3 Dicembre 1995: Juventus – Torino

É il 3 Dicembre 1995 Juventus e Torino si sfidano nella Dodicesima Giornata del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1995-96  allo Stadio ‘Delle Alpi’ di Torino. É il ‘derby della Mole‘ ed il capoluogo piemontese si mobilitá.

La Juventus guidata in panchina dal ‘maestro’ Marcello Lippi, dopo aver rivinto lo Scudetto dopo ben otto anni adesso pensano in grande. Pensano alla Champions League (che conquisteranno a Roma). Ed infatti i bianconeri non giocano come sanno in campionato e si fanno ‘rubare’ il titolo dal Milan. Alla fine sara’ secondo posto. Dall’altre parte c’é un Torino che attraverso un gravissimo momento societario e deve salutare la massima divisione dopo un campionato mediocre.

Buona Visione! 


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Stagione 1995-1996 – Campionato di Serie A – 12 andata
Torino – Stadio Delle Alpi
Domenica 3 dicembre 1995 ore 20.30
JUVENTUS-TORINO 5-0
MARCATORI: Vialli 3, Vialli 27, Vialli 43, Ferrara C. 47, Ravanelli rigore 67

JUVENTUS: Peruzzi, Ferrara C., Tacchinardi, Carrera M., Torricelli, Di Livio, Paulo Sousa (Pessotto 72), Deschamps, Del Piero, Vialli (Padovano 80), Ravanelli (Jugovic 72)
Allenatore: Marcello Lippi

TORINO: Doardo, Angloma, Maltagliati, Bacci, Sogliano (Bernardini 19), Milanese, Cristallini, Pelè, Dal Canto (Cravero 53), Rizzitelli, Karic (Dionigi 62)
Allenatore: Nedo Sonetti

ARBITRO: Nicchi



Lippi: Juve mai sazia 
A fine gara scontri tra i tifosi 

TORINO. Sembra che un bulldozer sia passato sopra il Toro. Ed è stato trionfo bianconero. Facce felici, umori in paradiso, strette di mano, pacche sulle spalle. Sono il condimento del dopo partita, rituale ovvio. I bianconeri, in coro, sembrano dire «vendetta è compiuta (l’anno scorso la Juve di Lippi perse due derby su due, ndr)». Il tecnico tenta di mascherare il suo stato d’animo ma spiega con orgoglio che 

«i miei hanno giocato alla grande. Perciò il successo ò legittimo. La squadra ha risposto come si conviene in certe situazioni. Ha giocato con le giuste concentrazione e tensione. E il risultato non poteva sfuggirci. Abbiamo avuto l’umiltà di non sentici mai con la pancia piena. Bravi tutti i miei, insomma». 

E il Toro? 

«Ha perduto contro una grande squadra. Noi siamo a 6 punti dal Milan e ci guardiamo bene dall’arrenderci. Il Toro è a 2 punti dalla quint’ultima, un passivo come questo è pesante, può risultare choccante, ma i granata hanno tutto il tempo per risollevarsi e disputare un campionato dignitoso». 

Ravanelli ha aiutato la squadra con lavoro di appoggio e ha messo la sigla al risultato trasformando il rigore: 

«Successo bellissimo, con un sapore speciale. Ho calciato il rigore con forza e calma, Doardo si è buttato alla sua destra e io ho tirato al centro. Bella soddisfazione collettiva. Vittoria importante perchè dopo il cammino in recupero, cominciato con Fiorentina e Parma, il 5-0 è la conferma del momento positivo della Juventus». 

Il Toro ha però avuto opportunità in qualche momento… 

«Forse perchè noi abbiamo mollato un po’ – replica il Grigio – soprattutto nel possesso del pallone. Ma appena abbiamo ripreso a imporre il gioco, la gara è tornata nelle nostro mani. Difficilmente la domenica sbagliamo bersaglio se in settimana prepariamo al meglio un match. Nei derby dell’anno scorso c’è mancato qualcosa che ancora non riusciamo a capire. Adesso la situazione è cambiata, la nostra condizione è ottimale. Sono già due gare che aneliamo spediti, soprattutto a Parma, anche se non abbiamo raccolto ciò che meritavamo. Per le altre squadre, sarà dura batterci». 

Ferrara, un gol anche lui, gongola: 

«Io ci provo sempre a metterci lo zampino, però ci vuole anche un pizzico di fortuna. Stavolta è andata bene e per me la soddisfazione è doppia perchè ho sfruttato una bella palla in profondita di Deschamps e poi, senza guardare la porta, ho centrato l’angolo più lontano. Rispetto all’anno scorso siamo entrati in campo più determinati, forse proprio per quelle delusioni del 94-95. Il Milan? Qualche settimana fa non si parlava più della Juventus, e invece questo 5-0 dimostra che c’è sempre un margine per rientrare in gioco. Sempre che il Diavolo non continui di questo passo…». 

Intanto, purtroppo, fuori dallo stadio le opposte fazioni se le danno di santa ragione. La polizia era già intervenuta durante la gara e, al fischio finale di Nicchi, aveva caricato i supporters che erano nella curva Maratona. Il Torino tiene sempre la bocca cucita: forse il silenzio stampa sarebbe cessato se il risultato fosse stato diverso, ma soprattutto in una serata come questa, con un passivo così pesante, nessuno ha voglia di parlare. Tutti i granata sfilano a capo chino, nervosi, sottraendosi ad ogni tentativo dei cronisti. Ma, chissà come, in qualche modo si sparge la voce che Sonetti„distrutto dal risultato di questo derby, abbia deciso di presentare le proprie dimissioni al presidente Calleri. Nedone viene bloccato mentre cerca di scantonare, costretto in un angolo, tempestato di domande: è vero che ha deciso di lasciare? E in quel momento il tecnico toscano ritrova un po’ di rabbia, cava ancora un ruggito: 

«Tutte balle, resto al mio posto: io non sono uno che si arrende» 

e se ne va, nerissimo. Il campionato è ancora lungo, bisogna ritrovare la forza per reagire. Anche se i tifosi contestano brutalmente tutto e tutti. 

Claudio Giacchino
tratto da: La Stampa 4 Dicembre 1995


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tratto da ‘Hurrá Juventus’ Gennaio 1996
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