É il 29 Settembre 1991 e Juventus e Bari si sfidano nella Quinta Giornata del Girone di Andata del Campionato di Calcio di Serie A 1991-92 allo Stadio ‘Delle Alpi’ di Torino.
Contro questo Milan (imbattuto in Serie A) perfettamente guidato in panchina da Fabio Capello, é diffcile ottenere di piú di un secondo posto nella Classifica Finale del massimo campionato italiano. Cosí una Juventus ancora debole ma tanto volenterosa riesce nel suo scopo iniziale! Dall’altra parte c’é un Bari che guidato in panchina da Gaetano Salvemini prima poi dall’ ex bianconero Zibì Boniek disputa un campionato deludente e deve abbondare mestamente la Serie A.
Buona Visione!
Torino – Stadio Delle Alpi
Domenica 29 settembre 1991 ore 15.00
JUVENTUS-BARI 2-0
MARCATORI: Baggio R. rigore 10, Kohler 33
JUVENTUS: Tacconi, Carrera M., De Agostini, Reuter, Kohler, Julio Cesar, Alessio, Marocchi (Galia 68), Schillaci, Baggio R. (Corini 58), Casiraghi – Allenatore: Giovanni Trapattoni
BARI: Biato, Brambati (Manighetti 56), Calcaterra, Terracenere, Maccoppi, Progna, Parente, Fortunato D., Farina, Platt, Cucchi (Soda 46)
Allenatore: Gaetano Salvemini
ARBITRO: Mughetti
Juve, tra i due litiganti il terzo gode – Alessio preferito a Corini e Di Canio:
«Siamo dei rulli compressori»E così Angelo Alessio, interditore d’attacco della Juve dell’era Trapattoni fa le scarpe a Di Canio e Corini. I due s’erano infatti candidati alla maglia numero 7 nell’incontro con il Bari. O meglio a candidarli era stato lo stesso allenatore. L’aveva ripetuto più volte nel corso della passata settimana, aggiungendo che avrebbe scelto una volta giunto a Villar Perosa. Prima di lasciare il ritiro, Trapattoni ha cambiato idea. Ha chiamato Alessio:
«Giocherai tu». «Proprio io?»
gli ha domandato il centrocampista stupito.
«Si tu, sei l’uomo ideale per questo partita».
E i calcoli del tecnico sono stati confermati dai fatti; da quanto sciorinato dalla squadra al «Delle Alpi». Il Bari (quello dei 40 miliardi di campagna acquisti) è scomparso al cospetto della Vecchia Signora. E la scelta di Alessio ha dato i suoi frutti. Il centrocampista ha disputato un’ottima gara: preciso nell’interdizione e determinante in occasione della prima rete. E’ stato suo il tiro non trattenuto da Biato sul quale si è avventato come un falco Schillaci. Racconta:
«Ho cercato la conclusione dai venti metri, ma il portiere è stato bravo ad intuire la traiettoria. Non è riuscito però a bloccare così la palla è finita sui piedi di Totó che ha cercato di scavalcarlo. Il numero uno in uscita ha provato a strappargli il pallone dai piedi, ma ha finito per atterrarlo».
Siamo proprio sicuri che si tratti di rigore? La moviola sembra confermare il contrario.
«Così m’è parso. Ero a due passi. Il contatto c’è stato. Anche l’arbitro era nei pressi».
Un penalty che i biancorossi hanno contestato a lungo.
«E’logico. Per come si erano messe le cose, recuperare una rete si presentava un’impresa ardua. E così è stato. Dopo il penalty realizzato da Baggio non abbiamo consentito ai nostri avversari di alzare la testa, pressandoli nella loro area. Siamo andati ancora a segno. Questa Juve è un rullo compressore. Nella ripresa era logico che il tono calasse. Il fatto è che avremmo anche potuto chiudere con quattro o cinque gol di scarto».
Alessio è convinto che questo sarà l’anno d’oro della Juve.
«Non sono il tipo che pretende di vendere la pelle dell’orso prima d’averlo.”
Alessio, un jolly nella manica di Trapattoni l’ha:
«Sì, se almeno fossimo riusciti ad entrare in Coppa Uefa potremmo divertire i nostri tifosi anche sul fronte estero. Questo collettivo può affrontare senza patemi qualunque formazione straniera. E sapete perché? Perché riesce a tenere testa ad un campionato italiano che reputo il più diffìcile di tutti».
Questa è la quarta stagione di Alessio alla Juve.
«Ogni volta mi dico “Angelo devi mettercela tutta per conquistare la fiducia del tecnico”. E’stato così con Zoff, l’anno scorso con Maifredi e ora con Trapattoni. Ogni volta mi ripeto che devo farcela a conquistare la maglia da titolare. Ma è difficile in una squadra dalla “rosa” così ricca come questa. Tanto più quando in ballo c’è la maglia numero 7 che è una delle più ambite. Spero che il match con il Bari convinca l’allenatore a riconfermarmi. Da domani cominceremo a pensare al Genoa. A Marassi cercheremo di vendicare la beffa casalinga dell’anno scorso».
Skuhravy è avvisato! catturato. Scudetto? Diciamo che siamo tra le grandi favorite. Da tenere d’occhio Milan Inter e Samp. Il clima è quello giusto. Nello spogliatoio si respira un’aria ben diversa da quella dell’anno passato. Un’aria molto simile a quella di due stagioni fa, quando giungemmo terzi in campionato e ci aggiudicammo due coppe. Rispetto però ad allora ci siamo rinforzati in ogni reparto. I due difensori centrali, Kohler e Julio Cesar, sono una garanzia. Parlano i numeri: in cinque partite abbiamo subito un solo gol. Anche il centrocampo è potente. Reuter quando avanza ha una progressione incredibile. Con lui riesco ad intendermi benissimo. Nessuna sovrapposizione sulla fascia, non so se l’avete notato. In attacco Baggio ha una fantasia come pochi in Italia; Casiraghi è diventato uno spauracchio per gli stopper avversari. Per finire con il solito Schillaci, sempre mobilissimo e veloce. Insomma, una Juve super, secondo il ricciuto giocatore salernitano, anche se un rimpianto c’é.
Piero Abrate
tratto da: La Stampa 30 Settembre 1991