconoscibile. Perde prima palla da Pandev e i suoi rimediano, ma quando si dissolve in un contrasto sulla fisicità con Maggio è proprio Pandev a cogliere al volo l’occasione per scagliare un diagonale e festeggiare il suo primo gol napoletano. Il finale di tempo è deleterio per i bianconeri che rischiano ancora parecchio e vengono graziati da uno sciagurato Gargano che gioca malissimo una ripartenza in superiorità numerica.

SORPRESA — Guai a dare però per spacciata una squadra allenata da Conte. Che evidentemente striglia i suoi ora più intraprendenti e lucidi. Vidal trova subito un assist eccellente per il taglio perfetto di Matri che infila in uscita l’incolpevole De Sanctis. Il portiere poco dopo è attento su una conclusione insidiosa di Vucinic. Cambia l’inerzia della partita, anche se una serpentina di Lavezzi che “imbalsama” i difensori juventini, salvo poi tirare in bocca a Buffon.

PANDEMONIO — Ma proprio mentre una Juve aggressiva alza il suo baricentro e il Napoli non riesce più a pressare alto, ci pensa pendolino-Maggio a sparigliare le carte. Parte in progressione palla al piede dalla propria metà campo e il suo cross trova Pandev in ottima coordinazione e Bonucci spettatore non pagante per la doppietta in bello stile del macedone.

JUVERACE — San Paolo in festa: a poco più di 20’ dalla fine il 3-1 appare rassicurante. Per niente, perché l’ottimo Matri trova il modo di spizzare una palla per il redivivo Estigarribia che si ritrova tutto solo per il colpo del 3-2. La Juve continua a mantenere il baricentro alto, pressa e non fa ragionare un Napoli ora balbettante in mediana, dove Gargano perde troppi palloni e Inler accusa le condizioni fisiche precarie. E così il simbolo del riscatto, della rimonta, sono proprio i giocatori che nel primo tempo hanno sofferto di più ma hanno trovato la forza per reagire e riscattarsi. Dopo il paraguaiano ecco Pepe che s’inventa una percussione di tipo rugbistico e – favorito da un rimpallo casuale con Fernandez, che di fatto gli chiude involontariamente il triangolo – arriva in zona tiro dal limite e scaglia il destro dell’incredibile 3-3. Ora è il Napoli in ginocchio. Alla fine ha ancora più birra la Juve ma finisce qui. Applausi per tutti



andrea

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