3 Febbraio 2013: Chievo – Juventus

É il 3 Febbraio 2013 e ChievoJuventus si sfidano nella Quarta Giornata del Girone di Ritorno del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 2012-13 allo Stadio ‘Marc’Antonio Bentegodi’ di Verona.

É una Juventus Campione d’Italia in carica che non sembra aver problemi nel vincere ancora il tricolore. Infatti la squadra allenata da Antonio Conte chiude il campionato con nove punti di vantaggio sul Napoli di Rafa Benitez. Il Chievo da parte sua disputa un campionato all’altezza e si salva con ampio distacco.

Buona Visione!


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Campionato di Serie A 2012-2013 – 4 ritorno
Verona – Stadio Marcantonio Bentegodi
Domenica 3 febbraio 2013 ore 12.30
CHIEVO-JUVENTUS 1-2
MARCATORI: Matri 10, Lichtsteiner 42, Thereau 52

CHIEVO: Puggioni, Sampirisi (Seymour 46), Dainelli, Andreolli, Cesar (Acerbi 46), Jokic, Cofie (Pellisier 74), Rigoni, Hetemaj, Thereau, Paloschi
Allenatore: Eugenio Corini

JUVENTUS: Buffon, Barzagli, Marrone, Caceres, Lichtsteiner (Padoin 79), Vidal, Pirlo, Pogba, De Ceglie, Matri (Isla 89), Giovinco (Quagliarella 58)
Allenatore: Antonio Conte

ARBITRO: Bergonzi



Matri e Lichtsteiner firmano il successo al Bentegodi, tre punti che riportano la squadra di Conte da sola al comando a +3 sul Napoli. Inutile per i veneti la rete di Thereau

VERONA –  Dopo una notte assieme, la Juventus ha nuovamente mollato il Napoli, solo e triste e ancora abbastanza lontano da lei. I bianconeri hanno risposto con prontezza alla prima vera minaccia della loro leadership, non hanno avvertito la pressione della concorrenza e, in definitiva, nemmeno il peso di assenze non leggere. Eppure la Juve non è quella che per mesi ha riempito gli occhi dei tifosi, non lo è nemmeno quando vince e neppure quando non rischia mai di non farlo, come oggi al Bentegodi.

La Juve è normale, ecco tutto. Ha battuto il Chievo quasi per inerzia, perché gli è superiore e perché il suo merito principale è stato evitare che questa superiorità naturale venisse in qualche modo contaminata dagli avvenimenti. Ma ancora una volta, ed è ormai un mese che accade, i campioni d’Italia non hanno azzannato partita e avversario, non l’hanno messo alla corde, non l’hanno spaventato con i loro attacchi torrenziali, non lo hanno abbattuto con le loro ondate di gioco. Hanno proposto il minimo sindacale: una discreta circolazione di palla, una buona attenzione difensiva e qualche pezzo di bravura, in particolare la volée di sinistro di Matri che è valsa l’1-0 e il tacco di Giovinco che ha invitato Lichtsteiner al raddoppio. Pretendere che la Juve sia sempre al massimo è impossibile, e ingeneroso. Ma si fatica riconoscerla, a rintracciarne le qualità e le caratteristiche con cui Conte ne ha fatto una squadra formidabile.

Oggi ha concesso al Chievo (ritoccato tatticamente da Corini con il 4-3-1-2 dopo il deludente 3-5-2 del primo tempo) mezzora di superiorità, quella dopo l’intervallo, e ha rischiato di subire la quinta rimonta del 2013, rimasta però a metà anche per i limiti veronesi. La Juve, insomma, ha dato trasmesso due sensazioni: superiorità e vulnerabilità. Abbastanza perché il Napoli possa sperare in qualche altra notte in compagnia.


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