É il 29 Settembre 1985 e si gioca Verona-Juventus valevole per la Quarta Giornata del Girone di Andata del Campionato di Calcio di Serie A 1985-86 allo Stadio ‘Marc’Antonio Bentegodi‘ di Verona.
La Juventus si appresta a vincere il suo ventiduesimo tricolore con una squadra che sta vivendo sugl’ultimi spiccoli di splendore di ‘LeRoi’ Michel Platini. Allenati da Giovanni Trapattoni (al suo ultimo campionato alla Juve prima di trasferirsi all’Inter) i bianconeri mettono a distanza la Roma di Sven Goran Eriksson vincendo ‘in volata’ lo Scudetto.
Dall’altra parte c’é un Verona (Campione d’Italia in carica) che forse anche perché distratto dagli impegni in Coppa dei Campioni vivrá una stagione altanelante e chiuderá solo al decimo posto.C’e’ da aggiungere pure che gli scaligeri verranno eliminati dalla massima competizione europea proprio dalla Juventus in uno scontro fratricida all’insegna delle polemiche.
Buona Visione!
Stagione 1985-1986 – Campionato di Serie A – 4 andata
Verona – Stadio Marc’Antonio Bentegodi
Domenica 29 settembre 1985 ore 15.00
VERONA-JUVENTUS 0-1
MARCATORI: Laudrup 18
VERONA: Giuliani, Ferroni (Bruni 77), Volpati, Tricella, Fontolan, Briegel, Vignola (Turchetta 77), Verza, Galderisi, Di Gennaro, Sacchetti
Allenatore: Osvaldo Bagnoli
JUVENTUS: Tacconi, Favero, Cabrini, Bonini, Brio, Scirea, Mauro (Pin 87), Manfredonia, Serena A., Platini, Laudrup
Allenatore: Giovanni Trapattoni
ARBITRO: Tullio Lanese
Il quarto successo consecutivo della Juventus è stato ottenuto proprio sul campo più difficile, in quello stadio di Verona dove i bianconeri avevano subito fra campionato e Coppa Italia cinque sconfitte consecutive negli ultimi tre anni –
E’ stato il giovane danése a propiziare la vittoria cori un tiro imparabile da fuori area a metà del primo tempo.
Siluro di Laudrup, poi barricate.
VERONA — Autoritaria per venti minuti, tanto da tenere in soggezione un Verona privo di Elkjaer e con Briegel tòlto dal vivo del gioco, essendo impiegato nell’assurdo compito di terzino sinistro, ed in vantaggio con uno strepitoso gol (18′) di Michelino Laudrup, la Juventus è via via scomparsa dal terreno come squadra capace d’imporre il proprio giocò, si è accontentata di un secondo tempo di puro contenimento correndo i suol rischi con molti affanni.I bianconeri hanno dato l’impressione nella ripresa di non riuscire piú a organizzare uscite «pulite» se non nel finale, ancora con il danese scatenato negli spazi larghi che i gialloblù, proiettati in avanti, lasciavano per loro precisa scelta. La logica reazione dei campioni d’Italia allo svantaggio giustifica soltanto in parte la Juve provinciale della ripresa. Spiegano meglio le cose la giornata grigia di Platini, che ha tolto alla squadra bianconera l’uomo che solitamente organizza il giòco e tiene sulla corda i rivali, e la resa di Bagnoli nel secondò tempo alle esigenze di squadra: riportando Briegel al suo ruolo di centrocampista ed allargando Volpati sulla fascia, il Verona finalmente ha trovato spinta e forza d’urto, il tedesco si è portato frequentemente davanti a Tacconi; Galderisi (magnificò il duello con Brio, finito alla pari) ha cosi avuto un supporto.
I bianconeri hanno più volte tremato ma sono riusciti a reggere, confermando le caratteristiche concrete di una squadra che pur vantando un potenziale offensivo che nessun’altra-può vantare, sa anche diventare umile e badare al risultato. La squadra di Trapattoni ha rinunciato a tenere in pugno l’incontro. Costante l’iniziativa nella ripresa da Briegel tornato a centrocampo.
Malumore (ingiustificato) del pubblico. C’é stata bagarre tra i tifosi, a fine partita. L’arbitraggio di Lanese ha indispettito i fans gialloblù che proprio ieri, nella giornata dell’amarezza, hanno ritrovato i sopiti entusiasmi sino alla rabbia. In realtà il direttore di gara messinese ha forse peccato di tempestività nell’usare il cartellino giallo; ma sul piano delle decisioni di gioco non ha commesso errori decisivi. Su un offside di Laudrup, scattato oltre la linea di difesa su lancio di Platini e poi anticipato da Giuliani in uscita, Lanese è stato tradito dal guardalinee, e sul fallo a carico di Briegel che più ha fatto indispettire i veronesi, c’è da dire che il tedesco era partito con un’azione di gioco pericoloso.
E’ la sconfitta, in definitiva, ad aver provocato le reazioni dei tifosi gialloblù dopo un secondo tempo giocato quasi ad una porta sola (dieci corner, contro nessuno della Juve, il bilancio), ma questa pur comprensibile reazione emotiva non vale da giustificazione alle violente proteste. La Juventus a due volti dovrebbe meritare due giudizi e due pagelle. Ma al tirar delle somme i cardini più sicuri sono stati quattro: Tacconi, splendido nelle uscite e sicuro nello scegliere fra presa e respinta, Brio che aveva, di fronte nel più piccolo Galderisi l’avversario per lui più difficile, Manfredonia il quale sa sacrificarsi quando è necessario, ma aveva già svettato nei compiti d’interdizione anche nel momento della Juve. Laudrup magnifico nella conclusione in rete e sempre prónto a scattare su ogni pallone ùtile. Favero, Cabrini e Scirea hanno fatto baluardo, ma sono anche stati capaci di sganciarsi per cercare di rompere l’assedio veronese, Mauro nella sua posizione di tornante ha lavorato buoni palloni. Nella giornata sottotono di Platini è stato coinvolto Bonini, ora vivace ora stordito, mentre Serena a lungo abbandonato in avanti e mal cercato per il suo colpo di testa, ha toccalo ben pochi palIoni, sempre anticipato implacabilmente dall’ottimo Fontolan.
Lo stopper è stato il migliore della difesa veronese, mentre Ferroni é colpevole di avere lasciato troppo spazio a Laudrup (il danese quando non è marcato stretto diventa irresistibile) anche nell’azione del gol che ha deciso la partita. Di Briegel e del suo decisivo cambio di compiti si è detto. Fra’i gialloblu, ancora, continuo pur se non brillantissimo Di Gennaro, ottimi spunti da parte di Verza, senza pecche .Tricella che ha giocato il finale come appoggio all’attacco, caparbio come sempre Galderisi, ma ancora una volta evanescente Vignola beccato anche dal suo pubblico.
Con il ritorno di Elkjaer e con l’impiego di Briegel centrocampista, il Verona può riprendere il suo ritmo. Proprio nella giornata più deludente, la decisione di Bagnoli di restituire il tedesco ai compiti che preferisce può essere la mossa della svolta futura. Il Verona della prima mezz’ora era chiaramente in soggezione. Laudrup “dava,'” un avvertimento con un tiro in diagonale che lambiva il palo alla sinistra di Giuliani, ma più che altro-impressionava la facilità con la quale la Juve chiudeva gli spazi davanti agli attacchi gialloblù e ripartiva con volate imperiose.
Al 18′ la superiorità degli uomini di Trapattoni si concretizzava. Palla da Mauro a Platini, ancora a Mauro, quindi a Bonini che centrava dalla destra: Serena alzava la palla di testa, Sacchetti rinviava in sforbiciata, al limite dell’arca Laudrup controllava di destro e di sinistro batteva con forza a rete, con traiettoria angolata. Sembrava l’inizio di una marcia bianconera, ma il Verona si scuoteva immediatamente. Subito, al 21′ minuto, la prima risposta-efficace: manovra Tricella-Galderisi-Tricéila-Sacchetti, cross dalla destra che Di Gennaro al volo deviava appena alto sulla traversa.
Ma era nella ripresa, con Briegel all’assalto di Tacconi, che la gara cambiava decisamente volto: La pressione del Verona, era totale, assillante. Tacconi era concentratissimo, i difensori davanti a lui facevano muro anche con il corpo di fronte ai tiri gialloblù. Andavano fuori di poco deviazioni di testa di Di Gennaro e di Briegel, erano scintille tra Brio e Galderisi. Poi, in pieno forcing veronese, ancora Laudrup via due volte nel finale; abbrancato (non c’era altra difesa sul dribbling del danese) prima da Tricella, quindi dà Fontolan. Bastava per legittimare il successo, anche se la Juve aveva rinunciato troppo, per le sue possibilità e per il suo blasone.
BRUNO PERUCCA
tratto da: La Stampa 30 Settembre 1985